Tema per Sofia
È schizzato via come una saetta, e poi più nulla per un minuto e mezzo o quasi. Che spettacolo, da lasciarci il cuore. È pure stupido crederci ma sarebbe stata l'occasione giusta per piangere. Quando senti quel pazzo tuono arrivare nulla più ti importa di aver capito o no, conta l'esserci e il poi meno distante, perché si va talmente veloce, talmente lontano dalla realtà terrestre, in un alto temporale del cielo, da fregartene del mondo.
Non mi stai ascoltando.
- Pensavo.
- Ci crederesti mai?
- A cosa pensi? Non ti seguo.
- Piantala di pensare prima di dire baggianate, e ascolta: non ti pare il suono più forte e potente che tu abbia potuto avere la fortuna di udire?
- Di vedere.
- Certo.
- A cosa pensavi?
- E secondo te a cosa? Ma ogni tanto lo metti in funzione quel tuo cervellino? Io lo so bene a cosa stavo pensando, è uno spettacolo veramente unico, con la pioggia o con il sole, nulla toglierà mai quest'alone di potenza quando ti sfrecciano davanti andando dritte per la loro strada, senza sfiorarti ( o sarebbe la fine ), nulla a confronto di arte o scienza.
- Ed ora cosa vuoi che c'entrino arte e scienza?
- Dicevo così per poter dire, nulla in particolare, ad ogni modo veramente io avrei pianto se fossi stato l'unico essere al mondo nel momento in cui nei due metri quadrati di terra che mi circondavano, io c'ero.
- Un cerchio avente l'area di due metri, non un quadrato.
- Certo.
- Sono delle macchine.
- Che paiono sculture.
- È solo uno show televisivo.
- Mi stai prendendo in giro.
No dico, ma mi stai prendendo in giro o sei crucco quanto credo?
Noi eravamo lì, nello stesso istante in cui un sacco di campioni correvano per farci contenti, ricorda il rombo, rammenta.
- Tutto inutile.
- Come troppo al mondo.
- Grazie comunque, era uno spettacolo indimenticabile.
- Io lo sapevo, l'ho sempre sostenuto. A guidare una Formula Uno si può andare a conquistare il mondo.
- Un'altra volta?
- Non mi credi?
- Certo, stavo solo pensando.
- Quel suono, quell'odore, ruote incandescenti e freni fumanti, la tensione dell'uomo, pare così poco a non sapere di cosa stiamo parlando
- Io ancora non l'ho capito.
- Eppure riesce a scatenare quella tempesta di cui sopra, magnetica, profonda, si potrebbe anche non dirne nulla, ma seguimi perbacco una volta senza dormire e ti svelerò il segreto dello scatto felino quando tutti sono in piedi e applaudono e sono tutti rossi e gridano e sono contenti.
- Loro non piangono.
- No, certo che no, nemmeno io ho pianto. O anche il mistero di un sacco di giri infiniti, la voglia di correre appresso al gruppo, farsi largo e trascinare se necessario il vincitore fino al traguardo, perché alla fine qualcuno vince sempre, ed è una tale soddisfazione. E sai che tutto questo è reale, l'abbiamo visto, non riesco ancora a capacitarmi che sia accaduto con noi presenti.
- Devi convincermi, ancora non ci credo.
- Ma come puoi non ricordartene, tu c'eri, hai sentito l'urlo e l'ammutolimento poi quando a gridare sono stati i motori, e poi nessuno li ha più visti per un minuto e mezzo o quasi.
... ma a cosa dovrei credere...
- Ha guardato dalla nostra parte e ci ha salutato, mi salivano le lacrime agli occhi.
- Wow.
- Quando poi esulta per la vittoria è semplicemente fantastico.
- Davvero ha guardato dalla nostra parte?
- Certo.
- Piango.
- Pensa piuttosto. Ma smettiamola di fare certi discorsi seri!
- D'accordo, passami la lattuga.
»Torna all'elenco dei testi
»Torna all'elenco delle edizioni