Lo scudo di Talos
Il libro che ho letto, Lo scudo di Talos, è ambientato nell'Antica Grecia.
Quello che mi ha colpito di più sono le guerre persiane, la battaglia di Maratona, delle Termopili e la battaglia di Platea. Mi hanno impressionato queste guerre perché, secondo me, l'autore fa capire la crudeltà e la rozzezza degli spartani.
Oltre a questo mi ha colpito molto anche la vita che facevano i ragazzi spartani. Venivano sottratti alle loro famiglie molto giovani, all'età di otto anni e poi entro i diciassette anni, i ragazzi ormai adulti tornavano a casa con la preparazione di soldati pronti a tutto: persino a morire in battaglia per la propria Patria.
Se questo non avveniva, il popolo spartano li considerava come delle persone ignobili e vigliacche, senza valore e non degne di vivere.
Oggi al contrario di una volta, i ragazzini sono quasi tutti "figli di papà" viziati; questo succede perché non manca loro nulla, quindi la vita è molto più facile. Proprio per questo molte volte ci sono ragazzi che non riescono a farsi amicizie perché troppo legati ai propri genitori.
Un altro aspetto del libro che mi ha angosciato molto è la sofferenza delle famiglie che avevano dei bambini con delle malformazioni ed erano costrette ad abbandonare i figli sul monte Taigeto al proprio destino.
Per esempio la famiglia spartana dei Kleomenidi dovette abbandonare sul monte Taigeto il loro figlio Talos perché aveva un piedino malformato. Per sua fortuna un pastore messeno lo trovò e lo accudì finché non crebbe.
Talos, poi chiamato Kleidemos, diventò un fortissimo guerriero.
Questo mi ha fatto riflettere fino ad arrivare alla conclusione che molte volte ci creiamo dei pregiudizi sulla gente solo dal suo aspetto esteriore senza valutare le sue qualità interiori. Questo nostro comportamento uccide moralmente queste persone che il più delle volte vengono isolate e lasciate in disparte.
All'inizio del libro l'autore descrive gli Iloti come degli schiavi che lavoravano nei campi per il loro padrone. L'intervento di Kleidemos che, recatosi dal re con il quale era buon amico e compagno di battaglia, gli chiese ed ottenne per gli Iloti la libertà affinché diventassero liberi cittadini.
Kleidemos espresse al re questo desiderio perché anche lui in passato era un Ilota.
Ritengo che il libro sia stato molto bello ed interessante. L'autore ha usato un linguaggio semplice e scorrevole fino al punto di farmi vivere le scene descritte. Proprio per questo lo consiglio a tutti, soprattutto agli appassionati dell'Antica Grecia e della storia "antica".
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