Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
13ª edizione - (2010)

La vera magia di Harry Potter
di Carlo Colombo
Terzo premio

È un bel problema: dovrei parlare delle emozioni che mi ha suscitato un particolare libro, il mio preferito, quello che rileggerei all'infinito. Ma non so veramente da dove iniziare; forse perché un mio libro preferito non c'è, e neanche un genere preferito, e anche con la lettura in generale ho un rapporto ambiguo, che può andare dalla semplice perdita di tempo perché non hai voglia di studiare e tua sorella ha monopolizzato il computer, fino a girare senza una meta tra gli scaffali di una libreria deciso a comprare un libro perché quelli che girano in casa, più o meno, te li sei già passati tutti.
Ma c'è qualcosa della lettura che amo incondizionatamente: quando per curiosità leggi la prima pagina di un libro che normalmente non noteresti nemmeno e vuoi subito sapere cosa succederà nella seconda pagina, e via così fino a che le pagine non finiscono e si tira un gran sospiro di soddisfazione con un sorriso ebete stampato in faccia. Io, libri del genere, sono capace di leggerli in un giorno senza fare altro. Per alcuni mi riduco a leggere a letto usando la lucina del cellulare finché non li finisco: sono riuscito ad arrivare fino alle 4.30 di mattina pur di concludere uno dei tanti libri di Harry Potter, non mi ricordo bene quale: i gomiti mi facevano male a furia di starci appoggiato sopra (la mia posizione di lettura nel letto è: pancia in basso, testa alzata sorretta dalle mani e libro in mezzo ai gomiti), i miei occhi avrebbero voluto prendermi a schiaffi e il giorno dopo, anzi la mattina stessa, a scuola ero una specie di ameba ciondolona con una voglia matta di dormire: eppure ero felice.
Felice di essere riuscito a sapere come finiva il libro prima di affrontare una nuova giornata. Se per ipotesi, e purtroppo capita spessissimo, non riuscissi a finire un libro in un giorno gli effetti sono devastanti (quasi paragonabili a quelli di stare sveglio tutta la notte pur di finirlo): non riesco a seguire le lezioni a scuola, non riesco a essere socievole con nessuno, non mi concentro su niente di quello che faccio solo perché il mio cervello è impegnato a rispondersi a una domanda: "Cosa succederà dopo?".
Tutta questa introduzione era per farvi apprezzare meglio lo sforzo che ho fatto per finire di leggere la saga di Harry Potter. Se la costante libro preferito è direttamente proporzionale al numero di riletture compiute, allora il primo libro di Harry Potter è imbattibile sia perché l'avrò riletto più di dieci volte, sia perché è riuscito a rapirmi come mai nessun altro libro finora ha fatto, sia perché il mondo dei maghi è descritto così bene che nel mio cuore di bambino di dieci anni mi ero deciso a crederci anche se sapevo benissimo che nulla era vero: un po' lo stesso ragionamento che si fa con Babbo Natale.
Comunque quando ho compiuto undici anni e non mi è arrivata nessuna lettera di convocazione per Hogwarts ci sono rimasto male sul serio.
Credo che raccontare la trama di Harry Potter sia veramente un lavoro superfluo ormai: tutti conoscono la storia del maghetto, degli amici del maghetto, dei rivali del maghetto, della scuola del maghetto ecc… e non solo per i film che si sono fatti sulle sue storie, ma perché la Pottermania è ormai stata analizzata in tutte le sue forme da articoli di giornale, documentari, altri libri. I luoghi inglesi citati nel romanzo sono diventati delle vere e proprie attrazioni turistiche, così come quelli ripresi nei film.
Io mi limiterò a raccontare la mia storia con la saga, che almeno quella non la conosce nessuno.
Il primo libro, regalo di compleanno per i miei dieci anni, mi era piaciuto così tanto che appena uscì il secondo andai subito a comprarlo.
Arrivai a metà del terzo libro e iniziai le medie e con le medie iniziarono i problemi.
La prof d'italiano ci aveva fatto una domanda stupida tipo: "Che libro state leggendo ora?". Giro di titoli per tutta la classe ed ecco che toccava già a me: nessuno mi aveva ancora rubato l'idea. Harry era solo mio e così, gonfio d'orgoglio, dichiarai ad alta voce: "Harry Potter e il prigioniero di Azkabam".
Pochi secondi di silenzio e tensione tipo pre-duello in un film di Sergio Leone e si sollevò un coro di "Ooohhh! Ma ce la fai!", "È roba da femmine", "C. è una femminuccia!", "Scemo! Scemo! Scemo!": una lunga serie d'insulti da bullo delle medie solo per me e il mio Harry.
Di solito a dodici anni non si è ancora pronti a morire per difendere le proprie idee, così decisi che non potevo rovinarmi i successivi anni di vita per un libro da femminucce e chiusi Harry Potter in un cassetto.
Gli anni delle medie passarono lenti: prime fidanzatine, primo tiro di sigaretta, primi votacci da dire a casa, prime vere discussioni con i genitori, la scoperta della sessualità, l'inadeguatezza del proprio corpo…
Succedono tante cose durante gli anni delle medie: si entra bambini tranquilli amati dalle nonne, si esce in piena crisi adolescenziale.
Ma durante il terzo anno cambiò tutto. Ero in vacanza con i miei genitori quando uscì il settimo libro, in inglese, e mia sorella, dipendente fino al midollo, lo comprò subito: ero lontano dalla mia classe, nessuno l'avrebbe saputo, sarebbe stato l'ultimo.
Come un topo che si appresta a rubare un pezzo di formaggio cominciai a rosicchiare una pagina alla volta, furtivamente, sempre attento a non farmi scoprire da qualcuno: riuscii a finire un libro di settecento pagine scritto in inglese in una settimana, senza capirci nulla.
Ma non aveva importanza, ormai la fiammella rimasta assopita per anni era tornata a divampare come un incendio, avevo voglia di sapere cosa era successo prima, avevo perso il treno, volevo sapere tutto, tutto, Tutto!
Ora ho 17 anni e frequento la terza superiore: l'ultima volta che ho letto Harry Potter e la pietra filosofale è stata neanche un mese fa, conosco le vicende di Hogwarts meglio di mia sorella (e credo che la cosa sia reciproca) e mi sono visto tutti i film almeno due volte. Sarò un po' ossessivo ma devo farmi perdonare il tempo perso.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010