Le affinitą, il viaggio, la memoria
Un giorno Mr. Flubber decise di fare un viaggio. Non un viaggio comune, né un viaggio qualsiasi: un viaggio in Italia.
Così, prima di partire, si recò in una delle librerie di Manchester e comprò una guida.
Non una guida qualunque, ma un librettino piccolo piccolo con una vecchia copertina logora. Conteneva tanti piccoli riquadri pieni di avvertenze su cosa fare o non fare in città e regioni d'Italia.
Perdindirindina, erano ben cose da sapere quelle per non fare inutili gaffe!
Bisogna sapere, infatti, che ciò che un inglese teme di più è trovarsi in situazioni imbarazzanti.
Mr. Flubber quindi si premunì ed equipaggiò di tutto punto: con le sue valigie ricolme di futili oggetti e un quadernetto dove annotare le proprie impressioni. (Chissà se un giorno magari sarebbe riuscito a scrivere un libro in grado di superare "Camera con vista" di Forster. Aveva sempre voluto diventare uno scrittore... )
E fu così che partì e giunse a Milano, la prima città che aveva previsto di visitare, in un afoso primo pomeriggio di agosto, pericolante con le sue valigie appese alle braccia e sudatissimo nei suoi abiti di tweed.
Si guardò attorno in cerca di un taxi e attese una buona mezz'ora prima che un uomo con un'aria brusca e annoiata si fermasse. Mr. Flubber chiese al tassista, nel suo italiano smozzicato, di condurlo in una buona pensione vicino al centro, scegliesse pure lui quale preferiva.
L'uomo assentì col capo e partì in velocità, chiuso in un irritante silenzio. Mr. Flubber si domandò se per caso involontariamente non avesse detto o fatto qualcosa di sbagliato. Decise così di consultare il libricino "rivelatore", in quanto preferiva evitare situazioni spiacevoli proprio all'inizio di una vacanza. Lesse con cura e trovò un riquadro così disposto:
Attention! Achtung! Be careful!
I milanesi vengono principalmente definiti in due modi:
1. "Bauscia": ossia persone che si vantano dei propri pregi e sono altezzose e piene di sé
2. "Polentoni": i milanesi adorano mangiare un piatto tipico a base di farina gialla chiamato "polenta". Ne mangiano moltissima.
NB: libro edito in Inghilterra e sulla base di dati di ricercatori inglesi.
Mr. Flubber richiuse il prezioso manuale e si dichiarò determinato ad evitare con tutte le sue forze dei contatti con persone così boriose e di evitare soprattutto "la polenta". Odiava la farina gialla!
Fu condotto fino ad una pensione in una tale via appena dietro il centro, pagò il burbero tassista ed entrò. La cordiale donnina che dirigeva la casa gli spiegò le regole da seguire in un inglese abbastanza corretto e si propose di accompagnarlo a mangiare un boccone nella trattoria a pochi metri dalla pensione.
Mr. Flubber stava per accettare quando ad un tratto si rammentò del libricino, e declinò l'offerta. Non voleva rischiare di trovarsi ad ascoltare le imprese e la superbia di una donnina da nulla, per giunta.
Decise di recarsi a pranzo da solo e si incamminò verso la trattoria "La Milanesa". Tali erano i morsi della fame che entrò quasi correndo. Il baffuto, panciuto uomo che stava dietro al banco capì subito che Mr. Flubber era uno straniero pieno di preconcetti, spaesato e affamato.
Gli rivolse un deciso cenno invitandolo a sedere ad un tavolino in un angolo vicino alla finestra (bisognava pur far respirare quel cristiano infagottato nel suo abito invernale) e si avvicinò con un bloc notes per prendere l'ordinazione. Gli chiese cosa desiderasse mangiare, ma notando la faccia da ebete di Mr. Flubber maledì tra sé e sé gli stranieri e le loro lingue ostrogote. Cercò dapprima di spiegarsi coi gesti, ma l'inglese (così gli parve di capire) scosse la testa con insistenza. Mr. Flubber, dal canto suo, inveì mentalmente contro gli italiani, che non capivano una lingua così facile come l'inglese, e in cuor suo sperò ardentemente che non gli portassero un piatto della "temuta" polenta. Il padrone della trattoria, il signor Ermanno, decise infine di adottare una soluzione drastica.
In cucina aveva pronta solo della polenta e se quell'uomo fosse stato davvero affamato, avrebbe acconsentito a qualsiasi cosa. Disegnò così un bel piatto di polenta fumante su un foglio del taccuino e lo porse all'inglese. Erano oramai le 4 del pomeriggio ed urgeva una pennichella. Basta perdere tempo inutilmente! Mr. Flubber guardò il disegno dapprima stupefatto, poi impaurito ed infine disgustato.
Scosse con violenza il capo e disse: "No, la polenta no!". Mr. Flubber infatti abbiamo già detto che odiava la farina gialla, gli provocava un terribile prurito ovunque. E così non disse altro che: "No, la polenta no!", mentre il padrone della trattoria cercò di farsi intendere ed esclamò fiero: "È buona, davvero!". Mr. Flubber seguitò però a scuotere la testa, divenne paonazzo, poi rabbioso e i due uomini vennero alle mani. Una giovane cameriera che stava lavorando nella trattoria chiamò i carabinieri e questi arrestarono Mr. Flubber, lo portarono in caserma ed in presenza di un interprete lo interrogarono. Mr. Flubber, però, non riuscì a spiegare la sua reazione spropositata e rimase una notte intera rinchiuso in cella. Il mattino seguente fu rilasciato, in fretta e furia recuperò i bagagli e ripartì per l'Inghilterra.
Tornato nel suo paese scrisse un libro intitolato "Sgradevoli memorie di un giorno in Italia", il quale ottenne un grande successo; per lungo tempo i turisti inglesi preferirono le mete francesi, tedesche e austriache alle soleggiate località italiane.
Dal canto suo il signor Ermanno, il padrone della trattoria, espose sulla porta un grosso cartello: "VIETATO L'INGRESSO AGLI INGLESI", e andò in giro a raccontare come questi fossero dei caproni attaccabrighe e collerici.
Mr. Flubber non viaggiò mai più.
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