Un'esperienza di lettura
12:55. Mancano ancora dieci minuti prima che il pullman parta, sbuffo, sono stanca, voglio tornare a casa, devo connettermi su Messenger. Decido così di ascoltare un po' di musica per rilassarmi. Play, l'iPod si accende, ecco che la canzone attacca, la scelta non è stata difficile, Right Now, la sento cosi spesso che ormai il mio iPod si sarà stancato di riprodurla, anzi, credo che se potesse mi urlerebbe di cambiare brano.
Ma è inutile, è più forte di me, l'ascolto: la mia mente comincia a volare, i miei pensieri viaggiano tutti verso un'unica direzione... come al solito. Forse sto diventando monotona. Rido, la persona che ha preso posto davanti a me mi guarda un po' perplessa, non mi importa, sono troppo felice in questo momento per preoccuparmi di che cosa può pensare la gente. Così comincio a canticchiare le poche parole che conosco: we need to link up... you are my homie lover and friend; la sera prima le avevo scritte come frase personale di MSN, in quella situazione mi sembravano adatte, rispecchiavano le mie emozioni.
13:05. Finalmente il pullman è partito. Con il volto tra le mani e la fronte schiacciata al finestrino mi concentro ancora sul testo della canzone I wish I can fly with you; ecco che riprendo a sognare a occhi aperti, ma ancora una volta la mia immaginazione si è fermata sullo stesso punto.
Sembra quasi come una calamita dalla quale la mia mente è attratta e perciò non riesce a fare a meno di proiettare questa mia fantasia.
Basta! Voglio smettere di pensare per un attimo.
"Ste! te così? Non l'avremmo mai detto", oh no! Adesso ci si mettono pure loro, belle amiche che ho! Ho appena detto che voglio concentrarmi su qualcos'altro, e loro cosa fanno? Entrano nella mia testa e incominciano a infierire contro di me ripetendomi quella frase. Domani quando vado a scuola le becco e...
Per un soffio! Ero talmente assorta nei miei pensieri che non mi ero nemmeno accorta che l'autobus fosse arrivato alla mia fermata.
Guardo di nuovo l'orario: 13:10. È tardissimo, incomincio a correre. È l'amore a chiuderti gli occhi sai... l'iPod è passato alla canzone successiva. Lo prendo dalla tasca e rimetto Right Now. Senza pensarci l'ho fatto ancora, ho premuto back, ma a tornare indietro non è stata solo la canzone; la mia mente, come un videoregistratore, ha riavvolto il nastro della cassetta, pronta a trasmettere nuovamente il film.
Arrivo a casa. Accendo il computer, è lentissimo. Incomincio a inveire contro di lui, ma è inutile, è solo fiato sprecato, lui non mi può sentire. Finalmente dopo una bella manciata di minuti riesco a connettermi, scorro velocemente con il mouse i vari contatti; e sorrido quando vedo che è in linea.
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