Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
1ª edizione - (1998)

Un'esperienza di lettura

Ho deciso di convincere un mio amico, Lorenzo, a leggere il libro Cicerone, l'Amicizia scritto da Marco Tullio Cicerone quando copriva a Roma un'importante carica politica.
Cicerone in questo libro ha trattato l'argomento dell'amicizia riferendosi ad un discorso su questo tema tenuto da Lelio, importante oratore romano, dopo la morte di Cesare avvenuta alle Idi di Marzo nel 44 a. C.
"Caro Lorenzo, ti scrivo questa lettera perché desidero raccontarti di un libro, Cicerone, l'Amicizia  che ho letto in questi ultimi giorni e che penso possa interessare anche a te.
Come ha raccomandato Cicerone stesso nell'introduzione occorre leggere questo testo tenendo presente per tutta la lettura che è Lelio stesso che ci parla.
All'inizio Lelio racconta dell'amicizia tra lui e Scipione, come di un'amicizia che durerà eterna nella sua mente, anche se ormai Scipione è morto; un'amicizia, la loro, che ha fondato le basi nel pieno accordo politico e che però è sempre riuscita a conciliare anche qualche momento di riposo.
Da questo punto il libro diventa più appassionante perché Lelio parla dell'amicizia nella realtà della vita: non solo di quella fra saggi, ma di quella che può nascere fra qualsiasi tipo di persone e che tutti possono, se vogliono, conquistarsi.
Ti racconterò ora alcuni principi di base affermati da Lelio nel suo discorso e ti posso assicurare che nella maggior parte dei casi mi sono trovato d'accordo con ciò che egli afferma e penso che molto probabilmente lo saresti anche tu.
Lelio dice che l'Amicizia non può nascere se non fra i Buoni e, guardando alla realtà, egli intende le persone leali, generose, con buoni principi; non certamente quelle che hanno sentimenti di malvagità o non possiedono un minimo di generosità.
Egli pone alla base dell'Amicizia, l'Amore visto come sentimento che deve nascere dalla natura e cioè un amore sincero. Sbagliano quindi coloro i quali fanno scaturire il sentimento amichevole da un'utilità poiché, in quest'ultimo caso, nasce un sentimento povero, non nobile e ricco di buoni principi. L'autore del libro afferma che l'utilità può seguire l'amicizia, ma non deve mai accadere il contrario.
Caro Lorenzo io ti inviterei davvero molto volentieri a leggere questo libro perché, come potrai aver già notato leggendo questa mia prima descrizione e come potrai maggiormente convincerti proseguendo nella lettura, Lelio ha una visione molto aperta dell'amicizia.
Oltre che sull'Amore, come già ti ho detto, egli fonda questo sentimento sulla "virtus" e sulla "probitas" ed afferma che, come egli ha trovato in Scipione molte virtù e questi altrettante in lui, così ciascuno di noi per poter legare buone amicizie, dovrebbe poter trovare un uomo buono e virtuoso ed essere, a sua volta, buono e virtuoso per l'altro.
In questo libro poi, approfondendo meglio il discorso sull'Amicizia, l'oratore afferma che in essa non si deve solamente chiedere ad un amico dei favori, ma bisogna essere disposti anche a dare qualcosa di nostra spontanea volontà senza che venga espressamente richiesto dall'altro. Lelio afferma anche che spesso nascono dissidi fra gli amici, anche tra quelli più stretti; se ciò accade però si deve cercare di non far nascere complete inimicizie poiché ciò sarebbe contro i principi fondamentali dell'amicizia stessa.
Come tu puoi dunque ben notare, le principali basi su cui si fonda l'amicizia, secondo Lelio, sono l'Amore, la Virtù, la Generosità e l'Onestà.
Anch'io condivido pienamente tali principi come fondamento di qualsiasi buona amicizia, perché sono convinto che non può esistere una vera amicizia se uno dei due cerca solo il proprio tornaconto, se sfrutta l'amico per i propri interessi che a volte poi potrebbero portare a compiere il male; un vero amico vuole vedere l'altro felice e saperlo contento.
L'amico vero non può godere di una sfortuna o di una cattiveria capitata all'altro.
Per arricchire ulteriormente il discorso del sentimento amichevole ed invogliarti a leggere questo libro, vorrei ricordare però che Lelio nella sua orazione afferma anche, cosa giustissima a mio parere, che l'amicizia non è da considerarsi solamente come qualcosa di idilliaco in cui tutto procede sempre a meraviglia.
Bisogna tenere conto che talvolta uno degli amici può sbagliare e quindi l'altro ha il dovere ed anche il diritto di ammonirlo e consigliarlo; tutto ciò deve però essere fatto con la Calma.
La persona che ha errato non deve ritenere il consiglio come una violazione della serenità dell'amicizia, ma deve accoglierlo benevolmente e cercare di comprendere il punto dove egli può avere sbagliato e quindi correggersi. La vera amicizia aiuta a migliorare!
Anche se condivido pienamente questa affermazione, devo ammettere che è abbastanza difficile accettare delle critiche, anche se vengono fatte dal migliore amico; generalmente si crede di essere sempre nel giusto, di avere fatto la scelta migliore e spesso non si vogliono vedere altre possibilità. Forse però è proprio qui che è importante avere un amico sincero e fidato! L'amicizia nata tra due persone deve però comunque garantire a ciascuna di esse una certa tranquillità personale che permetta di avere momenti propri in cui, nel silenzio e nella propria intimità, sia possibile riflettere.
L'amicizia "troppo stretta", che non lascia spazi e respiro, manca quasi di rispetto all'altra persona, perché potrebbe sembrare come una violazione della libertà personale.
Perché un'amicizia non sia "soffocante", penso che non bisogna pretendere che l'amico confidi proprio tutto e neppure però sentirsi in dovere di farlo noi stessi o addirittura sentirsi in colpa se si mantiene qualche piccolo segreto personale!
Questi principi affermati dal Laelius nascono tutti dal significato che egli dà all'amicizia: egli afferma, infatti, che l'amicizia è un accordo delle cose divine e umane, in unione con un sentimento di Benevolenza e di Affetto. Essa è la cosa migliore che Dio ci ha donato dopo la Sapienza, in quanto ci offre una buona Speranza dell'avvenire e dà forza alla nostra anima.
Lelio dice che bisogna sentirsi pari anche ad un amico che può essere inferiore a noi stessi, che si deve essere disposti a donare i propri "pregi" agli amici ed essere aperti ad accogliere con umiltà le qualità che essi possono offrirci e mostrarci.
Credo di capire che, anche se molto velatamente, Lelio sembra volerci esortare a non essere mai superbi; a pensare, insomma, che ciascuno nel mondo ha dei doni da poter regalare.
A mio parere questo libro avrà sempre un gran valore anche con il passare del tempo in quanto espone dei criteri che possono essere presi proprio come modello dell'Amicizia da qualsiasi persona ed in qualsiasi epoca.
Ciò che la lettura di questo libro ha lasciato in me è stata una sensazione di pace e di rabbia allo stesso tempo!
Ti spiego: pace, perché in un certo senso, ho avuto conferma di quanto già pensavo sull'amicizia, rabbia perché penso che se nel mondo molte più persone sapessero essere Veri amici, forse, davvero, non ci sarebbero cosi tante guerre, anche quelle piccole, di tutti i giorni di cui poco si parla.
Caro Lorenzo, mi sembra che anche tu possa condividere quanto ti ho descritto.
Sarei veramente contento se tu leggessi questo libro perché così avremmo modo di discutere insieme su un valore per me tanto importante come l'Amicizia, quella vera.
Credo inoltre che se anche tu, come penso, ti troverai d'accordo su questi principi, gli stessi potranno certamente rafforzare la nostra già buona amicizia.
Ti saluto e attendo presto tue notizie".


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010