Leggendo Leopardi scrivere della sua donna. L'amore del grande poeta per la poesia.
1
Donna del sentimento
Passionale
Ossessivo
Emozionante
Sofferto
Infinito
Amore
A letto mi tira
La sento sulla pelle
Svestita di ipocrisia
Nudo uomo
Mi seduce di umanità
Il profumo della bellezza
I seni sodi della vita
Le sue gioie eccita
Nullo impiego vince
La volontà di scrivere
Mi ferisce il cuore
Ogni istante non la trascuro
L'anima cura riconcilia la mente
Scrivo perché sono
Mai solo
Tutto mi vuole
Inquieta la pace dei sensi
Devo scrivere
Oggi
Molto
Ancora
Inventare
Te
Una parola d'amore
Un amore di lettere
Leggo e ritrovo
Mille modi d'essere
Dalla società che non è
Mi rapisce da questo secolo vuoto
Stanco e sterile
Sonnambulo si trascina
Senza un senso
Sopravvissuto ad altri se stessi
Mi sveglio e vivo
Sudato di piacere
Pieno di natura
Sulle carte ascoltate
Nel tempo che non trascorre
Ispira il mondo fecondo
Il bel culo dell'Universo
La culla delle mie pene più dure
Donna dell'arte
2
"...Il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola".
In principio era il Verbo
e l'Amare era presso il Verbo
e il Verbo era Dio.
Tutti siamo per mezzo di Lui,
e senza di Lui nessun essere sarebbe di tutti quelli che sono.
Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di Lui
eppure il mondo non lo riconobbe.
E il Verbo si fece carne
e venne la Donna ad abitare in mezzo a noi,
e che gran Bel pezzo di carne.
In lei era la Poesia
e la Poesia era la luce degli uomini:
La luce splende nelle tenebre della vita,
ma la tenebra intimità del cuore non l'ha accolta.
Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Poeta.
Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché la Donna traesse de la vagina delle membra sue
e venisse nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo,
non da lussuosi monili generata
ma dai gioielli della sacra lussuria che tutti ci partorisce.
Venne tra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto,
a quelli che credono in suo nome,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
e noi vedemmo della Donna la Bellezza,
Bellezza come di unigenita del Padre,
piena di grazia e di verità,
dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e felicità su felicità.
Il Poeta le rende onore e gloria
e grida: "Ecco la Femmina di cui io scrissi:
Ma non è cosa in terra che ti somigli".
Perché l'Amare fu dato per mezzo di Dio,
la Bellezza e la Poesia vennero per mezzo della Donna.
Dio nessuno l'ha visto mai:
proprio la Figlia unigenita,
che al suo seno il mondo ha allattato,
lei lo ha rivelato.
3
Chi fa l'amore con se stesso è Poeta,
Poesia è sua figlia naturale nata,
soave penna dell'artista stuprata
dal duro io dell'uom che società vieta,
l'armonia della parola che allieta
dall'esser della vita violentata.
Costretto a violar morale illibata
dalla forza incestuosa del profeta
soffre il biasimo del vero interiore
nella pace estetica. Pur ci prova,
per chi non si ascolta e di sé non cura.
Nella solitudine della paura
cerca il senso, inviso al mondo ed al cuore,
nell'abisso del silenzio si trova.
4
Non la donna di celestial sembianza
fugace eterea angelica apparenza
io canto della mia Poesia l'essenza,
ma quel che mi muta sua vicinanza.
Non un ideale ma reale presenza,
sensual desiderio che mai abbastanza
sazio quando batte il cuor nella stanza,
le apro e viver più non ne posso senza.
Non cadrò nel sommo error BEA MEA DEA,
pene aver di sua platonica assenza
se goder posso erotica sostanza.
Mente l'inferno, il cielo il corpo crea,
si erra a contemplar divina movenza
dov'è umana unione unica speranza.
5
Nulla sentir ti amo mi è di più grato,
un sussurro che piano piano sale
nel cuor, un brivido caldo mi assale
nell'abbraccio di un bacio appassionato.
stringemi il petto il seno emozionato,
il suo battito scandisce vitale
il ritmo dei sensi nella spirale
d'inedite sillabe che hai imparato.
Brava maestra ti è stata l'arte mia,
felice che sua favella or t'ispiri
l'innamorato semplice alfabeto.
Sol due parol che una sono in poesia,
fus'insieme, in amore i due sospiri
nostri ansian comunicare il segreto.
6
Un soffio di rosa le labbra sfiora
senza che il cuor ne sia tocco però,
belle donne passegger' non avrò
nella corsa che premia chi innamora.
Al traguardo la mia Bella attende ora,
non mi fermerò non mi volterò
mai la strada del cuore smarrirò
so sviare la passion che non ristora
la ragion che breve indugio addolora
corro da te mai pago correrò
se anche anelar fin la morte sembra.
Più non spirerò, vita eterna allora
mi effonderà nelle pallide membra
la coppa di baci ove Amor berrà
7
Ti ritraggon più le parol del cuore
bella e fedel che gli occhi della mente,
incidon sull'anima lo splendore
di quell'apparizione che vivente
riflessa or noto Bella nell'amore.
Am' te che sfuggi, in solitudinemente
mi lasci trovar d'arte ispiratore;
amo il sentimento, che sol consente
ch'io ti sia vicino, che a nudo metter
possa in me l'immagine l'emozione;
amo l'alma Poesia, amica veggente
che il mai non è sempre, l'oggi in finzione
s'attuerà nel domani. Grazie d'esser,
grazie di tutto, se pur ti son niente.
8
Ma sono solo un uomo
Solo nel deserto dell'amore
Solo nel mare della speranza,
Infinito il seme del mio sentimento
Troppo oltre l'orizzonte del tuo cuore
Forse si sperde perché tu lo colga
Con la luce dello sguardo o il soffio delle labbra,
Troppo vasto ti circonda perché tu te ne accorga
E accolga la vita nello sterile grembo,
Arido d'affetto e d'inganno salato
Germogliar non vi può se non l'odio.
Vorrei essere un granello di sabbia
Che il vento porta lontano
Vorrei essere una goccia d'acqua
Che il sole secca e scompare...
Donna della Natura.
9
Mar di lacrime amar stelle riflette,
vane icone, idoli falsi lodando,
ombre del vero a me apparse perfette
cercando vivevo, muoio sperando;
Oggi l'anima al cielo gli occhi alzando,
vertigine in delirio, mente mette
a mirar comete, luce ridando
alle speranze nell'inganno strette.
Buio la persi, tra le onde la scia
della sua beltà andava scolorando
e il lunge amor nei soli pensier stette.
Ti ritrovo o luna su quelle vette
lontane, son certo mi stai pensando
e il sorriso mi è dolce compagnia.
10
Dirtel devo, ti odio, in tutta franchezza.
Qual vanto farti scherno di me Amore,
ingenuo inceder mi fai con fermezza
per spegner beffardo l'osar mio ardore.
Ver' lei men vado con ogni certezza
sciolto in sogno m'hai favella del cuore,
ma innanzi a lei, muto di timidezza,
cuor in gola, mi umili di timore.
Deluso men torno e piango tristezza,
sol morte consola quel che tu uccidi
sol Poesia darà fama al mio dolore.
La pace delle carte l'odio spezza,
ti lodo, sol per te ancor l'angel vidi.
Amor mi fa morto, viv' fammi Amore.
11
Ora io sono tutto, ah bevimi su,
in quest'ultimo sogno di passione,
notte di morte che nei tuoi occhi blu
tinge il rosso vivo dell'illusione.
Non tratterrò oltre. Ebbra Vestale giù,
in ginocchio, a succiare di limone
fragola il sapor del corpo non più
di giovinezza baccante occasione.
Ne colgan suicidio le mani intente,
lecca il calice che a te innalzo, pieno
d'amor, qual pel di pesca delicato,
fin all'osso, prego, non resti niente
del vino dolce amaro che dal seno
della vita già trincai avvelenato.
12
Febbre d'amore a letto mi costringe,
fragili passioni la vita ha rotte,
e sol Donna or pacifica le lotte
del cuor che col suo fatal seno cinge
dell'ultimo conforto, e il corpo finge
tra le gambe eterne illusion sedotte.
Il giorno più lungo è per me la notte
più bella, del primo piacer si tinge
l'esistenza or che esala la poesia
la gioia di viver di un condannato
a morte; martire del sentimento
estremo dei sensi sento andar via
forze e dolore, al sonno abbandonato
buonanotte a voi senza pentimento
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