Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
1ª edizione - (1998)

Un'esperienza di lettura

 Che noia! Giuro che 'sta volta proprio non ce la faccio! Basta, a tutto c'è un limite! Ancora una volta devo leggere (e già il verbo dice tutto: dover leggere è una delle cose peggiori che possano capitare) una novella di Maupassant per la scuola... e mi tocca pure il riassunto; e, come se non bastasse un simile supplizio, anche il commento.
Mi accascio sul letto e, guardando con occhi desiderosi il libro posato sul mio comodino - Il Giovane Holden - che mi pare assai più piacevole e costruttivo, mi accingo con scarsissima determinazione al compito che invece ahimé‚ mi tocca.
È la storia che viene narrata da un vecchio canottiere della Senna a un suo vicino di casa. L'inizio non è promettente: in tutto e per tutto simile ad altre novelle di Maupassant già lette, sulla guerra Franco-Prussiana, o sulla vita di un qualche nobile francese; ma dopo le prime righe comincio a sentire che questa volta c'è qualcosa di diverso... (estratto dal mio riassunto molto scolastico)
"... una sera, mentre rientrava tutto solo con la sua grossa barca, decise di fermarsi un attimo per riprendere fiato. C'era una splendida luna, il fiume scintillava, ed egli decise di fumarsi una pipa in quel luogo tanto tranquillo e pacifico. Scese nel canotto, si mise comodo e incominciò a fumare, ma sebbene tutto intorno a lui fosse perfettamente calmo, egli si sentiva molto inquieto e dopo poco dovette smettere: gli era venuta la nausea.
Decise allora di ripartire, ma quando cercò di salpare l'ancora, questa non ubbidì al suo gesto; e per quanto lui tirasse con tutte le sue forze restava saldamente attaccata al fondo del fiume.
Scoraggiato, si sedette; riprese la pipa, si versò un bicchierino da una bottiglia di rhum che portava sempre con sé.
D'un tratto qualche cosa urtò la carena della barca, producendo un rumore sordo; questo bastò perché lo invadesse di nuovo quel senso di angoscia che aveva provato prima.
Nel frattempo prese a calare una nebbia fitta, che in breve l'avvolse tutto, tanto che dalla barca non riusciva più nemmeno a scorgere l'acqua; l'unica cosa che distingueva erano le punte delle canne ai bordi del fiume
".
Le parole mi trascinano in un gorgo di emozioni e suggestioni acute e sorde, surreali, ma vere e profonde...
"Bevve ancora un sorso di rhum, poi, quasi impazzito, prese a urlare a squarciagola in tutte le direzioni, poi si sdraiò e rimase supino a lungo, assalito da incubi.
Non osava rialzarsi, ma a un certo punto si fece forza e, una volta in piedi, si trovò di fronte a un paesaggio straordinario e fantastico: la nebbia si era ritirata dal fiume raccogliendosi sulle sponde e formando su ciascuna di esse una collina ininterrotta, che riluceva sotto una grande luna in un cielo bluastro e lattiginoso.
Tutti gli animali che popolavano il fiume si erano risvegliati e facevano un gran baccano.
Egli chiuse gli occhi. Quando li riaprì (quanto tempo era passato?) vide un cielo pieno di nubi cupe, la luna era già tramontata, l'acqua sotto di lui si agitava increspata da un forte vento
".
Proseguo; in dieci minuti ho finito di leggere e ho inghiottito parola per parola tutte le sensazioni, sfuggenti ma vivide, per le quali, al di là della trama, il racconto mi ha scosso e appassionato.
Sono stesa sul mio letto, o almeno credo di esserlo, perché in realtà io sono ancora rannicchiata sul fondo del battello umido e freddo, presa da una terribile angoscia per il colpo che è appena risuonato contro la carena...
Credo di intuire che cosa mi vuol dire quel colpo. E anche perché sono lì ferma, incagliata sul fiume: c'è qualcosa o qualcuno che, totalmente estraneo al mio mondo, condiziona ancora la mia vita, tanto da ancorarmi in un luogo e impedirmi di proseguire...
"Ormai era mattino, un mattino che preannunciava una grigia giornata; Quando riuscirono a trarre l'ancora a bordo videro che, agganciato ad essa, c'era il cadavere di una vecchia, con una grossa pietra al collo".
Scossa da un tremito non vedo più attorno a me i poster di Bob Marley e del Che; dalla finestra sta filtrando una sottile nebbia che va a disporsi in collinette, coprendo il tavolo, il letto, i muri, l'armadio...
Aaah!
L'angoscia svanisce, d'un tratto: e ritorno nel mondo monotono che sta appena al di fuori delle copertine dei libri.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010