Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
1ª edizione - (1998)

Un'esperienza di lettura

Credo che la famiglia Finché morte non ci separi del matrimonio sia sacra e indissolubile, non per falsi moralismi o per un rispetto puramente formale delle regole, ma perché credo fermamente nell'istituzione del matrimonio come espressione di un amore totale e che duri nel tempo, forse perché sono figlia di divorziati e anche i miei nonni materni erano divorziati, forse perché sono un'adolescente o forse perché in questo mondo in cui valori come la fedeltà e il rispetto vanno perdendosi, l'amore mi sembra l'unica cosa a cui aggrapparmi con forza per vivere.
Tutte queste cose le ho sempre sapute, ma fino a qualche mese fa credevo che nessun autore le avesse mai scritte con chiarezza e sincerità come ho scoperto ha fatto Catullo.
Chi l'avrebbe mai detto che sui banchi di scuola avrei trovato un autore che riuscisse a spiegarmi come io consideravo l'amore, proprio su quei banchi di scuola che spesso sembrano così freddi che non avrei mai creduto mi potessero dare tanto.
Sono convinta che per amare veramente una persona, parlo dell'amore fra un uomo e una donna, debbano coesistere due sentimenti come l' amare e il bene velle, perché il primo rappresenta la componente fisica, è l' éramai greco, senza la quale difficilmente s'arriva poi al voler bene, il fileo greco.
In un certo senso si potrebbe affermare che bisogna amare con il cuore, con la mente e il corpo, amare e voler bene nello stesso tempo, perché l'amore fisico da solo non basta, è il voler bene che lo rende completo: è come un fuoco che senza la legna che l'alimenta smette d'ardere. L'amore è un fuoco in cui la passione è rappresentata dalle fiamme e l'amore fraterno è la legna.
Catullo considerava Lesbia la moglie del suo cuore ed è secondo me uno dei modi più belli per definire un rapporto; sono convinta infatti che il matrimonio come istituzione della Chiesa non sia che la legittimazione di un'unione già esistente. È per questo che il tradimento rappresenta una terribile lacerazione, perché separa le due componenti principali dell'amore e strappa via con forza una metà dall'altra; il Catullo del da mi basia mille diventa il Catullo dell' excrucior del c.101.
Leggendo i suoi carmi ho sentito il suo amore, la sua sofferenza, la sua paura d'abbandono, lui sapeva d'aver bisogno dei baci di Lesbia, di tanti baci quanti sono i granelli di sabbia africana dove il Silfio fa ricca Cirene e quante sono le stelle nel cielo che spiano gli abbracci degli amanti, e proprio per questo temeva il malocchio e l'invidia divina e pregava gli dei che Lesbia fosse sincera quando gli assicurava che il loro amore sarebbe stato eterno.
Probabilmente sento Catullo così attuale perché credo d'aver trovato la persona verso cui rivolgere tutto il mio amore (le mie non sono però solo le banali riflessioni di un'adolescente innamorata) o più semplicemente perché in fondo non dice niente di diverso da quello che ho sempre pensato, mettendo al primo posto valori come la fedeltà e la sincerità che per me sono fondamentali e applicando valori tipici del nos maiorum all'amore.
Penso che Catullo faccia parte di quei rumori di fondo di cui parla Calvino nel tentativo di rispondere alla domanda che cos'è un classico, rumori di fondo che non ascoltiamo, ma che sono sempre presenti e se non ci fossero ne percepiremmo la mancanza.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010