Le affinitą, il viaggio, la memoria
C’è un caldo asfissiante qui in Calabria e non riesco a trovare pace in nessuna posizione, a fianco a me, dorme tranquilla in un oceanico divano letto la mia cuginetta con una grande massa di riccioli sulle spalle avvolta da un lenzuolo nonostante il gran caldo.
Un altro fattore che contribuisce alla mia insonnia è il cattivo odore di pesce, fuoriuscito dal frigo quando l’ho aperto per dissetarmi un paio d’ore fa, da allora non ho più osato aprirlo.
Così cerco un po' di sollievo sdraiandomi sul pavimento davanti alla finestra, rimanendo in silenzio ascolto i rumori della strada, nella via sottostante che, quasi come fosse giorno, pullula di persone allegre e festose.
Provo a sporgermi dalla finestra e vedo i miei vicini di casa riuniti ad una grande tavolata che ballano, scherzano e bevono, forse, qualche bicchiere di troppo che dà a loro il coraggio di intonare con voci forti e stonate canzoni tipiche del posto, inascoltabili per le mie orecchie, ed io, sarà per il caldo o per il sonno che non arriva, resto comunque a sentirli dato che nonostante l’ora mi mettono allegria.
Alle prime luci dell’alba, una gatta si affaccia da sotto un’auto in sosta , è Lilli!
La nostra gatta sparita tre giorni fa. Scendo le scale di corsa e richiamando l’attenzione dei pochi ancora rimasti per la strada e tutti i sonnambuli e tiratardi del paese partono con me all’inseguimento per i vicoli stretti e ancora bui del centro storico del paese.
La caccia non violenta dura un’interminabile mezz’ora, fra le urla degli avvinazzati, bestemmie dei vecchi svegliati di soprassalto, gemiti di dolore soffocati di chi inciampa, o, nel buio, sbatte contro oggetti non visti, ma alla fine, aiutata o impedita, non capirò mai, anche dagli altri, accerchiamo la gatta e riesco a prenderla.
Con Lilli in braccio ritorno felicissima verso casa, la luna è ormai alta nel cielo, qualche gallo canta per l’afa o la disperazione e, forse, ora riuscirò finalmente a dormire.
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