Un'esperienza di lettura
Leggendo, durante le brevi pause tra un lavoro e l'altro un libro a cui mi sono accostata con una buona dose di scetticismo e non poca incertezza, ho ritrovato invece la mia parte più intima e recondita che credevo aver seppellito tra gli affanni delle attività quotidiane.
Opera piacevole e di dimensioni non particolarmente eccessive ed inaccostabili, i "Pensieri" di Blaise Pascal, si pongono senza dubbio come uno dei maggiori capolavori della letteratura francese del Seicento; capolavoro dal momento che non solo stilisticamente il periodare, talora ampio e abbondante di espressioni metaforicamente pregnanti, è un mirabile modello letterario, ma anche l'apparato semantico, per la sua chiarezza, penetra nel profondo dell'animo umano.
L'opera, pubblicata postuma dagli amici portorealisti del filosofo nel 1669, è impostata sul modello dell'Apologia del Cristianesimo e risponde alle esigenze di Pascal nell'avvicinare il miscredente alla "ragionevolezza" del messaggio cristiano; è articolata in numerose sezioni che concernono argomenti salienti del filosofare pascaliano, le quali a loro volta si sviluppano in brevi ma toccanti aforismi, considerazioni attinte dalla realtà e filtrate alla luce della religione; assaporando con costanza e riflessione parsimoniosa i messaggi profondi di tale opera, mi si è parato improvvisamente innanzi agli occhi l'alto ed inestimabile valore della meditazione e della solitudine, aspetti che assiduamente compaiono in questo esempio di "dialettica dell'anima"; Pascal tende all'Infinito, brama, assetato di sete incolmabile, l'incontro col Divino di cui vuole rendere partecipi gli uomini, allontanandoli dal loro quotidiano "divertissement"
Mi è parso di immedesimarmi infatti in quegli individui che come automi, vagano in un mondo di illusioni ed inganni, fuggendo invece il contatto e la riscoperta dell'Assoluto; splendide le parole con le quali il filosofo affresca la condizione paradossale dell'uomo, essere vacillante tra l'infinitamente grande e l'assolutamente piccolo, tendente alla sapienza completa ma volto all'ignoranza quasi totale, unione di grandezza e miseria al contempo stesso; eccomi dunque, ragazza che naturalmente cerca di accostarsi alla perfezione ma che in realtà deve scontrarsi coi suoi difetti, con le sue manchevolezze ogni giorno.
Eppure in tale "pittura pascaliana" la constatazione dei fatti lascia il posto alla luce, alla speranza, allo scoglio, cui aggrapparsi prima dell'ultimo spasimo che travolge l'uomo come l'onda marina; infatti nell'ultima parte del libro emergono una serie di asserzioni che culminano nel dialogo con Dio nel quale, a parere di Pascal, è possibile ritrovare la risposta al nostro enigma, al senso della vita che tanto ha occupato l'Autore nella sua ricerca intellettuale ed esistenziale.
Ricordo ancora, come se l'avessi scoperto ieri per la prima volta, l'incontro tra l'uomo Pascal e l'Assoluto che nelle ultime battute si completa in tal modo: Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato e la serena accettazione del filosofo ...o Dio, ti dono tutto me stesso... credo veramente, dopo la lettura dei Pensieri d'aver iniziato a dedicare più tempo a me stessa in quanto persona umana e non solo studentessa o sorella e figlia, credo d'aver compreso il significato di alcuni pensieri, talora elaborati con tono fervido e coinvolgente, talora con tono pacato e dimesso, in merito alla grandissima rilevanza attribuibile alla solitudine ed alla preghiera, atteggiamenti che purtroppo mi trovo a dover sacrificare in vista di altri fini da me ritenuti ben superiori.
Certo, la portata del messaggio pascaliano, va ben oltre la mia totale comprensione del tormento interiore di quell'uomo, tuttavia ritengo sia improbabile non lasciarsi sfiorare, almeno superficialmente dai rimedi e dagli espedienti suggeriti all'umanità per un'esistenza vissuta con più pace anche alla luce del cristianesimo.
Del resto tale opera ha riscosso nei secoli successivi alla sua pubblicazione un tale successo da porsi come fondamento per il pensiero di intellettuali del calibro di Leopardi, quanto al mio caso particolare, senza dubbio si è rivelata un'ottima base per la formazione del mio essere.
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