Chi era Sofia: così è descritta nella prefazione del suo libro Gli Ulissi-Ebrei di Raissa Zevi dai curatori della pubblicazione: ...Sofia, giovane e bellissima, dallo sguardo parlante: poteva amare o detestare e comunicarlo senza bisogno di alcuna espressione verbale. Sofia, matura e intelligente, con una grande sete di sapere e di imparare e, qualità rara, con le idee chiare sul suo futuro: idee e progetti arditi che non potranno più essere realizzati, che sono finiti ormai chiusi nei cassetti insieme a foto e ricordi....
Così la definisce Moni Ovadia intervenendo alla II edizione del Premio Letterario Sofia: ...un essere umano pieno di luce, guida ideale per i suoi coetanei ma anche per quegli adulti che fossero e che siano disposti ad ascoltare, ad avere modestia. Purtroppo più spesso gli adulti sono caratterizzati nel loro agire dalla protervia e dalla superficialità e questo ci ha portato via la vita di Sofia, ma non ha portato via Sofia da noi. Le sue parole ci sono e ci saranno ancora di ammaestramento.... Per Sofia la cultura non rappresentava un qualcosa di sacro e di pedante cui accostarsi con reverenza e con un'adesione puramente intellettuale. I libri costituivano un tesoro ricchissimo, un'occasione di divertimento, di riflessione, di crescita individuale pienamente in sintonia con il resto della propria vita. Per Sofia interpretare un'opera letteraria, teatrale, cinematografica era un modo di sentire, di vivere, di amare, di raggiungere universi sconosciuti e inesplorati: un modo per arricchirsi e crescere.
"...E non sono forse gli ebrei tanti Ulissi, tanti ma soli, spinti dalla forza della sopravvivenza, quell'istinto primordiale che non permette di pensare ma che trascina avanti pagando ogni scotto, ogni pericolo? E quelle sirene impassibili, dure come pietre, che non ascoltano le preghiere di Ulisse, che sono sfingi, metà donne e metà bestie, non assomigliano forse..."
Sofia Brugnatelli - Gli Ulissi-ebrei di Raissa Zevi