Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
2ª edizione - (1999)

La magia di Versailles

Era un'afosa giornata d'Agosto, ed io ero in vacanza, con i miei genitori, in Francia.
Quel giorno uno dei miei più grandi sogni stava per avverarsi. Infatti, nonostante il caldo cocente decidemmo di andare a visitare la famosissima "Reggia di Versailles".
Arrivammo davanti al palazzo reale e oltrepassammo il cancello principale; in quel momento un brivido mi percorse e fui subito catturata dalla magia della stupenda reggia.
Sembrava una normale visita di piacere ma come per incanto tutto ciò che mi circondava si trasformò. Non indossavo più i miei pantaloncini blu e la mia canottiera rosa, ma un lungo e bellissimo abito celeste, pieno di pizzi e crinoline, del '700
Era un sogno, il mio sogno che s'avverava!
Non mi trovavo più all'entrata della reggia ma nella "Cappella Reale". Tutto brillava sotto ai miei occhi, l'organo in oro suonava una musica celestiale e tutti intorno a me tacevano. Chiesi allora a mia madre, che si trovava accanto a me, cosa stesse accadendo ma anche lei, come tutti, indossa un abito dell'epoca e con la mano mi fece segno di stare in silenzio. Alzai la testa e vidi che tutti stavano ascoltando attentamente la Messa. Alla fine di essa mia madre mi prese per mano e cominciò a camminare in silenzio.
Ero felice di ciò che stava accadendo: finalmente avevo la possibilità di vedere com'era davvero la vita in quel periodo. Non pensavo affatto al perché di quello che era successo, se era verità o immaginazione, perché ero troppo felice!Camminando di sala in sala incontrammo gente diversa: dame che spettegolavano su come fosse vestita una o di come fosse truccata l'altra, altre dame ascoltavano con occhi sognanti le storie e le poesie dei poeti, i nobili, invece, discutevano della battuta di caccia organizzata dal Re. Ascoltando tutte queste persone ci fu una donna che catturò la mia attenzione con una sua affermazione, disse infatti alla sua amica: "Ma tutto questo durerà per sempre?" "Il popolo potrebbe ribellarsi al Re e allora tutto ciò potrebbe andare distrutto...".
Le sale erano una più bella dell'altra. Tutto intorno a me era come nuovo.
Giungemmo infine nella "Galleria degli Specchi". Improvvisamente le luci si abbassarono, s'udì una leggera musica e tutti cominciarono a ballare; un giovane nobile mi si avvicinò e mi invitò a danzare con lui. Io accettai stupita e divertita e fui subito trasportata da quella bellissima musica, sperai con tutta me stessa che non si fermasse mai. Avrei voluto ballare sotto quelle luci in eterno.
Ciò purtroppo non accadde e piano piano la musica sfumò fino a sparire del tutto. Le luci si riaccesero, il giovane mi baciò la mano, mi ringraziò e poi sparì nel nulla. A quel punto ricomparve mia madre, che nel suo sfarzosissimo abito giallo mi fece cenno di seguirla lungo il corridoio.
Attraversammo altre sale finché non arrivammo in una stanza più "brillante" delle altre illuminata da grandissimi lampadari di cristallo. Al centro della stanza c'era un letto intarsiato d'oro con delle lenzuola colorate di rosa e bianco. Capii subito che doveva trattarsi della stanza della Regina infatti, dal nulla, comparve la Regina Maria Antonietta.
Era bellissima nel suo abito bianco. Mi guardò e con un sorriso smagliante mi invitò a seguirla. Non sapevo cosa fare, mi sentivo il cuore in gola dalla incredibile sorpresa. Mia madre mi disse di andare con la Regina ed io la seguii.
Attraversammo tutto il suo appartamento e durante il cammino incontrammo le sue guardie personali sempre vigili e attente. Salimmo al piano superiore attraverso la "Scala di Marmo" ma... ad un certo punto arrivò una guardia della Regina che ansimando disse alla regina: "Mia Signora stia attenta, non si arrischi fuori dalla reggia". "Sono al corrente di alcuni tentati attacchi a case di nobili a Parigi e sarebbe meglio se...". "Si calmeranno". "Non farebbero mai del male alla loro amata Regina!" rispose subito la "mia guida".
La guardia si inchinò ai piedi della Regina e mi disse con voce tremante di stare molto attenta; non avetti neanche il tempo per rispondergli perché la Regina riprese a salire le scale ed io dovetti subito seguirla.
Arrivammo infine in una grande sala; la Regina si fermò e mi fece cenno di entrare nella stanza accanto. Ero sempre più agitata ma allo stesso tempo contenta. Varcai la soglia silenziosamente mi guardai intorno e seduto su uno sfarzosissimo letto d'oro vidi "Re Luigi XVI".
Il grande Re Sole era lì davanti ai miei occhi increduli. Mi salutò, e io subito mi inchinai davanti ai suoi piedi ma lui mi prese la mano e mi disse che quel giorno ero suo ospite e la sua "piccola casa" era casa mia. Poi andò via lasciandomi li a bocca aperta.
In quel momento ritornò la Regina che mi disse di seguirla. Durante il nostro "tour" cercai di avvertire la Regina di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco, volevo dirle che i sospetti della guardia prima incontrata non erano del tutto infondati, anzi erano una giusta previsione. Lei però faceva finta di niente e mi diceva: "Non succederà mai nulla di grave nella reggia di Versailles!". I miei sforzi per metterla in guardia furono del tutto inutili e alla fine decisi di continuare la visita, alla reggia, in silenzio.
Mi condusse nella sua ricca biblioteca, gentilmente mi disse di accomodarmi e mi porse un libro dalla copertina rosa. Lo aprii ed era completamente scritto in francese. Provai un'emozione fortissima: potevo sfogliare un vero libro dell'epoca.La Regina mi vide molto interessata a quel libro e decise di donarmelo. Dopo di che mi invitò a fare una passeggiata nel parco fino alla sua residenza estiva, il "Piccolo Trianon".
Uscimmo e ci trovammo sulla scala principale che dava sul giardino: una meraviglia! Un giardino incredibilmente bello si estendeva davanti ai miei occhi. All'orizzonte solo alberi fioriti, fiori e fontane immense e stupende.
Mi sembrava di trovarmi in Paradiso.
Scendemmo le scale e cominciammo a passeggiare fra le fontane e le piante. Tutto era verde intorno a me, le fontane erano meravigliose e i loro giochi d'acqua mi incantavano, il profumo dei fiori era inteso e dolcissimo. Non faceva che sorridere dalla felicità.
Camminando arrivammo al "Piccolo Trianon": qui i fiori erano ancora più belli e profumati. La Regina raccolse due splendide rose rosa e me le porse, io le presi e le infilai delicatamente nella mia borsetta. Proseguimmo fino ai margini di un laghetto lucente dove c'era un incantevole padiglione ottagonale, con al centro una statua, chiamato il "Belvedere". Era tutto così romantico...
Improvvisamente ricomparve la stessa musica che avevo udito prima. La Regina ballava con il suo Re mentre io danzavo con il giovane nobile. Poi la melodia si abbassò, la Regina, il Re e il giovane sparirono ma io ero così felice per tutto ciò che avevo visto che continuavo a ballare da sola, con gli occhi chiusi.
La musica finì ed io sentii nuovamente una scossa.
Aprii gli occhi e davanti a me c'era mia madre. Non indossava più il vestito giallo del '700 ma un paio di pantaloncini blu e bianchi ed una maglietta.
Abbassai gli occhi ed anche io indossavo nuovamente i pantaloncini e la canottiera.
Mi trovavo all'uscita della reggia. Il sole stava ormai tramontando, il cielo era rosa e il caldo afoso era completamente sparito.
Mia madre mi chiese cosa mi fosse successo, mi disse che per tutto il tempo della visita guidata ero stata in silenzio camminando sorridente e spensierata da una stanza all'altra senza mai aprire bocca.
Cercai di spiegarle quello che era successo ma poi riflettei e... mi resi conto che tutto ciò che era accaduto doveva essere stato solo frutto della mia immaginazione: era stato solo un sogno!
Mi stavo avviando all'uscita ed ero un po' triste. Arrivata al cancello principale mi voltai per dare un'ultima occhiata a quella meraviglia. Guardai verso le scale che davano sul giardino e lì vidi il Re e la Regina che mi salutavano con un cenno della mano. Ricambiai il saluto e dissi a mia madre: "Guarda, guarda!". Ma erano già scomparsi. Doveva essere stato per forza frutto della mia immaginazione.
Durante il viaggio di ritorno in albergo, rovistando nella mia borsetta, trovai un libro polveroso dalla copertina scritto in francese, vicino ad esso c'erano due rose rosa.
Il mio sorriso si riaccese, ero felice, molto felice.
Sicuramente non era stato solo un semplice sogno.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010