Le affinitą, il viaggio, la memoria
Se torno indietro con la memoria, non so dire come vi arrivai, ricordo solo che ciò che penetrò nel profondo della mia anima, e la mise in subbuglio, fu il profumo che quel luogo emanava. Con gli occhi serrati, temendo nell'aprirli di far svanire quella gioia profonda, cercavo di trovare un nome a quelle fragranze che le mie narici percepivano. Ma fu per me impresa impossibile. Pareva che la terra intera in quel momento si fosse accordata per donarmi tutti i suoi profumi, che avvinghiati fra loro arrivavano fino a me, stordendomi.
Lentamente, e con sforzo, aprii gli occhi aspettandomi di trovare il paradiso. E ciò che si presentò al mio sguardo anelante fu veramente una visione quasi soprannaturale : mi ritrovai sulla cima di un colle brullo, se non per l'alto cipresso che gettava la sua ombra proprio accanto alla mia. E intorno oro e luce. Gli ultimi raggi di un sole estivo che, infuocato, si stava dirigendo per l'ennesima volta verso il suo riposo notturno, gettavano pennellate sulla terra gialla. Lontano, svettavano nettamente contro il cielo che si stava via via oscurando le alte torri di S. Gimignano. Pareva che un'invisibile mano le avesse attirate verso il cielo, verso quelle nubi filacciose che pigramente si adagiavano sulla cime sinuose dei colli, così che terra e cielo si fondessero in una lenta danza. Così mi ritrovai a desiderare di toccare quel cielo simile a una polla d'acqua senza fondo, sulla quale si adagiavano mollemente le stelle. Cercavo di afferrarle, di imprigionarle come farfalle nella rete della mia memoria, per poi rivederle con gli occhi del cuore nei momenti in cui mi sarei sentita sola, per riempirmi della loro luce. (Ora le vedo più distintamente, più vicine a me, sempre più... ora le sto toccando... ma... non bruciano... mi attorniano... e mi accorgo di non essere sola.)
Mi abbandonai alla dolcezza di quella sera. Sdraiata sulla terra odorosa, lasciavo scorrere lente sul mio viso lacrime di gioia, e attraverso quel velo, le stelle si sdoppiarono. Cercavo di contarle, ma diventavano sempre di più, sempre più. Rimasi senza fiato, accorgendomi che non sarei mai riuscita a conoscere il loro numero. E compresi cos'è l'infinito. Quella sera d'estate ho compiuto un viaggio attraverso l'infinito, fino a giungere a Lui
»Torna all'elenco dei testi
»Torna all'elenco delle edizioni