Un'esperienza di lettura
Ricordo una vecchia canzone di tanti anni fa... Quanti?... forse dieci, dodici, tredici anni fa!?
Ma già mi sto rendendo conto che non è il tempo trascorso la cosa di cui mi devo preoccupar,
ma piuttosto delle sensazioni che quella musica destò in me, e tuttora oggi, continua ad evocar.
Rammento benissimo le sue note iniziali; una breve base sintetizzata, seguita dai dolcissimi accordi d'un pianoforte d'altri tempi... e fu subito estasi.
È veramente ardua impresa dover descrivere l'indescrivibile, ma ci proverò! Nei limpidi cieli del silenzio, i suoni del sogno sono riusciti a penetrar, e apparve magnificamente strano che causa di quel paradiso, non siano stati i classici canoni dell'arte di sempre, ma la veloce e stravagante musica contemporanea, quella che i critici definiscono "leggera".
Impossibile per me, sottrarmi alle irresistibili suggestioni di quelle aure sonore, mentre tutti i pensieri come polarizzati e guidati da arcana luce, tal'era l'impetuosa violenza delle emozioni suscitate, lentamente ma inesorabilmente s'estraniarono dai sensi, vivendo autisticamente nuovi mondi paralleli, dei quali la musica, fantastica interprete fu.
In pochi minuti, tutta la mia storia e quella dell'umanità intera, si riassunsero nel motivo di quella canzone, stoltezza per i benpensanti, meraviglia per me.
Follia, isterismo, mormorano alcuni; ma se per un attimo solo si fermassero anche loro, e con un pizzico di umiltà e la giusta riverenza, "contemplassero" - non importa se con gli occhi o con le orecchie - le immortali idee d'un artista, capirebbero che quella pazzia è verità.
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