Eowyn
1. E vorrei ora raccontare ai nobili e cavalieri riuniti attorno a questo tavolo così santo e grande, con la Grazia di Colui che ha permesso tutti questi prodigi fatti per mano del Buon Cavaliere Sir Galaad e dei suoi compagni Bohort e Parsifal, quello che - a mio intendere - è la buona novella e il significato di quanto accaduto, tramandataci da Bohort.
2. Della Vera Sapienza, e del peccato e della purezza
Il mistero di cui parlo indusse taluni a cercare la Vera Sophia, quella che va in cerca di quanti sono degni di lei: la Sapienza, che è riflesso della luce perenne, e proprio per questo nulla di contaminato in essa si infiltra.
Invero quest'avventura, senz'altro la più grande che sia mai stata intrapresa e compiuta, non ricordava le cose terrene ma bensì quelle celesti; il Signore Nostro Gesù Cristo nella sua infinita misericordia ha voluto concedere a tre dei cavalieri che un tempo sedevano attorno a questa tavola la grazia di potersi cibare dal Santo Vasello.
Quante volte questi cavalieri, ordinati tali per servire Dio nell'ufficio delle armi e incaricati nel suo Santo Nome di difendere la Chiesa e la Cristianità conducendo una vita secondo i sacri comandamenti e il modello di Cristo, hanno disonorato quest'ordine santo e la casta privilegiata a cui essi appartenevano, infrangendone le leggi, corrompendone i costumi, recando danno al corpo e all'anima, infangando il loro onore e la loro verginità, preferendo, invero, le cose di questa terra a quelle del cielo.
3. Di Galaad, Parsifal e Bohort
Di Sir Galaad mi incantò l'analogia con la vita dello stesso Gesù Cristo. Egli venne in mezzo a noi nel dì di Pentecoste quando eravamo a porte chiuse nel castello e molti si chiesero come aveva fatto ad entrare; parallelamente Cristo venne lo stesso giorno di Pentecoste quando gli Apostoli erano nel cenacolo a porte chiuse. Egli arrivò e nessuno sapeva nulla di lui; il Figlio di Dio venne tra gli uomini, ma solo i profeti poterono riconoscerlo, gli altri non sapevano nulla di lui. Egli soltanto ebbe la grazia di ammirare fino in fondo i misteri del Graal: solo Gesù Cristo visse sino in fondo la comunione con il Padre, in quanto suo figlio. Galaad ci insegna che la creatura umana, completamente abbandonatasi e pervasa dall'Amore divino, può giungere ad identificarsi col Salvatore. La grazia lo ha difatti prescelto perché si è votato unicamente al possesso dell'Amore perfetto. Tra i tre, egli è senz'altro il più difficile da imitare, almeno per me, ma ha destato profondo stupore ed ammirazione perché leggere delle sue imprese è commovente, non sembra un uomo eppure è così umano nei comportamenti, nello scontro in armi, nell'aiutare il prossimo.
Parsifal conobbe la sofferenza, l'umiliazione e la tentazione, la disperazione: eppur non perse mai la fiducia nel Creatore. Solo per merito della sua grande fede, riuscì a superare le prove che il Maligno, sotto ogni forma di peccato, gli sottopose. È come tutti gli uomini giusti che per essere santi devono combattere e soffrire contro le insidie di Satana che li vorrebbe concupire. Invero egli sapeva che sarebbe potuto cadere nel peccato mille volte in un giorno, e poi mille altre ancora; ma fu confidente nel braccio di Dio che è più forte del male e più grande dell'ora. Questo campione già si avvicina di più a noi, egli è veramente uomo e come tale subisce, affronta, vede tutti gli eventi. Per arrivare alla salvezza deve combattere e non sa cosa gli ha riservato Iddio.
Bohort conobbe il peccato, seppur una volta soltanto: ma se ne pentì a tal punto e rimase sempre fedele ai suoi propositi ed impegni, timoroso di Dio e puro, che fu ben degno della grandezza a lui riservata. Forse è quello che ci assomiglia maggiormente, o miei nobili cavalieri: l'uomo che è caduto in peccato grave ma poi è uscito da questo accadimento veramente pentito, tanto da condurre una vita pura lontano dalle tentazioni rimanendo sulla retta via e non ricadendo mai più nella colpa. Preferire l'amor Sacro all'amor profano, esaltare i carismi donatici invece di indulgere nelle gioie terrene: ecco quello che ha destato grande ammirazione nel mio cuore! Lor signori ben capiranno come questi tre paladini celesti ci debbano essere di esempio. I tre militi rappresentano così l'ascesa della anima cristiana che, resasi degna della rivelazione, si ricongiunge con il Padre. Invero, ad eccezione di Sir Galaad, loro non erano altro che uomini d'armi della Tavola Rotonda, come voi, ma hanno conquistato la Vera Sophia nel suo significato più profondo: Sapienza. Allora comprenderai l'equità e la giustizia, la rettitudine con tutte le vie del bene, perché la sapienza entrerà nel tuo cuore. La Sapienza non è altro che il Verbo fattosi uomo per la nostra redenzione, mistero infinito della misericordia divina, amore eterno e verità suprema. Capire questo è stato per me educante in quanto è senso stesso della vita umana per chi come me si ritiene vocato all'esercizio della battaglia per la Fede.
4. De li altri cavalieri e de li incontri misteriosi che si fecero
La sapienza, tuttavia, non entra in un'anima che opera il male né abita in un corpo schiavo del peccato. Ecco il motivo per cui tanti destri e coraggiosi non la poterono trovare: la malizia li aveva accecati, e non potevano conoscere i segreti di Dio.
Quale è stata la loro fine? Molti si sono perduti nella Terra Desolata, figura dello stato in cui tutti ci troviamo e che col tempo si è aggiunta a distanziare ogni potenziale ricercatore dall'oggetto della sua cerca. Altri si sono lasciati ingannare dalle donne facili, ovvero hanno difeso a spada tratta diabolici fini: amici, fratelli e cugini hanno così combattuto come rivali, fino ad uccidersi l'un l'altro per amor di vanità e vana gloria.
Certuni hanno smarrito la via retta nel bosco, simbolo dello stato di peccato in cui quei cavalieri si trovavano; tutti hanno dovuto affrontarlo, pochi ne sono usciti. Esso era insidioso e prometteva morte, come tenebroso e pericoloso è essere nella colpa grave. Nel bosco non vi erano strade rette ma solo tortuosi sentieri.
Il castello ove era conservato il Sacro Graal è figura del Tempio divino, i suoi abitanti però non lo onoravano come si conviene, così come nel Tempio il Corpo di Cristo non è dai suoi ministri e dai fedeli servito e riverito come dovrebbe.
5. Di Sir Lancillotto del Lago
Mi vorrei soffermare ora su un personaggio che ha sempre destato in me curiosità e ammirazione, nonostante i suoi difetti, e che, nel conoscere le sue traversie, mi ha fatto sentire ancor più meschina perché in lui si trovano molte affinità con la mia persona. In questi mi sono più che mai riconosciuta e mi ha preso molta tristezza di fronte alla realtà dei fatti. Per un carattere orgoglioso e superbo come il mio non è d'altronde facile aver l'umiltà di scoprirsi così lontani mentre si pensava di essere tanto vicini e puri.
Il miglior cavaliere sulla terra - tale fu detto Sir Lancillotto - è stato superato perché si avverasse ciò che Nostro Signore pronunziò: "I primi saranno gli ultimi e gli ultimi saranno i primi". Egli si rese conto del suo orribile stato di pravità quando, passandogli innanzi il Santo Graal, non ebbe la forza e la facoltà di adorarlo come si conviene; è doveroso però dire che ebbe la grazia di vederlo, che ad altri non fu concessa.
Ma quale peggiore punizione che essere escluso da quello stato di estasi e grazia nel quale si era trovato? Ma il Signore è infinita misericordia e l'ha perdonato per il suo peccato, riconoscendolo pentito e contrito, profondamente supplichevole della grazia Divina tramite il gran mezzo della preghiera, anche se non gli è più stato concesso di ammirare il Divino e i suoi misteri.
6. De personaggi che si incontrano
Quanti strani personaggi sono intervenuti! Molti sono apparsi per poi scomparire; ma chi erano costoro?
Di tante io ne tenterò una, secondo il mio ingegno: orbene io ne vedo una riguardante il vecchio, vestito di bianco, che appare come fonte di salvezza e la donna che tenta continuamente Sir Parsifal. Non potrebbero forse rappresentare l'uno il Verbo Incarnato, e l'altra il Maligno che cerca di attrarre Parsifal specialmente nella lussuria, essendo egli ancora casto? In ogni nostra azione possiamo venir guidati da due parti tra loro in eterno conflitto: il Bene e il Male, la retta intenzione secondo i comandamenti di Dio e il peccato, magari sotto forma subdola e inavvertibile, o addirittura sotto forma di bene. Parsifal ha superato la prova perché ha confidato in Dio, nella sua mano e nella sua protezione, ha saputo discernere istintivamente gli spiriti tra di loro, col consiglio dello Spirito Santo. Quando cadeva senza accorgersene si segnava, affidandosi a Dio, e il Maligno veniva sconfitto anche se egli non capiva il significato dell'accaduto.
7. Conclusione
Ora miei compagni, accordatemi di proferir ancora qualche parola per coloro che sono vocati come me a combattere per la Santa Causa del Padre Nostro, che è nei cieli, della sua Sposa la Chiesa Cattolica, dei suoi Ministri e nostri intercessori presso di Lui, della Vergine Madre Maria Immacolata e del suo Figlio, perché, illuminati dal Santo Spirito, possiamo trarre insegnamento non dalle mie parole ma dall'avventura di questi nostri confratelli, dal loro comportamento, dal modello di vita propostoci con la loro.
Questa Cerca è stata dunque un cammino spirituale intrapreso da molti, da ogni parte della terra oltre che da questa contea, che doveva condurre alla ricerca della perfezione, al desio delle cose del Cielo, e a quel Pane che nutre anima e corpo, anziché condurre solamente al cibo terreno soddisfacente i nostri sensi. Questo può portare al peccato, mentre il corpo del Redentore non può che portare alla gioia e alla salvezza. Come è vero che Molti sono i chiamati ma pochi gli eletti, così molti parteciparono a codesta avventura ma pochi vi riuscirono: i tre santi cavalieri che conosciamo, tre dall'Irlanda, tre dalla Scozia e tre dalla Danimarca. Furono dodici come gli apostoli e come loro sedettero e parteciparono all'ultima cena vedendo in prima persona il compimento di quanto a lungo avevano avuto sete, per il quale tanto soffrirono e combatterono e dal quale furono innalzati quali amici di Cristo.
Cari fratelli, questo racconto che ai più pare solo una novella, potrebbe invece esser narrazione della nostra vita: colui che ama il Salvatore soffrirà molto, ma alla fine verrà ricompensato; chi invece tradisce le promesse fatte inizialmente, non potrà trovare la vita che una grande noia: nessuna avventura degna di essere narrata, e morte certa lontano da Colui che è morto per la nostra salvezza.
E io, Eowyn, essendo stata investita per grazia divina dell'onore e dell'onere di essere una delle poche donne cavaliere di questa grande compagnia, auspico che prendiamo esempio dalle gesta dei tre nostri fratelli Galaad, Bohort e Parsifal: lo scritto che ci è stato consegnato, è considerabile un Evangelium apocriphum ad usum militis, un'opera spirituale destinata all'edificazione del soldato, quindi molti lo leggeranno ma forse pochi lo potranno comprendere sino in fondo: i votati al servizio delle armi. A tale lettura son mossa, o nobili compagni, piena delle emozioni, delle passioni e dei sentimenti che ho provato nel prenderne coscienza, con tutti i miei 18 anni di indegna vita militante, impregnata dei movimenti del cuore romantico-guerriero che mi caratterizza. Certo la luce della divina grazia, il dono della Vera Sophia e della Gnosi da parte del Santo Spirito, potrà rendere altri più degni di interpretare gli avvenimenti e darne spiegazione più giusta.
Che Iddio ci conceda sempre grazia per riconoscere il giusto, la capacità di sceglierlo e la forza per metterlo in pratica!
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