Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
3ª edizione - (2000)

Il ragazzo che visse due volte

1999, Davide chiuse gli occhi e iniziò a precipitare. Quando li riaprì il buio più totale e spaventoso lo circondava e lui continuava a cadere, giù, sempre più giù, inghiottito dal vuoto, dal niente... così iniziò il suo viaggio.
1982, Rinacque: Francesco Lusi.


Francesco e Davide si incontrarono per la prima volta alle elementari. Bastò uno sguardo, poi un sorriso ed entrambi capirono in un istante di aver trovato l'amico, il compagno con cui sarebbero cresciuti.
E così avvenne: Davide e Francesco, Francesco e Davide, sempre insieme dividendosi i giocattoli prima... e le ragazze poi! Giocando e crescendo insieme.
Quelli come loro, la gente li chiama "amici per la pelle". Non ne esistono molte di amicizie così vive e sincere. Loro erano stati molto fortunati perché semplicemente si erano trovati. Avevano trovato l'uno nell'altro quella sola persona che fra mille è l'unica che ti capisce senza che tu dica parola, è l'unica che sa prenderti e a cui ti rivolgi quando hai dei problemi. Francesco e Davide sapevano tutto l'uno dell'altro, i gusti, le paure, i desideri. Sembrava ci fosse qualcos'altro oltre l'amicizia a legarli. Erano come fratelli. Così uniti da sembrare una persona sola.
Ma tutto questo finì presto.
In mezzo ci si mise l'amore, ci si mise Laura.
Nel frattempo infatti, Davide e Francesco erano cresciuti e arrivati in quarta superiore nel liceo scientifico che avevano deciso di frequentare insieme. Non era stato facile arrivare fino in quarta ma loro erano in due e si sa, l'unione fa la forza.
Ma quando entrambi posarono gli occhi su Laura, la loro nuova compagna, qualcosa tra loro cambiò irrimediabilmente.
Avevano diciassette anni e di ragazze ne avevano conosciute parecchie, ma non si erano mai innamorati veramente. E il caso volle che quando questo avvenne fu verso la stessa persona.
Da parte sua, Laura accettò spesso di uscire con loro. Per lei furono i primi amici. L'aiutarono ad ambientarsi, a fare nuove amicizie e a conoscere la città. Ma se uno di loro le chiedeva di uscire da solo con lei, Laura rifiutava ed era irremovibile. Capiva esattamente che tra Francesco e Davide c'era sempre stata una grande amicizia ma che la competizione tra i due nel tentare di conquistarla aveva disturbato in parte quel rapporto, e lei non voleva peggiorare ulteriormente la situazione e cercava di essere sempre imparziale con i due.
Ma ormai il guaio era fatto.
Davide e Francesco erano innamorati di lei, e visto che lei non voleva decidere tra i due, loro iniziarono a scontrarsi su ogni cosa. Litigavano spesso e per qualsiasi sciocchezza. Smisero di vedersi e di parlarsi, se non solo per insultarsi e sfidarsi. Ma non c'era nulla in cui qualcuno dei due riusciva a prevalere sull'altro. Velocità, forza, resistenza, intelligenza o conoscenza; non c'era mai un vincitore tra i due.
Passò qualche mese.
Laura si stufò di loro molto presto. Nella loro frenesia di superarsi a vicenda, mettersi in mostra, avevano dimenticato tutto quello che erano, distrutto tutto quello che avevano fatto insieme, diventati meschini e insopportabili.
Laura non volle più vedere nessuno dei due.
Ma questo non bastò a rimettere le cose a posto. Ormai tra i due era scoccata la scintilla della competizione e non c'era più modo di spegnerla.
Per un po' si persero di vista, poi una sera si rincontrarono, e ancora una volta il loro sguardo era ostile, pieno di rancore.
Fu Davide a proporre la sfida. Sarebbe stata l'ultima, quella decisiva. Una prova importante e rischiosa che richiedeva coraggio e forza.
Una gara di corsa con i loro scooter, quella notte stessa in un lungo vialone di periferia che terminava in una strettoia a causa di lavori. Inoltre per rendere la sfida più "interessante", incaricarono un loro amico di occupare la strettoia con la macchina non appena li avesse visti arrivare, in modo che uno solo dei due avesse abbastanza spazio per passare ed essere vincitore.
Erano le quattro del mattino e in giro non si vedeva anima viva. Solo Davide e Francesco, in sella ai loro scooter.
Nel cuore e nella testa tanta rabbia da non sapersela spiegare e il desiderio più forte che mai di annientarsi l'uno con l'altro ma... perché?
Se lo domandarono tutti e due, mentre stavano aspettando il via; mentre l'adrenalina saliva si chiesero che cos'era tutta quella rabbia e dov'era il senso di ciò che stavano facendo. Ma ormai era tardi... con uno scoppio assordante partirono.
L'aria fredda e pungente della notte li tagliava e trafiggeva; davanti a loro la strada non finiva, si mescolava al cielo scuro, appena appena schiarito dal sole che fra poco sarebbe sorto, e si mescolava con la nebbia che nel frattempo era scesa silenziosa e pericolosa e li avvolgeva in un freddo abbraccio.
A un certo punto Francesco ebbe un senso di "déjà vu", mentre correva veloce nella notte e accanto a lui il suo più caro amico e peggior rivale, vide cose che non potevano essere semplicemente frutto della sua immaginazione.
Vide la strada, quella stessa strada, ma con altri occhi: quelli di Davide. Vide se stesso quando era piccolo, tutta la sua vita: si vide con gli occhi di Davide.
E in quel momento capì cosa stava accadendo, e si ricordò tutto.
Sapeva già come sarebbe finita quella notte. Lui l'aveva già vissuta.
Infatti a un certo punto si sarebbero trovati in un fitto banco di nebbia, non si sarebbero accorti della macchina che a grande velocità sarebbe entrata nel vialone, centrando in pieno Davide.
Francesco non si sarebbe fatto nulla ma avrebbe aspettato l'ambulanza accanto a Davide, sdraiato per terra esanime e in una posizione innaturale, mentre il sole ormai sarebbe stato già alto.
Quando Davide si sarebbe risvegliato quattro giorni dopo, Francesco sarebbe stato accanto a lui e avrebbero lasciato tutto alle loro spalle. Tutto sarebbe tornato come prima. O quasi. Davide infatti sarebbe rimasto paralizzato per sempre.
Ma lui non avrebbe accettato la sua condizione e ricordandosi di un volantino che aveva letto si sarebbe rivolto a una fattucchiera che prometteva incantesimi di qualunque tipo. Anche se con scetticismo, Davide sarebbe andato da lei per chiederle di rimandarlo nel passato e cambiare le cose in modo da non litigare più con Francesco e non fare quindi l'incidente. Così la fattucchiera l'avrebbe spedito nel passato e Davide avrebbe cominciato il viaggio.
Tutto questo sarebbe accaduto da quella notte, se Francesco non si decideva a fare subito qualcosa in modo da cambiare il percorso della storia.
Così in pochi attimi, Francesco si rese conto che in verità lui stesso era Davide e la cosa era così inconcepibile che tutto gli sembrava un sogno lontano e impossibile, ma lui era proprio li' in quella strada maledetta e la nebbia stava realmente aumentando. E le immagini del corpo di Davide erano così reali... no, non poteva essere solo un sogno!!
Riconobbe un cartello che aveva notato anche quando era stato Davide: non aveva più molto tempo, l'incidente sarebbe avvenuto tra pochi istanti...
Francesco iniziò ad agitarsi e a chiamare Davide ma lui non riusciva a sentirlo.
Poi a un certo punto Francesco perse il controllo dello scooter... venne sbalzato via dal sellino e si schiantò contro uno degli alberi che costeggiavano il viale, mentre il motorino continuava a slittare sul cemento provocando scintille... Fu un attimo, lui non se ne accorse neanche.
Intanto Davide si era fermato ed era tornato indietro per aiutarlo. Ma già sapeva che non c'era nulla da fare. L'impatto era stato troppo forte...
Il suo migliore amico, il suo compagno e "fratello" era morto, e la colpa era anche sua.
Ora tutta la sua rabbia era sparita e aveva lasciato solo un grande e incolmabile vuoto. Si sedette sul ciglio della strada, vicino al corpo di Francesco e cominciò a piangere.
Pochi istanti prima una macchina era entrata nel viale a gran velocità.
Ormai il sole stava sorgendo.
Dal giorno dell'incidente, Davide non si era più dato pace per la morte di Francesco. Avrebbe fatto di tutto pur di avere un'altra possibilità per poter tornare indietro, cambiare le cose e farle finire in modo diverso.
Poi si ricordò di una fattucchiera che, l'aveva letto da qualche parte, poteva fare qualsiasi incantesimo... anche far tornare le persone indietro nel tempo...

1999, Davide chiuse gli occhi e iniziò a precipitare. Quando li riaprì il buio più totale e spaventoso lo circondava e lui continuava a cadere, giù, sempre più giù, inghiottito dal vuoto, dal niente... così iniziò il suo viaggio...


»Torna all'elenco dei testi
»Torna all'elenco delle edizioni

Copyright © 1999 - Comitato per Sofia - Tutti i diritti riservati.
Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010