Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
2ª edizione - (1999)

Un'esperienza di lettura

Se il pregiudizio più diffuso al giorno d'oggi è che i giovani non leggano più libri, allora io rappresento la classica eccezione che, purtroppo, conferma la regola.
Tra i quintalati di libri che settimanalmente leggo, uno che ha particolarmente colpito la mia attenzione: l'autore è Stefano Benni, uno dei migliori scrittori contemporanei.
Il titolo dell'opera è "Elianto".
La storia si svolge in un luogo la cui gestione ospedaliera e metodo di governo ricordano molto da vicino l'Italia dei nostri giorni. L'intero paese è diviso in contee, otto in tutto, desiderose di mantenere la propria indipendenza, e un distretto centrale. Per decidere dell'indipendenza delle contee, sono organizzate delle gare, trasmesse in mondovisione, tra le contee stesse e il distretto centrale. Queste gare culminano con la prova di forza e quella d'intelligenza, dopo gare pittoresche come la lotta con i camion o la battaglia degli squadroni della morte.
Il libro si apre nelle camere di Villa Bacilla, un "sanatorio", in cui è ricoverato il giovane Elianto, uno dei rari casi di "Morbo Dolce", malattia che raramente ha avuto esito positivo in coloro che ne furono affetti.
Villa Bacilla è gestita da due medici: il primo dei due è il dottor Satagius, primario e direttore esecutivo della clinica, un dottore "vecchio stile", che, pur essendo un maniaco delle medicine d'epoca, tiene in maggior conto la salute dei propri pazienti che il guadagno; il dottor Siliconi, invece è l'esatto contrario del suo collega: spalleggiato dall'amministrazione comunale, tenta in tutti i modi di non far guarire Elianto.
Ciò che rende Elianto così speciale, non è solo l'essere il rappresentante delle contee alla gara d'intelligenza, ma anche la sua capacità di vedere, nell'ombra proiettata dal grande castagno huang del giardino della villa sulla parete della sua stanza durante la notte, la mappa dei mondi nootici.
Proprio nei mondi nootici si svolgono tre avventure parallele.
La prima è quella di Rangio, Boccadimiele e Iri, giovani amici di Elianto, in cerca dello Splendido Ricordo, che, unito ad altri ingredienti, avrebbe permesso all'amico di partecipare alle gare.
Intanto Fuku Occhio di Tigre, un forte quanto improbabile guerriero zen, è alla ricerca del leggendario guerriero Tigre Triste, il solo in grado di sconfiggere il terribile lottatore rappresentante del governo centrale, Rollo Napalm.
Contemporaneamente, tre emissari dell'Inferno, il grasso e ingordo demone Brot, il saggio e astuto diavolo Ebenezer e la sensuale e affascinante Carmilla girano i Mondi Nootici alla ricerca del Kofs, l'animale che potrebbe semplificare la sfida ad Elianto.
A differenza di altre opere di Benni, scrittore che ritengo abbia saputo dare la migliore immagine della società dei giorni nostri, "Elianto" perde l'ironia amara che solitamente rimaneva nascosta, per colpire poi il lettore alla fine della storia, violenta come un pugno nello stomaco. Penso che invece il romanzo possa esser riassunto con una sola parola: dolcezza. Tutto è ben equilibrato anche, ad esempio, nella descrizione dello "spogliarello" di Carmilla e delle reazioni del suo pubblico: Benni ritrova la capacità di divertire e la fantasia descrittiva caratteristica di "Bar Sport". Nulla è mai volgare o pesante: così, con simpatia, come se ogni cosa fosse normale, vengono delineate le caratteristiche di Tristalia, con sottili allusioni e allegorie.
Così veniamo a sapere che Tristalia è governata da un supercomputer, lo Zentrum, che dall'alto del "Grande Chiodo", un grattasmog piantato, appunto, nella capitale, che, a seconda del tasso di paura della gente, seleziona le notizie che la sola rete televisiva deve trasmettere per rassicurare la popolazione. In questo modo tutti possono votare ad un sondaggio giornaliero tramite telecomando e, nel caso si faccia parte della maggioranza, per tutto il giorno saranno garantiti gas, acqua calda ed elettricità.
Inoltre, uno dei maggiori politici-banchieri-finanzieri di Tristalia, Previtali (nome molto evocativo per noi italiani) torna dopo qualche tempo in America del Sud, con nome e connotati cambiati, e viene osannato come una "ventata di aria fresca nel governo Tristaliano". Così, dopo la caduta di un governo dove i venti presidenti cercano di uccidersi a vicenda per eliminare la concorrenza, nasce la Supernova Repubblica, in cui il numero dei presidenti sale a venticinque.
Benni riesce a rendere tutto questo scenario apocalittico quasi normale, come se venisse descritto da uno dei cittadini della fantomatica Tristalia, ormai avvezzo a vedere presidenti che saltano per aria.
Trovo che sia proprio questo che renda Benni un grande: il sapere descrivere ogni cosa con un tono che non gli appartiene. Così la morte di Talete, l'infermiere amico di Elianto, diventa delicata, e lo stesso Talete spiega ad Elianto di non preoccuparsi: nell'aldilà ha incontrato in un manicomio il suo fisico preferito.
Così il tono diventa spregiudicatamente polemico quando si rivolge al Grande Manovratore per bocca dei tre diavoli o di Ermete Trismegisto, dal Signore obbligato a creare l'universo nel confuso mondo di Protoplas. Diventa ironico nel descrivere la pena infernale, consistente in un ingorgo automobilistico eterno, molto simile ai carnai che sono le nostre autostrade d'estate.
Benni è capace di questo: divertire, far ridere il lettore di un riso amaro, poiché si accorge benissimo che quella che viene descritta è una realtà molto, troppo simile alla nostra, quasi disorientante.
Insomma, proprio qui sta la grandezza di Stefano Benni. Il potere di farti riaprire il libro una volta letto, alla spasmodica ricerca di questo o quel pezzo che ti ha davvero colpito. Il saper creare degli eroi che non siano solo abbozzati, ma che ti si presentano in modo dettagliato, eroi che provano sentimenti e che suscitano nel lettore simpatia, come il disgustoso diavolo Brot, o repulsione totale, come Siliconi, ben più demoniaco e infido della media dei diavoli del Grande Ingorgo.
La grande facoltà di saper delineare una società fittizia che abbia molti punti in comune con la grottesca way of life di molti paesi del mondo (siamo in fase di globalizzazione, dopotutto).
D'altronde, chi ci può assicurare che il mondo dei gerarchetti clarkopodi, così rimaneggiato, alterato e distorto dei libri di Stefano Benni, non sia la nostra "realtà" e lui sia l'unica persona che, una volta riuscito a comprenderla, ci lanci un grido d'allarme, e cerchi di farci capire dove siamo andati a finire?


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010