L'incontro con il "diverso" attraverso un'esperienza di lettura
Il mio incontro con il "diverso" è avvenuto quando ho letto E.T.. È un extraterrestre, è basso goffo e cammina con un pinguino. Egli è stato lasciato per sbaglio sulla Terra dai suoi compagni alieni che sono ripartiti per raggiungere il loro pianeta. E. T. però, pur essendo fisicamente diverso da noi, ci assomiglia perché, come fanno i bambini piccoli, appena vede questo nuovo ambiente, la Terra, inizia ad esplorarlo incuriosito ed è grazie alla sua curiosità che scopre il suo nuovo amico, col quale si comporta come noi bambini quando incontriamo un nuovo compagno di giochi. L'alieno però è molto diverso dagli adulti; se un uomo adulto scendesse per la prima volta su un pianeta sconosciuto non sarebbe come E. T., che cerca di instaurare un rapporto d'amicizia con la nuova specie, ma ne catturerebbe un esemplare per ucciderlo e poi studiarlo. Non farebbe come E T. che esplora il nuovo mondo per curiosità, ma lo esplorerebbe solo per tracciare delle carte geografiche. L'incontro col diverso stimola in E. T. la curiosità della scoperta, mentre nell'uomo adulto risveglia solo l'interesse personale, il desiderio di gloria, di fama e di successo.
Nel film il ragazzo che incontra E. T. tratta il piccolo alieno come un fratello, un amico, mentre gli scienziati che lo trovano si mettono delle tute speciali e lo catturano per studiarlo. Quindi E. T. ed il ragazzo instaurano un rapporto alla pari, semplice, invece gli adulti si fanno grandi nei confronti del piccolo E. T. con tutti i loro macchinari e la loro scienza e non sono capaci di comprendere che E. T. ha una grande mente perché con cose comuni, usando solo la fantasia, riesce a costruire un congegno per comunicare con casa sua.
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