Le affinitą, il viaggio, la memoria
L'aveva visto a Roma, in vacanza con i genitori. L'essere più libero del mondo. In una via non direttamente illuminata dal sole, poco trafficata, vicino ad una piazza. Sdraiato per terra, sporco tanto che sembrava appena uscito da una miniera... completamente annerito. Un'età indefinita tra i quaranta e i sessant'anni. Vestito di nero o comunque di qualcosa che era diventato nero. La testa appoggiata su di un gradino, fumava l'ennesimo mozzicone di sigaretta con un'espressione che sembrava dire "se anche non l'avessi trovato...". Indipendente da tutto e da tutti. Forse era così solo la sua immagine. Magari non la sua persona. Disperato per un goccio di vino. Ma non è indispensabile andare oltre le apparenze. José non ci andò, e l'immagine di quel barbone sostituì quella che aveva associato alla parola libertà. Con cui tra l'altro non aveva nulla a cui spartire: una colomba bianca che spalanca le ali verso il tramonto rosseggiante sul mare. Che cazzata.
Fatto sta che José pensava a quel solenne barbone ogni volta che si sentiva in qualche modo oppresso: a scuola, in casa, più avanti in ufficio e così via. In un momento di insoddisfazione assoluta finì per prendere una decisione drastica, che tutti giudicarono folle ed insensata. Divenne un vagabondo. Non un mendicante, beninteso, perché il suo simulacro di libertà non aveva nessun cappello davanti a lui pronto a captare la carità dei passanti. Avrebbe accettato la carità, ma non l'avrebbe mai chiesta. Un vagabondo, dunque. E così ha vissuto per qualche anno. Viaggiando, soprattutto. In un modo o nell'altro è riuscito ad andare ovunque. Per arrivare in Sudamerica si era imbarcato su di un mercantile firmando un contratto che prevedeva che lavorasse fino al ritorno, ma in Brasile scese dalla nave e non ci risalì più. Senza neanche ritirare il salario (d'altra parte la sua indolenza l'aveva portato a fare più danni che altro). Per il resto viaggiava in treno o in autostop. In questi anni ha visto un po' tutto il mondo, ha conosciuto gente di ogni sorta e ha stretto amicizie qua e là. José è senz'altro socievole e oltretutto riesce ad apparire bene anche come straccione. Se la sa cavare egregiamente, insomma, e questo è il periodo più bello della sua vita. Ogni giorno conosce qualcuno di nuovo ed ogni sera è attorno ad un falò diverso. Se si fermasse a scrivere un libro potrebbe riempire migliaia di pagine con tutte le storie che ha ascoltato o vissuto.
E stasera sta proprio raccontando una di quelle storie. È in un deposito dei treni, all'aperto, assieme a molti altri, intorno ad un fuoco. Bottiglie di liquori di infima qualità girano intorno al fuoco. La sera è fresca, ma niente più. José ha preso la parola perché uno dei suoi compari ha appena finito di commiserare il suo fallimento. Questa è una cosa che José non sopporta, in quanto gli ricorda che essere vagabondo non è libertà per chi non ha alternative. Durante il suo racconto, nel silenzio generale, si inserisce nel cerchio un giovane hippy: barba e capelli lunghi, sandali, T-shirt chiara, jeans. Inizialmente José prosegue il suo racconto, prendendo semplicemente atto che c'è un nuovo arrivato. Sì, capta qualcosa di strano nell'aria, ma è un senso di déjà-vu che ormai è una costante nella sua vita. D'altra parte, ha visto persone di ogni genere, vestite in ogni modo, è chiaro che per lui ogni faccia sia familiare e ogni situazione sia ricorrente. Quante volte è arrivato qualcuno mentre lui stava parlando? Niente di nuovo, quindi. Alla fine del suo racconto, cerca di capire chi gli ricorda l'hippy. Oltretutto nessuno si è accorto del suo arrivo. È in disparte, silenzioso, che arrotola una sigaretta con gesti lenti, quasi solenni. Sembra evitare lo sguardo di tutti, soprattutto quello di José. Dove può aver visto uno così? Insomma, è lì, al di sopra di ogni pensiero, non guarda gli altri ma sa cosa stanno facendo. Sembra quasi una qualche sorta di leader decaduto, un tempo ascoltato e rispettato, ora ignorato ma chissà perché ugualmente importante. Uno così non l'aveva mai visto. Di solito i giovani si avvicinano cercando qualcuno, interrompono chi sta parlando, attirano l'attenzione, tengono il "palcoscenico". José pensa di avere un'allucinazione: chiude gli occhi, li riapre e l'hippy è ancora lì. Si cerca qualcosa in tasca tenendo la sigaretta fra le labbra. Poi appoggia la mano sulle spalle di un altro e mima un accendino con l'altra mano. Questo glielo porge. L'hippy si accende la sigaretta tenendo lo sguardo basso, poi lo rialza e incontra lo sguardo di José. Sorride. José ormai non ci capisce più un cazzo, ha il cervello in panne. Poi all'improvviso sente come un aneurisma scoppiargli in testa e dissolvere la nebbia in cui erano immersi i suoi pensieri. Quello è Gesù Cristo. L'hippy è Gesù Cristo, il figlio di Dio. Non ci sono dubbi. Poi cerca di essere razionale: cosa cazzo c'entra lui con Gesù? Niente... A meno che... No... E invece sì: una convinzione lo invade: in una vita precedente era stato uno dei dodici apostoli. Che, dopotutto, ai tempi, altro non erano che una comitiva di vagabondi capace di abbandonare i loro averi per seguire Dio come lui aveva seguito la libertà. In quel preciso istante Gesù si alza e se ne va. José, ritrovato apostolo, lo segue. Ha molte domande. Lo raggiunge sul ciglio della strada. Cristo aspira l'ultima boccata, espira e lo guarda. "Sei un bastardo". "Come?". "Sei solo un bastardo e prima o poi me la dovevi pagare... Certe cose non si dimenticano". José non ci capisce niente: sta camminando lungo la strada fianco a fianco di un uomo in una notte stellata. E fin qui c'è. Ma quell'uomo è Cristo, il figlio di un Dio misericordioso, e lo sta minacciando. Per la terza volta in una sera riesce a sbrogliare la matassa: è Giuda. Lui, José, è Giuda. Si pente all'improvviso di qualcosa che non ha mai fatto, almeno non in questa vita (e di cui tra l'altro si sarebbe già pentito nella vita giusta). "Senti, so che averti fatto scoprire non è stata una bella mossa, ma io ormai me ne ero addirittura dimenticato... Mi spiace". In lontananza si scorgono i fari di una macchina. "Pretendi di passarla liscia così, senza pagare... Figlio di troia!". Lo spinge in mezzo alla strada, la macchina lo investe, José muore sul colpo. Convinto di essere stato ucciso da un Cristo vendicativo.
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