Un'esperienza di lettura
Caro John,
ti voglio scrivere questa lettera per farti sapere le emozioni che provo ed i pensieri che mi affollano la mente ogni volta che ascolto una canzone che hai composto e che reputo essere la migliore tra tutte quelle del gruppo musicale al quale tu appartenevi: i Beatles.
La canzone in questione è: "Imagine".
È molto bella perché ha come argomento uno dei temi più sentiti degli ultimi decenni ossia il razzismo e le varie conseguenze che questo comporta: avidità, fame...
I pensieri che giungono alla mia mente riguardano soprattutto i bambini del terzo mondo, che muoiono di fame mentre io sono qui a scriverti ascoltando questa canzone.
Sento il bisogno di fare qualcosa, di aiutarli, ma non so come.
Anche in classe vedo ogni giorno quei bellissimi occhioni neri nelle foto dei calendari delle associazioni umanitarie ma appunto oltre a comprarli ed a contribuire economicamente alle associazioni come l'Unicef o la Fao, vorrei fare qualcosa d'altro, qualcosa di più.
Penso inoltre a tutte le guerre che hanno colpito quei paesi negli ultimi anni, ne è un esempio la guerra in Somalia, le quali non possono fare altro che aumentare il numero dei morti, il quale oltretutto non è per nulla basso.
Inoltre, per quanto mi riguarda, credo che i motivi che scatenano questi fratricidi siano stupidi, perché non ci può essere alcun motivo da ritenersi valido a giustificare la morte di tanti innocenti.
In questi mesi possiamo venire a conoscenza attraverso i mass-media, che la NATO, fa poco o nulla per porre fine alla guerra nel Kossovo; e perché? Solo perché in quel paese non ci sono interessi così grandi, come poteva esserlo il petrolio nell'Iraq, da smuovere le potenze mondiali come gli Stati Uniti d'America.
Io mi chiedo perché Dio non abbia ancora fatto nascere qualcuno che voglia aiutare veramente le popolazioni africane a progredire, perché solo il progresso potrebbe apportare aiuto, visto che implicherebbe una forte crescita dal punto di vista culturale e ciò potrebbe essere non dico la fine, ma quasi, di tutti i problemi.
Come dici nella canzone, non sarebbe difficile pensare ad un mondo senza confini, in cui le persone vivono in pace senza crearsi problemi per il domani, cioè che pensano soprattutto a vivere intensamente giorno per giorno, ma secondo me sarebbe impossibile affiancare questi sogni al mondo di oggi, pieno di caos, di ansia, di rivalità e di avidità.
Questa realtà, possiamo già viverla noi studenti, perché appunto la scuola è colma di ansia e rivalità.
Io posso sperare che i problemi ancora aperti, riescano a trovare risoluzioni nei prossimi anni, soprattutto per le generazioni future, perché se fossi un potenziale genitore, non so se me la sentirei di mettere al mondo un figlio in una società simile.
You may say I'm a dreamer but I'm not the only one I hope some day you'll join us and the world will be one
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