Un'esperienza di lettura da "Sostiene Pereira" di A. Tabucchi
Portogallo 1938; nel periodo storico a cavallo tra le due guerre mondiali, si svolge la vita di un uomo destinata a perdersi tra i meandri della storia, ma che, nonostante ciò, è esempio di solidarietà e di coraggio per tutti noi. In quegli anni, vige, in Portogallo come in gran parte d'Europa una dittatura di tipo fascista, guidata da Salazar. È proprio in questo clima dittatoriale che ha luogo la storia di Pereira, il pigro e mite direttore della pagina culturale di un giornale apolitico e poco rilevante: Il Lisboa.
Pereira, ormai vedovo e cardiopatico, trascina la sua modesta e monotona vita rimpiangendo il passato e vivendo di ricordi legati alla sua gioventù. Grasso e malridotto, vive una vita di poche pretese scrivendo necrologi anticipati di scrittori contemporanei e traducendo racconti dell' '800. Ma un giorno, sfogliando svogliatamente una rivista, legge un articolo sulla morte di un giovane neolaureato.
Affascinato, decide di conoscerlo e successivamente, di assumerlo come praticante; da quel giorno, senza che se ne renda conto, la sua vita è destinata a cambiare radicalmente. Gli articoli del giovane si rivelano ben presto impubblicabili perché troppo apertamente schierati contro il regime vigente in Portogallo. Nonostante questo, Pereira non riesce a licenziarlo perché quel ragazzo, così ingenuo ed impulsivo, gli ricorda la sua gioventù e lo commuove. Intanto, la dittatura diventa sempre più dura, sino a vietare la libertà di stampa e contemporaneamente, Pereira scopre che il suo praticante è un brigatista che si batte attivamente per la Democrazia. Dopo un primo momento di indecisione e di smarrimento, Pereira decide di aiutarlo.
Il giovane, ricercato dalla polizia fascista, si rifugia in casa del vecchio direttore. Scovato, viene ucciso dopo un disumano pestaggio della polizia. Pereira, inorridito, decide di scrivere un vibrante articolo di denuncia contro questo stato di cose, e capendo di non avere più né affetti né libertà, fugge in Francia grazie ad un passaporto falso. Cosa può insegnarci, alle soglie del 2000 un personaggio come Pereira? In fondo Pereira è un anonimo cittadino che non desidera altro se non che vivere serenamente la sua vecchiaia, tranquillamente, pacatamente, anche egoisticamente. Ma un bel giorno, la svolta: il giovane ed inesperto praticante, Monteiro Rossi, che rappresenta la coscienza di Pereira, il coraggio, il desiderio di libertà, di non subire soprusi che alberga in ognuno di noi e che dopo tanti anni riaffiora nell'animo ormai assopito di Pereira.
Da qui nasce il desiderio di riscattarsi, di dimostrare la sua umanità e, mediante il suo piccolo esempio, di incitare il mondo a non subire passivamente la storia, vivendo secondo i canoni stabiliti da altri; ma a sentirsene parte integrante, a essere Storia.
Da qui il messaggio nobile e profondo del libro: mai accontentarsi di una vita vissuta a metà, preoccupandosi di ciò che pensano gli altri e di non deludere chi è abituato a vederci sempre in un dato modo, ma cercare di migliorare se stessi, per migliorare il mondo e per lasciare alle generazioni future un esempio di coraggio e di umanità che malgrado il passare del tempo e i progressi della tecnica, rimanga autentico e attendibile per sempre.
E proprio come Pereira, non occorre essere degli eroi impavidi e senza paura, ma è importante riconoscere sempre le nostre idee e le nostre opinioni, aiutando chi si batte per i nostri stessi ideali.
Perché in fondo noi tutti siamo degli ipotetici Pereira e noi tutti possiamo diventare parte integrante della Storia. E non è affatto necessario essere degli eroi.
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