Un’esperienza di lettura da "Un marito ideale" di O. Wilde
Come può essere stata la vita di una donna inglese, di ricca famiglia, bellissima, assai curata, con un marito in vista nell’Inghilterra del 1895?
Una vita trascorsa tra le feste, i salotti, le sartorie e… le camere da letto. Ma senza ambizione. Quello che oggi la maggior parte delle donne sogna è la carriera, il potere; quello che sognavano, solamente cento anni fa, era un buon matrimonio e una vita agiata. La loro grande meta, dettata dal presupposto che: "La vita di un uomo vale di più di quella di una donna; ha fini più alti, più vasto campo d’azione; ambizioni più grandi. La vita di una donna si svolge nel cerchio delle sue emozioni; quella di un uomo avanza lungo le vie della ragione".
Non è cambiato molto dall’ VIII secolo a.C., quando Ettore, nel VI canto dell’ Iliade diceva alla sposa Andromaca: "Torna dunque a casa e attendi alle tue opere, telaio e fuso, e comanda alle ancelle di adempire ai loro doveri: la guerra spetta agli uomini".
Non bisogna confondere i ruoli: alcune cose spettano agli uomini, altre solo alle donne.
Sir Robert Chiltern è un uomo di primo piano sulla scena politica: è colto, onesto, ricco, affascinante, sposato con Lady Gertrude Chiltern. Una donna esemplare. Una coppia esemplare. Finché non arriva lei, bellissima e attraente, intelligente e ambigua, Mrs Laura Cheveley. Con un foglio, con il più grosso dei segreti, con il più torbido degli scandali: la ricchezza e il potere. Perché se da una parte "il Dio di questo secolo è la ricchezza", dall’altra "il potere, il potere sugli altri uomini, il potere sul mondo, era la sola cosa per la quale valeva la pena vivere, il piacere supremo che valeva la pena conoscere, la sola gioia della quale non ci si stanca mai". Robert aveva venduto per soldi un segreto di stato, quei soldi grazie ai quali si era fatto una posizione. Tanti anni fa… povero Robert! L’aveva quasi dimenticato (se poi è possibile dimenticare), l’aveva sepolto. E ora? Ecco il passato che torna, Mrs Cheveley, il suo foglietto e la sua morale: "Presto o tardi tutti dobbiamo pagare per le nostre azioni".
Quale prezzo vuole quella donna? Se Robert è ricco, lei lo è di più. Anzi lo era e potrebbe ancora esserlo se… se le azioni del canale argentino su cui ha investito gran parte del suo capitale salissero, ovvero se Robert desse l’approvazione a quel progetto. Ma lui ha già preso la sua decisione ed è un no, secco. Sarebbe meglio dire "era": "era no, è no, sarà no" equivarrebbe a "era un uomo perfetto, un marito perfetto, un politico perfetto" e non sarà più nessuno se non un nome da scandalo. Se non un uomo solo. Perché se "ciascuno è tale e quale il suo passato l’ha fatto", Robert è un vile, un corrotto, un uomo spregevole. O, almeno, lo sarebbe per Gertrude. Lei che sentenzia senza sapere. Quando le situazioni che biasimi, che consideri vergognose accadono a te, quando ti attraversano diventando parte della tua vita, le decisioni non sono più così facili da prendere. E’ già davvero difficile giudicare con distacco qualcosa che ti sfiora; è praticamente impossibile discernere la ragione dal sentimento quando quel qualcosa entra a far parte di te. L’amore può diventare odio, ma anche perdono, soprattutto se si accetta che "non sono gli esseri perfetti, ma gli imperfetti che hanno bisogno d’amore". Tutti hanno bisogno d’amore, anzi tutti hanno bisogno del perdono. Non si può far proprio l’amore rigettando il perdono, perché questo è il suo risvolto estremo. Il fine ultimo dell’amore di Dio è la Misericordia, il fine ultimo dell’amore dell’uomo è il perdono. Ed è per questo che è terribilmente impegnativo: perché l’uomo non è capace di amare pienamente gli altri: può al massimo amare pienamente se stesso, ossia rimanere imprigionato nel suo universo, senza margini di sviluppo.
Eppure "è quando siamo totalmente feriti dalle nostre mani o dalle mani degli altri che l’amore dovrebbe sorreggerci". Altrimenti sarebbe solo passione. Una fiamma che si accende e divampa. L’amore salva e fa vivere, la passione brucia e uccide. E se ora fosse troppo tardi? E se la passione lo avesse già ferito mortalmente?
Il sì, l’approvazione al progetto del canale argentino sarebbero la chiara dimostrazione.
Il no, la speranza che l’uomo può cambiare, che "nessuno dovrebbe essere giudicato soltanto dal proprio passato". Adesso Robert deve dimostrarglielo. Gertrude ha scoperto tutto. E l’ha lasciato. O meglio si è lasciata svegliare così bruscamente dal castello dorato del suo matrimonio perfetto, con quell’uomo che voleva fosse il marito ideale, ma che non può esistere. L’uomo è un essere fragile, debole, che incappa facilmente nell’errore, che ha bisogno di essere aiutato, di essere salvato. E’ un progetto di vita che chiede l’apporto di qualcun altro, di Dio, capace di agire attraverso gli uomini.
Se presi nella loro accezione assoluta, perfetto o ideale tendono al sublime, all’ammirabile, ma non ammirato visto che non esiste nulla di sensibile nella realtà definibile in questi termini. Perché perfetto indica qualcosa che non necessita di alcun cambiamento, ma l’uomo è tale perché cambia, perché l’incontro con altro o con altri lo fa maturare. Robert ha incontrato Gertrude ed è cambiato. Ha sbagliato e questo non potrà mai negarlo, ma ha ammesso la sua colpa, ha deciso di guardarla in faccia: "Credevo che l’ambizione fosse una cosa grande. Non è vero. L’amore è la cosa più grande al mondo". E allora deve andare fino in fondo. Deve dire no. Deve dimostrare di essere davvero cambiato, rifiutando di cedere ad un vile ricatto: "Il canale è una truffa. Chiamiamo la cose col loro nome".
Come è inutile negare il fatto che Mabel e Goring sono follemente innamorati. Mabel è la giovane sorella di Robert, una perfetta bellezza inglese. Goring è il figlio del Conte di Caversham, un importante esponente dell’alta società londinese. Come descriverlo? Un perfetto gentleman.
Che lei sia persa di lui è evidente, lo corteggia e lo lusinga: "Bene, ammiro i vostri difetti. Non vorrei ne perdeste nemmeno uno". E’ pensabile che lui le possa resistere?
A Goring spiace essere considerato solo un romantico, mentre adora essere ambiguo. Ma il suo cuore batte per lei. E batte anche per se stesso. Sì, perché Goring ammette di essere narciso: "L’amore di se stessi è l’inizio di un romanzo che dura tutta la vita". Tutto dipende quale delle due accezioni si vuol intendere: se amare se stessi è il punto di partenza verso qualcosa di più grande, verso l’amore con la A maiuscola, oppure se è semplicemente la paura di mostrarsi agli altri, che fa indossare maschere. Maschere che poi nessuno è più capace di togliere, che nemmeno tu stesso non puoi togliere. Goring si è sempre amato e tutte le sue relazioni avevano il fine di compiacere il suo edonismo. Ma ora ama Mabel, la ama davvero.
Mrs. Laura Cheveley, invece, è figlia di quell’ambiente ipocrita e viziato, che nulla conosce e comprende, se non l’amore per il proprio ego; e per il denaro, naturalmente. Tuttavia, il personaggio di Laura è estremamente il più interessante, perché è ambiguo e l’ambiguità offre molti punti di vista: chi può dire con certezza se lei ha paura dell’amore e per questo si è rifugiata in se stessa diventando quella donna arrivista e perfida che l’autore descrive, oppure se è sempre stata la stessa, sempre stata la figura perfetta dell’imperfetta società inglese, dove è la donna la figura predominante, la donna che ben conosce l’ambizione: Laura così capace di vedere al di qua delle apparenze di un mondo illusorio, ma così incapace di sfruttare nel giusto modo questa sua preziosa dote femminile.
Perché se da una parte ha risvegliato Gertrude dal suo sogno effimero, dall’altra ha tentato di ostacolare l’amore di Mabel e Goring che non può certo essere spezzato, in quanto puro. Perché Mabel sa che non esiste un marito perfetto e Goring sa che Mabel è l’unica donna degna del suo amore.
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