LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA
Il Primo Premio è stato attribuito a Bianca Irene Carnesale del Liceo Classico G. Carducci di Milano per Gusci di nutrimento pubblicato con il numero 25
Scrivere un buon racconto significa compiere un piccolo miracolo: dare vita a un mondo intero in poche pagine. E questo è riuscito a chi ha scritto Gusci di nutrimento: tre pagine piene di immagini, personaggi, addirittura profumi capaci di colpire profondamente la nostra immaginazione. Una classica cornice in terza persona mette in scena una ragazza di oggi, appassionata delle parole ma giustamente polemica per come spesso la loro forza viene spenta sui banchi di scuola. L’autore o autrice del racconto utilizza uno dei tòpoi forse più sfruttati dalla narrativa e dal cinema moderni: quello della soffitta polverosa dove si nasconde un vecchio manoscritto. Ma lo fa sapientemente, per condurci nel cuore di un racconto in prima persona, al presente, vivo e vicino. È la voce di una bambina a parlare: una bimba che si salva dalla barbarie della guerra grazie alla sua passione per la lettura e a un anziano signore che chiedendole di sostituirsi ai suoi occhi ormai stanchi la inizia alla grande letteratura di ogni tempo. Fino alla chiusura della cornice aperta all’inizio. La giuria ha apprezzato dunque la struttura ben orchestrata del racconto, la capacità di dominare in modo convincente sia la narrazione in terza persona sia quella in prima, e soprattutto quella di suscitare emozioni forti con un uso parsimonioso degli strumenti stilistici. Il consiglio per chi scrive è di rifuggire, d’ora in avanti, le atmosfere più prevedibili come questa della Seconda guerra mondiale così come ogni formula retorica: esplicitare che gli zoccoli di legno sono duri non aggiunge nulla, anzi. Ma le due Grazia, il vecchio e i vicoli di Torrazza ci rimarranno nel cuore.
Secondo Premio a Gaia Rossetti del Liceo delle Scienze Umane C. Tenca di Milano per Di parole dolenti, di libere fughe pubblicato con il numero 47
Il narratore di queste pagine sa scendere con lo sguardo molto vicino al mondo che racconta, e attraverso l’invisibile ma potentissima “telecamera a spalla” della scrittura ci conduce attraverso i luoghi di un sobborgo urbano che ci sembra incredibilmente familiare. Come per magia, sotto i nostri occhi non scorre solo il silenzioso presente di quelle vie, ma anche le voci e le atmosfere di un tempo riprendono vita. Rimane, nell’ossatura della narrazione, qualcosa di oscuro e incompiuto. Ma la scelta stilistica della seconda persona, con la reiterata allocuzione a un “tu” in cui fatalmente il lettore si identifica, è di notevole effetto, e la scrittura nel suo complesso decisa, pulita e matura.
Terzo Premio a Giulia Aloe del Liceo Classico G. Casiraghi di Cinisello Balsamo per La poltrona e il prosecco pubblicato con il numero 49
Dei tanti narratori inattendibili che la storia della letteratura ci ha regalato, quello malato di ipertimesia ancora non l’avevamo incontrato, almeno non che ci risulti. Complimenti, dunque, all’autore o autrice di questo racconto per la scelta originale del tema e dell’io narrante. E per la capacità di dominare la voce di un personaggio come questo, con il suo flusso di coscienza ancor più ondivago di quello che normalmente tutti noi già sperimentiamo, riuscendo comunque a costruire una narrazione compiuta.
I TESTI PREMIATI: