Un'esperienza di lettura
In 1984 George Orwell traccia il bilancio critico di una vita segnata dalla perdita di ogni illusione e ce lo propone attraverso questo romanzo in cui gli elementi peggiori di ogni sistema sono amplificati e portati ad elementi caratterizzanti capaci di schiacciare la naturale ragione umana fino a renderla un ingranaggio spersonalizzato della grande macchina che muove i destini del mondo. L'autore ci presenta una società per lui verosimilmente futura ma per noi inevitabilmente passata portandoci così a compiere un'operazione temporale quanto meno insolita. Il 1984 che Orwell immagina, è dominato da autorità latenti che controllano il destino di uomini incapaci di qualunque senso critico, devoti e assuefatti come sono alla volontà superiore incarnata in tutto il racconto nella figura onnisciente del Grande Fratello. Winston, il protagonista, è uno dei tanti ignoti inserito nella routine prestabilita dall'alto che un giorno si accorge che tutto intorno a lui è sbagliato. Dominato da un senso di anormale unicità trova in una donna, insieme all'amore, la conferma delle sue nuove certezze. Winston guidato da questo nuovo sentimento si ritrova a contraddire delle convenzioni che non appartengono al reale ma che sono unicamente il frutto di convenienze oscure. Cerca allora di ritrovare la vera essenza dell'uomo in quanto unico e libero per sua stessa natura rompendo sistematicamente tutte quelle norme non scritte che regolano e inibiscono la sua felicità. Orwell però non ci vuole proporre la figura di un eroe romantico che riesce a sconfiggere il mostro e a salvare il mondo, alla fine le forze sono impari e il controllo è esteso a tutto, il Grande Fratello gestisce anche ogni forma di sovversione e Winston inevitabilmente viene distrutto nel suo essere e muore prima ancora di essere ucciso.
La caratteristica che contraddistingue questo romanzo dai suoi simili è secondo me il fatto che l'autore punti l'attenzione sull'organizzazione della società per lanciare un monito che alla luce dei fatti possiamo dire non sia stato ricevuto. Di fatto a quattordici anni dalla data Orwelliana il mondo è gestito da forze subliminali tanto lontane dalla nostra quotidianità da essere difficilmente identificabili ma per certi aspetti così presenti da essere facilmente avvicinabili a quelle del romanzo. La massificazione e la mercificazione sono ormai condizioni note e tranquillamente accettate e non esistono neppure quegli spiragli di ripresa di coscienza da parte degli uomini che Orwell aveva ai suoi tempi sotto gli occhi. Anche se quelle rivoluzioni che l'autore aveva appoggiato sono fallite almeno erano tentativi seri, la rivoluzione russa, la guerra civile spagnola sono state per un socialista come Orwell dei possibili segnali di recupero, a noi oggi non è consentita nemmeno l'illusione, siamo chiusi in un sistema in cui ogni dissenso viene inghiottito e facilmente digerito dalla società.
Traendo spunto dal testo stesso posso dire di averlo scelto perché i libri migliori mi pare di capire sono proprio quelli che ci dicono quello che già sappiamo.
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