Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
1ª edizione - (1998)

Un'esperienza di lettura da "Il Piccolo Principe" di Antoine De Saint-Exupéry

 Ancora oggi di tanto in tanto mi soffermo a scrutare il cielo e mi domando se la pecora ha o no mangiato il fiore.
Cinquecento milioni di stelle, a seconda delle volte, ridono dolcemente e piangono, e per noi che questo Piccolo Principe continuavamo ad amarlo tutto quanto cambia nell'universo, se in qualche luogo, non si sa dove, una pecora che non conosciamo, ha, sì o no, mangiato una rosa.
Un universo di stelle per me assume un significato diverso, ma non solo: leggere questo libro mi ha rivoluzionato pensieri ed emozioni.
Le dune di quel deserto e quella minuscola stella hanno trovato spazio in ciò che sono, il bambino che non risponde alle domande, ma arrossisce, è il bambino che mai vorrò dimenticare, e se dovessi dimenticare la bambina che sono stata, è lui che vorrei incontrare per ricordare insieme.
L'autore del libro ha avuto la fortuna di incontrare il Piccolo Principe, un bambino di circa sei anni, che ha abbandonato la sua stella; su questa c'erano un fiore (unico nella sua specie), due piccoli vulcani attivi (comodissimi per riscaldare la colazione del mattino), e quarantatré tramonti in un solo giorno.
Attraverso l'incontro dei due si schiude agli occhi del lettore un mondo fatto di poesia e di storie diverse.
La varietà del genere umano: dal bambino, ora uomo, che ai suoi tempi non era compreso dai grandi, ad un re che voleva comandare ma che non aveva nessun suddito che eseguisse i suoi ordini, passando per un vanitoso e un lampionaio, per arrivare, infine, ad incontrare una volpe saggia e un giardino colmo di rose rosse.
Anche un bambino di sei anni può sapere bene cosa sia la solitudine, ed era proprio per cercare una consolazione che il Piccolo Principe contemplava i quarantatré tramonti e innaffiava d'acqua e d'amore la sua rosa.
Scende sulla terra e tra le dune del deserto inizia la sua avventura.
Molto impara: la volpe gli ha spiegato come le amicizie possano essere tante ma sempre uniche e che è importante creare dei legami. L'amicizia molto comporta: pazienza, riti, ma soprattutto che non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi.
Conforta l'anima sapere che si è stati addomesticati da qualcuno che sia responsabile di noi per sempre. Sapere che poco importa parlare, si può stare anche in silenzio: le parole, in fondo, sono fonte di malintesi.
Il Principe cercava, dopo aver abbandonato la sua stella e il suo fiore, degli amici. Forse proprio per questo motivo quando incontra l'autore la prima cosa che gli chiede è di disegnargli una pecora. Un'amica con cui potrà giocare, un'amica che gli terrà compagnia, un'amica con cui fare colazione sulla loro stella.
Creeranno dei legami, saranno responsabili l'uno dell'altra per sempre.
È il tempo che si dedica a qualcuno che fa di questo un qualcuno molto importante.
Lontano dalla stella il Piccolo Principe non ha mai smesso di pensare alla sua rosa, forse per alleviare la solitudine di quella, in fondo, capirà poi il Piccolo Principe non si sono mai lasciati, in fondo sono sempre stati insieme perché lei anche se non è unica nella specie, è unica per lui.
Tutto questo riporta alla mente dell'autore quel tempo in cui anche lui guardava non con gli occhi ma con il cuore, quanto non si accontentava della superficialità dei rapporti umani, quando era frequentemente non compreso dai grandi e di quando si sia dovuto conformare alla norma crescendo.
Un libro-confessione questo, momento di ricerca interiore, di naturalezza e di semplicità.
Il Piccolo Principe a distanza di un anno dal suo arrivo sulla terra, decide che è il momento di tornare e si fa mordere dal suo amico serpente che ha un veleno molto potente (questo gli ha spiegato il male e come certe volte ciò che sembra un male, può servire a far del bene).
Il Piccolo Principe non si dà la morte, ma a lei si offre: ormai il desiderio della rosa è diventato troppo forte perché possa ancora resistere. Lievemente cade sulla sabbia, dopo aver salutato l'autore.
Non fece neppure rumore sulla sabbia. Solo dopo l'autore si ricordò che alla museruola della pecora (per far sì che non mangiasse la rosa) si era dimenticato di aggiungere la correggia di cuoio, così che il Piccolo Principe non avrà mai potuto metterle la museruola!
Sappiamo che l'autore, poeta e pilota Saint-Exupéry, poco dopo aver pubblicato il lavoro sparirà nel nulla sorvolando la Baia degli Angeli.
Non fu ritrovato lui e neanche la carcassa del suo Lightning da ricognizione, gli volevano imporre di continuare a vivere senza volare, per loro un pilota a quarantaquattro anni è già vecchio. Era veramente troppo triste. Anche per lui il sentimento della resa è stato troppo forte.
Molto mi ha commosso questo libro; ma soprattutto molto mi ha fatto riflettere. Sono ancora, sebbene in piccola parte, bambina? Riesco ancora a guardare con il cuore? Ho dei legami con qualcuno e sono responsabile di questo per sempre? Domande legittime dopo aver letto il Piccolo Principe, domande difficili e compromettenti. Ricordo di aver avuto dei legami ed anche se si sono rotti so d'essere ancora responsabile di queste persone, lo sono stata, lo sono e lo sarò. Quando ripenso alle pagine, alle parole scritte di questo libro non posso fare a meno d'avere voglia di cercare una volpe che quando ci dovremo lasciare mi dica: Ah, piangerò, ma ci ho guadagnato il colore del grano e non è poco. I capelli color d'oro ricordavano alla volpe i campi di grano che per lei, che era carnivora, non avevano alcun significato speciale prima di incontrare il Piccolo Principe: È difficile creare dei legami, è rarissimo trovare chi ci ami senza secondi fini, ma è fortunato chi ha un amico che sia responsabile di lui per sempre.
Può far male il Piccolo Principe, può far sorgere in noi il bisogno di qualcuno che cammini sullo stesso nostro lato della strada. Si cerca di non pensarci, la solitudine se mal vissuta uccide, se si affronta fa soffrire.
Meglio soffrire o non vivere per nulla e quindi fingere? Quando dei legami si rompono molte certezze crollano, quando incontriamo la varietà del genere umano tutto ci sorprende: siamo esigenti nei confronti degli altri, ma questo siamo.
Chi mi stringe la mano quotidianamente, chi mi abbraccia, chi mi parla dolcemente ma con franchezza mi dimostra che se non si è felici per queste piccole dolcezze, allora bisogna fare in modo di scoprire il senso della felicità. Le amicizie finiscono, come molte storie d'amore, con i legami questo è più difficile, forse questo il Piccolo Principe voleva insegnarci: siate cauti.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010