L'inverosimile in teatro, fantasia e realtà
Al teatro Valle di Roma, in cui mi trovavo per motivi di lavoro, solo un uomo, laggiù, sorrideva.
Tutti gli altri parlottavano tra loro e, a sentire chi mi era accanto, era difficile che qualcuno non fosse rimasto perplesso.
Quando lo spettacolo terminò, cercavo qualcuno da intervistare, si sa che Sei personaggi in cerca d'autore è un dramma insolito per chi è abituato alle tradizioni teatrali. Tuttavia, in quel momento anch'io avevo un dubbio per la testa, e più fissavo l'uomo che sorrideva (non aveva ancora smesso) più mi autoconvincevo che doveva essere per forza lui. Così alzai la voce: "Pirandello!", e nonostante fossi sprofondato nella vergogna, qualcosa mi diceva che in quel momento il mio istinto da giornalista aveva preso la direzione giusta: poco dopo Pirandello era di fianco a me, pronto a rispondere alle mie domande.
– Fosse o non fosse stato lei, le avrei comunque chiesto un'opinione su questa rappresentazione…
– Sa la prima volta che fu rappresentato il dramma? In questo stesso teatro? (Rideva) gridarono: "Manicomio! Manicomio!", oggi invece se ne vanno a casa zitti zitti.
– Ma gli attori? La rappresentazione?
– Ah, sì… beh, gli attori vanno e vengono, sono bravi a interpretare, ce la mettono tutta a inscenare il mio dramma, non male, sì, non male. E le dico una cosa, è davvero interessante assistere a tanti modi diversi per rappresentare ciò che è avvenuto qui dentro. (Indicò il capo).
– Senta, ne approfitto per porle alcune domande. Accetta?
– Con piacere!
– Riguardo a quello che ha appena detto, cosa è avvenuto lì dentro? Perché ha rifiutato di realizzare i suoi personaggi?
– Provi a pensare. Sei personaggi che le saltano alla mente, così, all'improvviso, ma dei quali a lei non importa nulla
– Perché allora non li ha lasciati stare del tutto?
– Loro che si ripresentavano, mostrando tutte le loro piaghe e io che li cacciavo via.
– Ma allora non faceva prima a dare la vita a questi personaggi, così, giusto per togliersi il pensiero dalla testa?
– No!
(Forse l'avevo innervosito, era diventato leggermente rosso).
– Scusi, forse sono troppo cocciuto.
– Le spiego, sono uno scrittore di natura filosofica, io. Perché limitarmi a rappresentare delle figure per il solo gusto di rappresentarle, così come a narrare delle vicende per il solo gusto di narrarle o a descrivere un paesaggio per il solo gusto di descriverlo? A me interessano solo personaggi e vicende di valore universale, che s'imbevano di un particolare senso della vita.
– Capisco. Quindi è per questo motivo che ha respinto i suoi personaggi?
– Esatto. E poi ho già afflitto tanto i miei lettori con centinaia di novelle, perché dovrei affliggerli ancora con la narrazione dei tristi casi di questi sei disgraziati?
(Finalmente tornò a ridere).
È a quel punto che mi sono detto: "io i personaggi sì, è vero, li ho rifiutati, ma li ho pur sempre accolti". Ecco la mia opera! Un'illuminazione spontanea della fantasia!
– Un'opera sul suo rifiuto di rappresentarne il dramma, a cui i personaggi contrappongono un'insistente volontà di vita: ora è tutto chiaro. Se mi concede, un'ultima domanda.
– Sono qui.
– Al di là della rappresentazione, è vero che c'è stato un dibattito tra vero, reale e verosimile?
– Sì.
– Qual è, per lei, il rapporto vero e reale?
– Le faccio un esempio. Lei è cambiato nel corso degli anni?
– Sì.
– Allora lei oggi non è quello che era ieri, né quello che sarà domani. Mi dica la verità, lei si comporta sempre allo stesso modo in qualsiasi luogo, in ogni occasione e con chiunque?
– Ovviamente no!
– Eppure lei ha sempre lo stesso nome, la stessa moglie, gli stessi figli, se ne ha. Allora il punto è che ciascuno di noi si crede uno, ma non è vero, è tanti. Noi stessi siamo sfaccettati e multiformi. Ciò che è realmente vero, è rappresentato dagli oggetti dell'arte, dai personaggi, che assumono la forma che tu gli dai e non cambiano più, mai. Ed è infatti questo che andavano cercando i miei sei personaggi.
– Credo che sia stato fin troppo esauriente. La ringrazio enormemente per quest'intervista, che doveva essere solo un commento alla rappresentazione di stasera! Direi di essere stato ben appagato! Arrivederci!
– Arrivederci!
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