Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
5ª edizione - (2002)

Una esperienza di lettura

Spesso mi domando quali siano le caratteristiche che deve possedere un libro per essere considerato un buon libro. Forse sono ancora troppo giovane ed inesperta per riuscire a rispondere a questo quesito, eppure la mia più grande aspirazione è quella di scrivere al più presto un buon libro, col quale comunicare le mie idee, la mia concezione di vita, e col quale riuscire, soprattutto, a suscitare nella persona che legge delle emozioni.
A differenza di altri mezzi di comunicazione, infatti, il libro continua a possedere un suo grandissimo fascino: esso riesce a portarci mille miglia lontani, in luoghi che forse non visiteremo mai; fa sviluppare la fantasia e la creatività che forse si erano assopiti in qualche angolo nascosto; ed è una forma d'intrattenimento in grado di far sorridere e a volte anche piangere.
Dai libri si possono imparare molte cose, ed una persona come me che si trova nella fase finale dell'adolescenza può affermare che essi hanno avuto (e continueranno ad avere) un ruolo fondamentale nella formazione del mio pensiero.
Tra i miei scrittori preferiti c'è il brasiliano Paulo Coelho, conosciuto anche come il "mago". È un autore contemporaneo ormai di fama mondiale che non ha bisogno di presentazioni, e di cui ho letto quasi tutti i libri finora. Ebbene sì, egli riesce alla perfezione a realizzare quello a cui io aspiro tanto: trasmettere delle emozioni.
Il libro che mi ha fatto conoscere ed amare Coelho è L'Alchimista, da cui vorrei trarre spunto per fare delle riflessioni. Devo aggiungere che ad ogni persona che conosco continuo a ripetere che non può vivere senza averlo letto, e che, dopo averlo letto, è da tenere sempre sul comodino e da rileggere la sera prima di andare a letto.
Il romanzo narra con uno stile incantevole la crescita del giovane pastore Santiago, che incarna ciò che ognuno di noi dovrebbe fare nella propria vita. Durante il suo lungo viaggio il ragazzo matura, cominciando a credere nei sogni e a lottare per renderli realtà, e fino a sconfiggere le sue paure.
Ogni uomo, infatti, possiede una Leggenda Personale, cioè uno scopo da compiere, un tesoro da trovare nel corso della propria vita. Poche persone, però, realizzano sino in fondo questa missione perché la maggior parte degli uomini col tempo si fa sotterrare dalla quotidianità della propria esistenza, si preoccupa solo degli affari, della carriera, si attacca agli oggetti materiali in modo dipendente, e finge di sentirsi con ciò completa. È proprio come se ci si fosse infilati deliberatamente nella tomba prima del tempo, prima di aver goduto delle numerose meraviglie presenti sulla Terra.
Credo che tutti possiedano dei sogni, chi più, chi meno, se non fosse così non sarebbe rimasta più alcuna speranza di migliorare il mondo attuale. Ma, allora, perché solo un esiguo numero di individui crede ancora ad essi?
Una delle ragioni principali è il continuo posticipare di cose che potremmo compiere senza problemi il giorno successivo, ma che non eseguiamo perché convinti che "ci sarà tempo per questo". Falso. Non bisogna indugiare sui propri sogni, perché essi sono belli non per rimanere tali, ma appunto per essere realizzati. Quando qualcuno riesce a rendere un sogno concreto succede che questi si commuove, gioisce, ringrazia la vita per avergli concesso tanto.
Ammetto di invidiare molto i bambini in generale, che continuano a sognare e sono convinti totalmente di poter portare a compimento la loro Leggenda Personale. Ma, crescendo, gli uomini perdono sicurezza e sognano di meno perché sono vigliacchi, vigliacchi per cercare di cambiare la propria lugubre vita quotidiana, e perché pensano che sia più semplice continuare a fare le solite cose a cui sono abituati, anziché trovare il coraggio per migliorarle.
L'ostacolo più grande, tanto è vero, sono le proprie paure. Noi esseri umani sappiamo che, volendo ed impegnandoci seriamente, saremmo in grado di mettere in atto qualsiasi cosa, di essere ciò che abbiamo sempre desiderato d'essere. Ma le paure sono assai più ardue da superare rispetto al tempo, al denaro, o ai vari ostacoli che si presentano in un'occasione. L'unica arma per sconfiggerle, dunque, è quella di imparare ad ascoltare il proprio cuore.
Come sappiamo, il cuore non è un organo come gli altri: batte perché è vivo (non solo dal punto di vista scientifico), e ci permette di essere vivi; palpita quando proviamo le nostre diverse emozioni; e si strugge se soffriamo. Nonostante non ce ne rendiamo conto, il cuore parla sempre e vorrebbe essere ascoltato maggiormente da noi, che spesso, invece, tentiamo di zittirlo. Parlare col nostro cuore non è una banalità né una perdita di tempo: la verità è che non possiamo farne a meno, se vogliamo capire sino in fondo la nostra natura e i nostri veri desideri.
La ricerca della felicità non è affatto un percorso semplice, e deve partire proprio dal dialogo col cuore, che potrebbe stupirci nel mostrare le cose che conosce e le cose che può insegnarci, se solo noi lo volessimo.
Di conseguenza, dovremmo dimenticarci di ciò che fino ad un momento prima ritenevamo fosse importante, ed in realtà potrebbe essere solamente futile ed insignificante, e dedicarci finalmente a compiere questo piccolo, ma grande passo. Ascoltiamo il nostro cuore!
Dopodiché risulterà tutto più semplice, e anche quello che prima pareva impossibile, ora ci apparirà sì ancora un po' complicato, ma realizzabile di sicuro. Infatti, quando siamo convinti di volere qualcosa anche tutto ciò che ci circonda coopera nell'adempimento di esso, e questo succede perché tutte le cose parlano lo stesso linguaggio del cuore, il Linguaggio Universale, e tutte le cose fanno parte, come il cuore, dell'Anima del Mondo.
Dio (qualunque sia il suo nome, e non è questo ciò che conta) non è un essere trascendente, ma si trova in ogni singola cosa attorno a noi sulla Terra: possiamo scorgere Dio nel sorriso di un neonato, e anche in un ciliegio in fiore, e anche in un mammifero che allatta i suoi cuccioli, e anche in un capolavoro d'arte. Dio è accanto a noi e si manifesta in diversi ed innumerevoli modi, perciò non dobbiamo dubitare della sua presenza, perché Egli ci veglia costantemente, e vorrebbe che ognuno di noi compisse la propria Leggenda Personale.
Realizzare dei sogni, però, non significa rinunciare all'amore e, viceversa, l'amore non deve rappresentare mai un impedimento: se si ama davvero qualcuno, si rispettano i sogni dell'altro e non ci si impone, invece, come un ostacolo al raggiungimento di essi.
L'amore è un sentimento importantissimo, e, se è profondamente sincero, non può essere in contrasto con i propri sogni, per cui, non bisogna aver paura di realizzarli oppure di allontanarsi dalla persona amata. L'amore è talmente straordinario da tenere unite persone anche nel tempo e nello spazio.
Ahimè, mi accorgo che noi uomini il più delle volte proviamo un incredibile timore di amare, di porre le nostre speranze nelle mani di un altro individuo, perché non vorremmo rimanere mai delusi né soffrire e né tantomeno versare interminabili lacrime per qualcuno che forse non se lo merita.
Eppure vale la pena provare tutto questo dolore, perché altrimenti la vita risulterebbe vuota e vissuta invano. Al contrario, se si riuscisse a trovare la propria metà, quella in grado di completarti pienamente, allora ai pianti fatti, alle paure provate, e alla grande sofferenza che a volte sembra incombere senza sosta si ripenserebbe solo con un sorriso sereno sul viso.
L'amore vero, quello decantato da tanti poeti e da tanti filosofi, quello che tutti desiderano incontrare, può essere indubbiamente trovato. Non è un'impresa facile, né di breve ricerca, ciò nonostante ogni essere umano si farebbe un torto enorme a non lottare per trovarlo.
Sono consapevole che al mondo nulla può essere perfetto e nulla può rispecchiare a pieno le proprie aspettative, tuttavia non possiamo far sì che questo ci blocchi in uno stato di rassegnazione e di angoscia perenne. Malgrado tutto, abbiamo l'obbligo di sperare e di non desistere neanche nei momenti più tetri dell'esistenza, e di ricordarci, bensì, dei nostri sogni e di tutto quello che di bello ci offre la vita. A volte si presentano delle situazioni favorevoli, e la nostra cecità non ci permette nemmeno di notarle; e in fondo ci vuole così poco per essere felici.
Abbiamo in possesso un immenso potere, ovvero la capacità di determinare la nostra vita, ma dobbiamo usarlo effettivamente: tutto dipende da noi. Infatti, non credo nell'esistenza del destino: gli avvenimenti accadono non perché scritti in precedenza su un qualche libro sacro, ma perché sono frutto delle nostre singole decisioni e di quelle delle persone che ci stanno accanto.
Non si possono fare delle previsioni sul futuro che siano certe completamente, perché anche un minimo evento, che sembra non avere alcun significato all'inizio, può aprire nella vita tanti percorsi diversi, e saremo poi noi a scegliere quale intraprendere.
Ogni uomo, perciò, dovrebbe smettere di rimanere passivo di fronte a ciò che gli succede attorno, e cominciare sul serio ad agire per realizzare la propria Leggenda Personale, non soltanto per se stesso, ma per l'umanità intera. Basta lamentarci continuamente di qualsiasi cosa accada e basta ricoprire il ruolo della vittima. Iniziamo, invece, a lottare perché "ogniqualvolta cerchiamo di essere migliori di quello che siamo, anche tutto quanto ci circonda diventa migliore" e così "la terra su cui viviamo sarà migliore o peggiore, se noi saremo migliori o peggiori".
Il mago Coelho insegna questo ed offre tanti spunti di riflessione e di discussione, quindi invito tutti a leggere i suoi libri, a cominciare da L'Alchimista. Attraverso questo capolavoro letterario, secondo il mio modesto parere, egli ha voluto far capire che tutte le persone possono diventare una sorta di alchimisti, superando i propri limiti e riuscendo anche a compiere cose non scientificamente spiegabili perché, comunque, "il linguaggio dell'alchimia è un linguaggio rivolto al cuore, e non alla ragione".


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010