Un'esperienza di lettura
L'anno scorso, in occasione delle vacanze di Natale, ho letto un meraviglioso libro, scritto dalla ventenne Chiara Zocchi, intitolato Olga.
Ho scelto di leggere questo libro spinta dalla curiosità di scoprire il modo di esprimersi, in un libro, di una ragazza poco più grande di me.
Inizialmente ero convinta che fosse frivolo e privo di insegnamenti e, successivamente, dopo una lettura ininterrotta, mi sono davvero dovuta ricredere. Olga è un libro emozionante, coinvolgente, riflessivo e che induce il lettore ad immedesimarsi nel personaggio principale: la piccola Olga.
Chiara Zocchi è riuscita, nel mio caso, a farmi entrare nel personaggio di Olga, a farmi rivivere certe sensazioni vissute da bambina, a pensare come i bambini: tutte emozioni che avevo quasi dimenticato.
Il libro racconta la storia dell'infanzia di Olga, una bambina con una situazione familiare forse troppo difficile da comprendere: un padre assente perché recluso, un fratello più grande dal quale non riceve storie di fate ma, bensì, storie di droga e una madre rassegnata a quello che, purtroppo, il destino le ha riservato.
Olga, come tutti i bambini, è molto affezionata alla sua mamma, l'ammira. Pur essendo piccola di età, Olga riesce a carpire tutta la forza e la volontà della madre, capisce che la madre vive per lei, spinta soltanto dall'amore che prova nei suoi confronti. Olga ha anche un amico al quale racconta le piccole cose che la rendono felice e poi anche i suoi interrogativi sul padre, del perché vede la mamma piangere di nascosto e del perché il fratello non torna mai la sera dalla mamma che lo aspetta preoccupata.
Non deve essere stato facile crescere per Olga, penso che lei non sia riuscita ad esternare la sua situazione familiare dal suo essere bambina e dalla sua infanzia. Olga capisce i problemi che assillano la madre, è consapevole che è il suo papà in galera e suo fratello con la "polverina bianca" che la fanno piangere.
L'autrice è davvero riuscita a scrivere un'emozione. Con il linguaggio semplice di una bambina si sono capite molte più cose, molte più sensazioni di quanto un linguaggio più complesso e corretto di un adulto avrebbe potuto esprimere. Io sono convinta che Olga, benché viva in una cruda infanzia, abbia tante aspettative per il futuro: probabilmente vorrà uscire da quel tunnel di insicurezza in cui è stata costretta a vivere, vorrà conquistare una vita migliore o perlomeno calma e tranquilla. Olga spera nel futuro, magari vorrà diventare una ballerina, che è il sogno di tante bambine (lo era anche per me) oppure un avvocato per difendere papà.
Chiara Zocchi mi ha fatto capire e soprattutto apprezzare l'infanzia e la vita che mi è stata offerta. Ho compreso l'errore che ho fatto, quello di lamentarmi per ciò che possedevo: Olga non aveva niente, solo l'affetto della sua mamma e questo le bastava.
La differenza che intercorre tra me e Olga è un po' sottile: lei ha capito ancor prima di me cosa significa essere grandi e quali sono le sofferenze della vita. È questo il messaggio più importante del libro: i bambini, qualunque sia la loro età, capiscono il dolore.
Olga induce il lettore alla riflessione sul problema dell'infanzia, di come crescere un figlio, dei valori da trasmettergli, del rapporto con il prossimo. È probabile che Olga non capisse perché suo papà fosse in carcere o perché suo fratello facesse uso della polverina bianca, ma era benissimo in grado di capire perché vedeva piangere di nascosto la sua mamma. L'essere bambini fa sì che si parli con il cuore, che si sia sinceri; è così che la piccola Olga riesce a far sorridere tutti, anche chi piange ed è disperato. Olga sa che la sua mamma non vuole coinvolgerla nei suoi problemi e nelle sue paure per il futuro ma, nello stesso tempo, penso che da un certo punto di vista si ritenga anche fortunata: è vero che quasi non conosce suo padre, che suo fratello è malato gravemente, ma ha l'amore immenso di una madre che non si abbatte solo per l'amore della sua creatura. Questa è una grande fortuna perché al mondo d'oggi, come anche nel passato ci sono bambini che hanno sempre avuto tutto materialmente ma, sono stati privati della cosa più grande e più preziosa esistente al mondo: l'affetto.
Penso che l'emozione più' grande, per te Sofia, sia non soltanto sapere ciò che ha suscitato in me la storia di Olga, ma soprattutto il modo in cui i tuoi familiari e amici hanno scelto di ricordarti.
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