Una esperienza di lettura
Non è affatto facile, leggendo un libro, rimanere completamente insensibili ad una trama emozionante, a un personaggio dal profilo insolito, a una scena particolarmente coinvolgente... A volte mi capita di entrare a tal punto nell'atmosfera di un brano, da provare sensazioni e sentimenti quasi reali e di approvare o giudicare errati i comportamenti dei protagonisti. Proprio questo è accaduto mentre leggevo, verso dopo verso, il libro IV dell'Eneide di Virgilio.
Subito la mia mente si è affollata di pensieri e non poche sono state le considerazioni riguardo i due aspetti principali della vicenda: l'esigenza storica e l'amore.
Queste due realtà, che all'apparenza potrebbero sembrare totalmente distaccate, prive di un nesso logico, sono invece poste in contrasto nel dramma della regina Didone.
La prima di queste due esigenze, l'imposizione del fato, è per Enea un ordine inconfutabile che lo costringe a soffocare i suoi sentimenti, quasi non avessero alcun valore; ma l'eroe non tiene conto del dolore provocato dalla sua decisione.
Non condivido affatto l'insensibilità di quest'uomo, la sua rinuncia e la sua incapacità di imporre le proprie esigenze ad un fato che non pensa ad altro che a raggiungere i suoi scopi senza considerare la vita del protagonista. Penso a Didone e comprendo l'umiliazione e la rabbia di quest'ultima che, dopo aver rinunciato al giuramento di fedeltà a suo marito Sicheo proprio per amore dell'eroe troiano, viene respinta e abbandonata a causa di quegli stessi dei che l'avevano inizialmente incoraggiata.
Trovo che la drammaticità dell'episodio stia soprattutto nella rassegnazione e nel rifiuto di Enea di fronte ai numerosi tentativi di Didone di trattenerlo con lei a Cartagine.
Didone è vittima degli dei e del loro continuo cambiamento di posizione poiché sono loro a far sì che le navi di Enea giungano a Cartagine e sono in particolare Venere e Giunone a favorire l'unione tra la regina e il principe troiano.
Dovendo, però, anche gli dei sottostare al volere del fato, essi obbligano Enea a ripartire non curandosi delle conseguenze di quest'imposizione.
L'esigenza dell'amore viene in questo canto ritenuta di minore importanza rispetto al volere del fato e diviene causa di desolazione anziché motivo di felicità.
Il sacrificio di Didone è quello di una donna che ha creduto di poter vincere con l'amore la necessità dettata dalla storia e che, sconfitta nel suo intento, non ha più potuto vivere nel rimorso di aver rinunciato alla memoria del marito per amare un uomo che l'ha poi abbandonata. Ammiro la forza d'animo e la determinazione della regina che fino alla fine è riuscita a mantenere un comportamento dignitoso nonostante le difficoltà e a non perdonare l'uomo che, pur di obbedire al fato, ha disprezzato la sua esigenza d'amore.
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