Non è il solito Film
Mi sono rigirata tutto il pomeriggio fra il piumone caldo e il cuscino che qualche volta mi sembra troppo piccolo. Avevo il tuo pensiero fra le mani... no, non lo nego, e me lo rigiravo fra le mani, lo facevo rimbalzare fra le pieghe del letto.
Ma poi ho rovesciato i pensieri e ho pensato a quella notte d'estate... avevo bevuto le stelle tutte di un colpo e le sentivo pigolare fra le vene, avevo il ventre gonfio di notte, gonfio di bagliori, stelle cadenti e di desideri altrui. E mi sa che, presa ad ascoltare i cambiamenti miei e del vento, avevo aperto il rigido cancello dei sogni e li avevo buttati sopra ad una di quelle stelle.
E mi sa che la stella carica mi è caduta addosso.
Mamma mi chiama, dice che è ora, di darsi una mossa (grida per le scale, povera donna..). Abbandono il letto, mia dolce tentazione, e scavalco il dormiveglia. Infilo le airwalk ai piedi e mi sciolgo i capelli. Poi rimango lì, davanti al mio specchio pullulante di frasi scritte col rossetto. Cerco il mio sguardo riflesso fra le A, le F e i punti esclamativi, lo trovo e rimango in piedi senza dire o fare niente, con la testolina mezza vuota. Nel resto della testa penso a stasera.
Mamma mi chiama ancora.
Recupero il mio corpo velocemente, mi guardo ancora per un attimo e raggiungo la mut in macchina.
Mi siedo.
La sala non è grande, ma c'è un bel palco ricoperto di tessuto rosso.
Il film inizia, ma no, no, non è il solito film! La Valo mi guarda e ride con quel suo faccione che non mi stancherei mai di baciare.
E così mi hanno frantumato su uno schermo.. mi hanno ridotto in tanti colorati pixel.
Ci sono io sopra a quel palco.. e quella è la mia scena. Lo so, lo so è una parte un po' ridicola.. è un bacio.
Un bacio con poche parole.
Michelangelo aveva detto una cosa tipo: "Presentatevi, parlate un po' e poi baciatevi.. questa è la vostra scena, ma non voglio un bacio da seconda elementare.. voglio uno di quei baci pieni, lunghi, di due che sono veramente persi l'uno dell'altra. Con o senza lingua, a me non importa.."
Tutto qua.
Semplicemente così.
Non è facile parlare un minuto con un uomo e poi baciarlo all'impazzata riprovando la scena 5, 6 volte.. non è normale, ma è cinema. Lo avevo capito subito, ma lo capisco meglio adesso, che sono qui seduta, a guardarmi gli occhi sullo schermo, come se fossi davanti al mio specchio.
Io non lo so se gli attori che guardano i propri film si sentano così.. non ci avevo mai pensato, ma è una dolcezza infinita, è lo sparo di un cannone, è un qualcosa che non va d'accordo con le solite emozioni. Ma cosa mi porta ad avere tanto calore fra le guance, a sentirmi mille occhi addosso anche se è buio e qui dentro non mi vede nessuno? Deve essere il diverso, il rivedersi in situazioni particolari, il far vedere a persone estranee una cosa intima di te: un bacio.
La scena finisce in fretta.. (eppure per questi 30 secondi di pellicola avevamo lavorato 3 ore.)
STOP
Mi si scalda il petto e scoppia un silenzioso, lungo, soddisfatto sorriso. Per un lungo, dolce momento mi sento stella.
Le stelle questa sera sono veramente tante, me ne potrei ubriacare. Passa una nuvola, e me la fumerei.
La gente esce dal cinema, qualche faccia sconosciuta mi sorride, altri mi salutano.
Ecco, sì, deve essere questo il mio stato.. a mezz'aria, lì barcollante a metà, un po' come a bagnomaria. Incantesimo senza ritorno? E pensare che questo cortometraggio non lo volevo neanche fare..
Ma adesso lasciatemi qui a fumarmi la nuvola, con questa felicità che mi fa girare la testa, con un ricordo di più da rispolverare e con questa sigaretta che bruciando sembra che faccia un rumore assordante.
Stesa.
Da sola.
In un prato.
Di notte.
La testa verso il cielo e un gran mal di collo, per cercare di toccarle tutte quelle lucine.
Le stelle: bisognerebbe imparare a guardarle più spesso.
A Veronica e Michelangelo
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