Le affinitą, il viaggio, la memoria.
È notte fonda, seduta a riva, ascolto lo scrosciare lento e continuo delle onde profonde e temerarie.
Guardo il mare, come se vedessi in lui la mia anima, le mie mani.
È insicuro e infelice come lo sono io.
Che paura, è solitario e immenso, ascoltate anche voi, non sentite? Sono voci di spiriti fluttuanti che mi vengono a prendere, ma io mi opporrò, anche se sono sola e ho tanto freddo.
Questo mare, preda di volti e di sguardi, padre dell'oscurità e dei fondali. Ahimé! Mi sento triste ed inutile davanti ad una simile distesa d'acqua, ma mi rassicura il fatto che sia composta da tante piccole gocce, e che anche loro si sentano infelici. Non vedo l'orizzonte, poiché il blu cupo che mi ondeggia davanti, si unisce con il cielo, quasi a formare uno scudo. Tutto ciò mi opprime, aiutatemi, non vedo la luce, le mani sudano, qualcosa mi trascina, mi soffoca, forse sono le onde, ma no, è il buio, ancora lui.
Qualcuno mi prende per un braccio, ma non riesco a vedere chi sia, è trasparente, mi sussurra ad un orecchio qualcosa, come una conchiglia sicura di sé sussurra all'orecchio di un bambino; ma non riesco a capire ciò che dice. Odo un sibilo dolce e velato, sento un calore che mi prende la mano ed io, imbarazzata ed intimorita, ascolto con sicurezza i battiti del mio cuore, anima di poeta. Non sento più freddo, qualcosa, come fosse il calore di un mantello, mi copre le spalle rassicurandomi; ad un tratto, come in un sogno, scivolo nell'acqua assieme al corpo trasparente, e piano piano scendiamo sul fondo marino trasportati dalla corrente.
L'acqua che prima mi gelava i piedi, ora li riscalda con un lieve tepore. Alzando lo sguardo, scorgo una luce, sì, è il sole, come una mano mi accarezza il viso e mi rende serena. Il mare, che prima mi dava insicurezza, ora mi fa sentire padrona di me stessa, insomma è come se si fosse trasformato in un amico sincero a cui possa raccontare tutto, confidandogli i miei pensieri e i miei sentimenti.
Intanto il corpo trasparente ed io attraversiamo come una lingua d'oro l'acqua, come se ci aprissimo un varco mano mano; tutto si prostra ai nostri piedi.
Ad un certo punto, vedo davanti ai miei occhi una grotta coperta di muschio e piante fluttuanti, il corpo trasparente che sta vicino a me inizia a prendere forma, colorandosi, Shakespeare!
L'acqua sembra spingermi all'interno della grotta che mi separa dalla nuda verità, intanto mi accorgo che il mare sta diventando sempre più chiaro e limpido, fiero e rassicurante.
Entrando nella buia grotta, mi accorgo di essere avvolta da anime di poeti. Ormai calmi e silenziosi, la mia anima e il mare si abbracciano come in un sogno: quello di una nuova vita.
»Torna all'elenco dei testi
»Torna all'elenco delle edizioni