La Forza di Socrate dall' "Apologia" e "Critone"
In Grecia, ad opera di Socrate, ha origine il pensiero sull'uomo com'educazione attraverso la conoscenza di sé.
Con i sofisti e con Socrate nasce l'ontologia: quella parte della filosofia che studia il concetto e la struttura dell'essere in generale.
È proprio con Socrate che per la prima volta prende avvio la riflessione filosofica sulla conoscenza, sull'uomo e sulla sua consapevolezza.
Il "conosci te stesso" di Socrate ci pone di fronte ad una svolta rispetto ai filosofi precedenti.
I Sofisti con Protagora e Gargia si differenziano dagli autori precedenti ponendo a fondamento della loro riflessione la retoricità.
Nel periodo in cui visse Socrate, il pensiero dei sofisti era ancora molto seguito. L'arte di convincere il popolo era ritenuta fondamentale per il buon governo della città. Abilità centrale era la capacità di convincere l'altro (con tutti i mezzi retorici disponibili) al di là della verità.
Ciò che veniva proposto non era la ricerca per il raggiungimento della conoscenza ma un'idea di uomo come misura di tutte le cose.
Socrate vive l'indifferenza dei politici per la verità; l'oratoria e la capacita retorica erano gli unici elementi riconosciuti validi.
La "missione" socratica era di tutt'altra natura, il desiderio e la ricerca della giustizia attraverso la conoscenza e la costituzione di uno stato in grado di formare uomini giusti.
La materia di Socrate diventa allora per noi, l'emblema del cittadino che Socrate stesso desiderava formare: l'uomo giusto, che segue le leggi della città e per tale fine è disposto a morire.
L'Apologia di Socrate è un testo fondamentale per comprendere e interpretare il suo pensiero sulla giustizia e la dimensione storico-culturale in cui visse. Di Socrate, diversamente da Platone, non ci giunge nulla di scritto.
Egli pone il dialogo come strumento per giungere alla verità e alla conoscenza. È solo attraverso uno strumento dinamico ed una partecipazione attiva alla ricerca che l'individualismo può avviare il processo verso la conoscenza. La capacità di ricordare verità apprese e ora nascoste può essere stimolata dal dialogo, che è uno strumento importante per giungere alla conoscenza e alla consapevolezza di sé stesso si sviluppa seguendo frasi e regole precise. La confutazione, l'ironia e la maieutica sono tre elementi di cui si serve Socrate (attraverso il dialogo) per aiutare il suo interlocutore ad intraprendere la strada verso la conoscenza. Paragona la sua arte a quella della levatrice che aiuta a partorire: a tirar fuori qualcosa da sé.
In quanto arte non necessita di un onorario che rischierebbe di "sporcarla". Elemento rilevante dell'impostazione educativa di Socrate è il riconoscimento del maestro come colui che aiuta l'altro a ricordare conoscenze già acquisite e riscoprire il proprio "demone" (coscienza).
Importante non è il raggiungimento di risposte ma la capacità di porsi domande e l'esercizio del dubbio metodico come habitus (modo di porsi) di fronte alla realtà.
La possibilità di procedere è data solo attraverso il passaggio che porta il discepolo a rendersi conto di sapere di non sapere. Colui che intende formarsi dovrà mettersi nella posizione della scoperta e dell'apertura verso se stesso e verso l'oggetto della conoscenza eliminando saperi errati e pregiudicati. Socrate utilizza il metodo ironico per condurre l'allievo alla consapevolezza circa la propria ignoranza; utilizza chiare ed evidenti strategie: ora di natura rigorosamente logica ora imponendosi di posizioni altrui o d'esempi per mostrare gli errori o i limiti del ragionamento intrapreso.
Socrate insieme a Platone e ad Aristotele possono essere definiti "baluardi dell'educazione occidentale". Così come ha fatto precedentemente l'Illuminismo spesso per confutare o rispondere alcuni temi dell'educazione si sono rifatti ai concetti espressi nell'antica Grecia e in Socrate.
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