Un'esperienza di lettura
Il libro che mi ha colpito di più in questi ultimi anni è L'enigma del solitario, il secondo lavoro di Jostein Gaarder, filosofo norvegese. Questo libro tratta di due storie collegate, quella del protagonista, Hans Thomas, e quella fantastica raccontata in un minilibro; le due storie si intrecciano tra loro per parlare del presente, del passato e del futuro...
Nella prima storia Hans Thomas parte dalla Norvegia e va in Grecia con il padre filosofo in cerca della madre attratta dalla sua immagine riflessa, che per ritrovare sé stessa si è rifugiata ad Atene. Nella seconda il ragazzo si trova a dover confrontare il suo viaggio (ma anche un po' la sua vita) con il contenuto di un minilibro trovato dentro un panino; questo parla di Frode, delle sue carte da gioco che hanno preso vita dalle sue fantasie, di un magico jolly in cerca di sé stesso e di un gioco che coinvolge anche il ragazzo. Nella storia di Hans Thomas si trova una parte del viaggio che bisogna compiere per ritrovare sé stessi, quella nello spazio reale e personale: infatti il ragazzo percorre un itinerario lunghissimo, attraverso tutta l'Europa. Ma insieme al viaggio reale Hans Thomas compie anche un itinerario spirituale, a partire dalle riflessioni sulle cause e sulle finalità del viaggio. In ciò lo aiutano sia il padre filosofo, che cerca spesso di spiegare al figlio il perché delle sue scelte e la ragione per cui non ha biasimato la moglie quando se ne è andata di casa per trovare la sua strada e il suo carattere, sia la lettura del fantastico minilibro, ambientato nella magica isola di Frode. Nel racconto del minilibro, soprattutto attraverso il gioco del jolly, Hans Thomas compie un viaggio nel tempo attraverso sei generazioni prima di lui e precorre anche il futuro. La riflessione filosofica si ritrova nelle stesse frasi del gioco del Jolly e in modo particolare nelle ultime: Ci sarà sempre un Jolly che saprà smascherare il trucco dell'illusionista. Una stirpe segue l'altra, ma per il mondo vaga un giullare che le offese del tempo non possono colpire. Colui che saprà presagire il destino dovrà sopravvivergli, dove l'illusionista‚ colui che sa la verità e non la rivela perché tutto continui a dipendere da lui, il piccolo Jolly è chi si interroga sulla propria origine e non vuole che il mondo abbia segreti per lui, e dove si definisce il destino (un serpente talmente famelico da ingoiare sé stesso), o almeno il fatto di conoscerlo, come davvero pericoloso per le sorprese che può riservare.
Certamente è proprio questa la parte più bella del libro, in cui si evidenza la solitudine di ognuno di noi, che non è quella del non avere nessuno con cui parlare, ma quella di non conoscere nessuno che si chieda quali siano le sue origini e che non prenda tutto per scontato, nella convinzione che non si possa sapere da dove si viene e perché. Sempre in questa parte si definiscono i filosofi come Jolly che stuzzicano la gente, curiosi, in cerca di qualcun altro come loro, di altre persone sole con gli stessi interrogativi.
Inoltre nei capitoli dedicati alla filosofia si trova anche la risoluzione del gioco del Jolly, il racconto che collega e spiega tutta il contenuto del libro, pur lasciando il lettore libero di interpretare come crede le frasi a doppio senso, come quella in cui si definisce il destino un cavolfiore che cresce uguale su tutti i lati: a me sembra di poter interpretare questa frase nel senso che il destino è comune a tutto e a tutti (il cavolfiore non è forse un insieme di rametti simili?) ma, pur avendo tutti le stesse opportunità, ognuno di noi può mutare con le proprie scelte il corso della propria vita.
Nella parte del romanzo dedicata alla realtà, il capitolo più bello è quello del Re di Cuori, l'ultimo del libro, dove si parla dei propri ricordi che fuggono sempre più lontano da ciò che un giorno li ha generati, e di come siamo capaci però, di ricordare ciò che ha più segnato la nostra vita.
Insomma il libro mi è piaciuto moltissimo, e lo consiglierei a tutti perché, anche se il mondo non è ancora pronto per la storia di Frode, nemmeno noi sappiamo chi ha distribuito le carte e visto che in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, potrebbe spuntare un minuscolo giullare coperto di campanelli per domandarci chi siamo e da dove veniamo. Sarebbe bello unirci a lui: Parola di Jolly.
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