Il piacere di Gabriele D'Annunzio
"Io sono camaleontico, chimerico, incoerente, inconsistente. Qualunque mio sforzo verso l'unità riuscirà sempre vano...
A. Sperelli
L'attesa spregiudicata di un incontro.
La casa parla di lei.
Oggetti finiti che rimandano al passato trascorso, abbandonato.
Vivo solo nella memoria.
La memoria del suo volto.
Dei suoi passi.
Delle sue mani.
Sento una voce.
Mi volto nella stanza.
Nulla, forse.
Lei.
Sta per arrivare.
Il tempo scorre.
Pochi minuti confrontati con i mesi in cui non cercavo altro.
Dolore.
Per un'attesa che non rinuncia.
Per un momento che striscia misero.
E poi finalmente la vedo.
Entra trionfante in me.
Sublime presenza.
Splendore della luce, Elena.
Angelo voluttuoso della mia notte.
Le tue ali mi avvolgeranno ancora.
Non avrò scampo. Non voglio.
Ma la luna è tua dimora, il vento tuo sostegno.
Ti prego non volare via!
Non svanire fra le mie mani!
Vogliono ancora toccarti.
Non nasconderti ai miei occhi!
Vogliono ancora baciarti.
È sottile la lama del tuo gioco.
Tagliente. Il tuo sorriso.
Come l'anima di un diavolo.
Tu lo sei.
Spirito dalle piume corvine.
Insana bellezza che mi perseguita.
Mi azzanna.
Mi fa sanguinare.
Rossa: la passione fra di noi.
Bianca. Lei.
Amata, Maria.
Candida coltre che riscalda il mio animo perso.
Lo rischiara, col bagliore del suo sentimento.
Cieco, io!
Non sono più in grado di distinguere.
Non ho mai voluto.
Bramo il buio che mi illumina la via.
Perché la notte porta il suo nome: Elena!
Non ho compreso il valore del sole.
Se l'ho avuto, è stato per desiderare la luna.
Pallida, seducente luna.
Limpido, avvolgente sole.
Mi ami?
L'hai scritto.
Mi ami?
Tu sei il vero angelo.
Mi ami?
Raccogli le rose, gentile creatura!
Ma non pungerti!
Non sarò in grado di placare il tuo dolore.
Oh Elena!
Sempre. Di più.
Al mio sospirare non ottengo risposta.
Vai?
E perdo chi non ho mai avuto.
Abbandono chi si è donato.
»Torna all'elenco dei testi
»Torna all'elenco delle edizioni