Cara Sofia
oggi è il 28 Marzo dovrei scriverti per il nostro appuntamento annuale (posso dire così?) entro tre giorni, ma quest'anno di libri da condividere con te non ne ho... E pensare che ho anche la stampante così avrei potuto mandarti, come dice l'invito che mi hanno mandato (sono diventata importante, ho perfino l'invito personale!) "tre copie dattiloscritte". Sai bene che ho la tua età e quest'anno ho la maturità, non ne posso più di sentirne parlare: sta condizionando la mia vita tanto che l'unica "esperienza di lettura" che sarei in grado di raccontarti è quella di un libro di storia "Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi" di Paul Ginsborg, non si può dire sia brutto e neanche noioso, è interessante, ma non è quello che intendiamo noi per libro: evasione. Mi resta così la voglia di leggere e la mancanza di tempo per farlo tanto che qualche giorno fa quando ho letto che c'è un collezionista che ha un'importantissima collezione di letteratura del '900 e vuole venderla perché "ha tutto", mi è venuto il nervoso e mi sono chiesta "le avrà collezionate per il gusto della rarità o per la passione?"
Sono in un momento di rifiuto e un libro mi servirebbe per estraniarmi un po', ma... l'ho messo come meta per questa estate quando avrò finito... Beh - dirai - "se non hai niente da raccontarmi perché scrivi al Premio?". E hai ragione, ma,vedi, lo faccio perché l'anno scorso è stato bellissimo e non ho potuto ringraziare perché ero agitatissima. È stata una serata bellissima, emozionante, ma anche stressante quando ho dovuto dire al microfono il mio nome, che vergogna! Pensandoci ho capito che è meglio così se nella mia vita non ho vinto niente, neanche le gare di atletica alle elementari, perché è stato veramente "terribile", ecco perché quando mi hanno chiesto di partecipare ad una trasmissione a Radio Popolare non ci sono andata e poi cosa avrei raccontato la storia di un'amicizia, di una lettera? (Questa è una cosa tra noi due). Sono tante le immagini che ho di quella sera (che dici finiranno in un libro un giorno? Magari potessi scrivere, ma non penso di esserne capace...) una in particolare è quella di tuo nonno (è più una voce o una sensazione perché se dovessi incontrarlo per strada non lo riconoscerei tant'ero agitata), è venuto a salutarmi dopo la premiazione dicendo che stava facendo di tutto per non emozionarsi, ma che forse non riusciva, certo era per te, ma mi piace pensare che fosse un po' anche per me (non so perché, ma è così, forse perché era tenero). Sai ti ho cercata nei suoi tratti e in quelli di tua zia che è venuta poi a salutarmi, non sono riuscita a vedere la tua risata, la tua espressione, la tua fisionomia, ma non importa, tanto so che mi ascolti. L'altro giorno il prof di filosofia ci ha letto un pezzo dell' "Ulisse" di Joyce e mi sei venuta in mente tu, ricordo che il primo scritto che hanno letto di te è stato un tema sull' Ulisse nella letteratura, so di averlo e di avere anche un tuo diario, ma non l'ho riletto e non ho letto il diario, non so il perché, forse perché quella è stata un'emozione da mettere da parte e andare a rivivere o rivedere di tanto in tanto o non lo so, comunque un giorno lo leggerò. Rileggendo quello che ho scritto mi sono accorta di non aver messo il mio nome, non l'ho fatto apposta, semplicemente non ne ho avuto la necessità come quando si parla ad un amico... Ora ti devo salutare, l'anno prossimo conto di scriverti qualcosa per il Premio, non perché abbia preso il gusto della gara, ma perché spero di poter leggere di più, ti saluto e... ah, dimenticavo! Se qualcun altro ti scrive sotto forma di lettera non ti affezionare, mi raccomando sono gelosa! Ciao
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