Sentimenti ed emozioni su Critone: "Il dialogo con le Leggi"
Socrate, per poter far capire al suo amico Critone che lo vuole a tutti i costi convincere a fuggire, che questo gesto non è corretto, non è contemplato nel suo modo di vivere, immagina di avere un colloquio con le Leggi, che gli sottopongono numerose domande alle quali corrisponde sempre un'unica risposta: bisogna osservarle e rispettarle per vivere serenamente.
Durante la lettura del Dialogo con le Leggi, io sono rimasta colpita dalla tenace insistenza di Socrate nel rimanere coerente alle sue idee di giustizia.
Per me non è facile continuare a affermare che le Leggi e la Patria devono essere rispettate fino alle estreme conseguenze, in questo caso anche la morte.
Ma avendo letto tutti i discorsi che aveva fatto in sua difesa nell' Apologia, era facile capire che non sarebbe sceso a compromessi per vivere.
È esaltante l'idea per cui un uomo preferisce morire piuttosto che andare contro le Leggi che gli hanno offerto fino ad allora libertà di esprimersi e di vivere una vita dignitosa e nel caso di disaccordo con loro, gli dava la possibilità di andarsene a vivere in un altro luogo senza problemi.
Essendo Socrate una persona retta, scarta con sdegno l'idea della fuga dal carcere, anche perché lui ha accettato liberamente le Leggi, e fuggendo, calpesterebbe il loro valore.
È consapevole che, con la fuga, offenderà le Leggi della Città ma anche quelle dell'aldilà, inoltre la fuga non gioverebbe né a lui, né agli amici, né ai figli.
Anch'io, penso che non è bello comportarsi da fifone, cercando di scappare, ed è giusto rispettare le regole del luogo in cui si vive, anche se a volte ci sembrano sbagliate.
Bisogna, magari, cercare di modificarle attraverso il dialogo ma mai negarle solo perché ci fa comodo in quel momento.
Spesso si fugge per paura, però non sempre cambiando luogo, si potrà vivere una vita migliore, magari vivi con il rimorso del passato, perché i guai sono difficili da dimenticare.
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