Racconto che cosa ho capito e cosa mi ha colpito di questa storia "Pavimento A Mattonella"
L'ultimo libro che ho letto e che mi ha colpito particolarmente s'intitola Pavimento A Mattonella.
Questo libro narra la storia di una ragazza di nome Sonia che frequenta la scuola. Agli occhi degli insegnanti, Sonia appare una ragazza molto introversa.
Tutte le volte che Sonia ritorna a scuola si chiude in se stessa, non parla con nessuno e a volte piange. Un giorno Sonia torna a casa da scuola, decide di parlare con gli insegnanti al telefono, tutti i professori sono contenti di sentire la voce di Sonia. L'unica persona che non è d'accordo con questa sua scelta è il suo professore, che le consiglia di parlare personalmente con lui l'indomani a scuola.
Lui cerca di trovare un modo per comunicare con Sonia, poiché non parla mai, si avvicina e le sussurra all'orecchio, che tutte le volte che voleva dirgli qualche cosa, poteva scriverglielo su un foglio. In questo modo cominciarono a comunicare.
Una mattina l'insegnante dà un compito a tutta la classe, scrive sulla lavagna, che cos'è il pavimento a mattonella?
La sua domanda aveva un scopo ben preciso. Infatti quando Sonia legge la domanda rimane molto turbata.
Sonia, qualche giorno prima aveva avuto delle crisi di pianto e si era gettata per terra, perché il suo inconscio era convinto che le macchie scure del pavimento si muovessero e pensava che le volessero fare del male.
Per me l'insegnante voleva scoprire il motivo del gesto di Sonia, che cos'era scattato nella sua mente, ma Sonia si è spaventata e non ha risposto.
Tutte le volte che i suoi compagni vanno in palestra per fare gli esercizi, Sonia si mette in un angolo e sta da sola.
Sonia crede che i suoi compagni di classe non le vogliano bene, e dice sempre che non le piace andare a scuola.
Un giorno però Sonia rimane colpita dalle parole dette dalla compagna Maria Leonessa, la ragazza stava raccontando di una sua vecchia esperienza avuta nella vecchia scuola, raccontava di tutte quelle volte che i suoi amici la prendevano in giro e affermavano che era brutta. In quel momento Sonia rimase molto colpita dal suo racconto.
Forse le fece capire che non era l'unica ad aver avuto esperienze negative. Dopo un po' di giorni l'insegnante, comincia a cercare di far partecipare di più Sonia alle lezioni, insomma comincia a pretendere di più da lei.
Sonia allora, ha cominciato a rendersi conto, che con lui, non sarebbe più bastato dirgli ti voglio bene.
Sonia ha cominciato a rendersi conto che, lui la voleva aiutare; a parlare un po' di più e a confidarsi con lui se aveva un problema. Solo verso la fine della scuola comincia a parlare un po' con l'insegnante.
Alla festa di fine anno, c'erano tutti i suoi compagni e dei ragazzi provenienti da altre scuole, la festa fu organizzata all'interno della palestra, tutti festeggiavano, scatenandosi e ballando. Sonia da quel giorno comincia a rendersi conto che tutte le sue paure erano inutili, l'insegnante le ripete che sia lui che tutti i suoi compagni le hanno sempre voluto bene e le vorranno sempre bene. Da quel giorno Sonia comincia a sorridere e si rende veramente conto che lui ha fatto di tutto per aiutarla diventando suo amico.
L'ultimo giorno di scuola dopo la festa, lui stava per tornare in classe quando da lontano, vide Sonia che gli sorrideva e gli mandava un saluto.
Questo libro mi è piaciuto molto e credo che la storia che racconta, mi ha insegnato anche qualche cosa.
Secondo me voleva cercare di far capire, che se si hanno dei problemi, che non ti fanno stare tranquillo o hai paura di qualche cosa, a volte bisogna trovare il coraggio di confidarsi con qualcuno, perché tenersi tutto dentro non è una cosa bella.
Se io fossi stata un'amica di Sonia avrei cercato, di aiutarla a non chiudersi in se stessa.
Penso che a volte confidarsi con qualcuno, se si ha un problema, la cosa migliore, sia confidarsi con qualcuno, anche se non è facile.
Credo che Sonia, utilizzava il silenzio come forma di difesa, contro le persone che le stanno attorno, e che forse ai suoi occhi appaiono un po' come dei nemici.
In qualche modo, posso dire di sentirmi vicina a questa ragazza, perché nonostante io fossi sempre stata una ragazzina vivace e allegra, quando frequentavo le scuole elementari e medie, purtroppo con i miei compagni non ho mai avuto dei buoni rapporti. Questi compagni mi prendevano in giro per il mio modo di camminare. Se a volte, capitava che non riuscivo a giocare come loro, mi escludevano, lasciandomi in un angolo.
Come la ragazza del libro, anche io grazie all'aiuto della scuola che frequento ora, ho più fiducia in me stessa e nelle mie capacità.
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