Un'esperienza di lettura da "Siddartha" di H. Hesse
...E tutto insieme, tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo. Tutto insieme era il fiume del divenire, era la musica della vita...
Così Siddartha, protagonista dell'opera di Herman Hesse, risolve la sua affannosa e tormentata ricerca dell'Io, dell'Atman, in uno scenario coinvolgente fino all'estremo, nell'India del VI secolo a.c., spiritualmente pittoresca, pervasa di tinte e di aromi tra i più caldi e inebrianti, ma soprattutto, pullulante di profeti, monaci, eremiti, assetati di risposte universalmente valide per la comprensione dell'uomo, della vita, e delle forze che in essa vorticosamente si agitano.
Animati dall'ansia di raggiungere la consapevolezza totale di se stessi, i filosofi indiani (o Brahmini), conducevano, attraverso il disprezzo totale dei "valori terreni", un'esistenza mirata alla scissione tra corpo e anima.
Vivevano nella chiusura più totale, per scelta rinunciavano alla famiglia, al lusso, alle comodità più semplici della vita e ancora di più alle emozioni, alle passioni, all'amore, alle sofferenze, tutti valori, la cui eliminazione era necessaria per conquistare l'infinito e l'entità suprema.
La loro vita ruotava tra momenti di preghiera, concentrazione e addirittura soppressione del respiro e ipnosi.
Il tutto avveniva nell'isolamento assoluto. immersi nei fitti e selvaggi boschi, dominati dal tanto contemplato cielo, non conoscevano paura, avvolti soltanto nei loro mantelli, avevano un unico punto di apertura con gli altri uomini quando, ormai sul punto di morire di fame, visitavano i villaggi in cerca di elemosina.
E proprio in questo scenario ricco di misticismo e di spiritualità cresce il giovane Siddartha, figlio di un Brahmino e le cui curiosità e profondità lo spingono a intraprendere, lasciando la famiglia, la strada del sapere per cui, passando di esperienza in esperienza giungerà per strade diverse da quelle che si era prefissato alla conquista del Nirvana (l'Eternità).
Il suo viaggio spirituale ebbe inizio quando, lasciata la famiglia in compagnia del suo amico Govinda, entrò a far parte del gruppo degli asceti di Samana con i quali il giovane Siddartha cominciò ad apprendere un nuova dottrina.
Si spogliò dei suoi abiti, abituò il suo corpo da prima a nutrirsi solo una volta al giorno e successivamente a digiunare fino a ventotto giorni, il suo aspetto si fece selvaggio: dimagrì spaventosamente, dalle sue mani ormai scarne uscivano unghie lunghissime e il suo viso ridotto a pelle e ossa si ricoprì di una lunga e trascurata barba.
Questo era necessario ed inevitabile poiché rappresentava il primo netto distacco dalla civiltà che per i Samana era sinonimo di dolore, peccato... come era stato esposto tempo prima da Buddha, da cui loro erano ispirati e per il quale l'origine del dolore stava nella sete di vivere, alimentata dal piacere, dalla cupidigia e dalle tentazioni.
Il passo successivo verso il raggiungimento dell'Atman era sicuramente il più difficile: diventare vuoti di sogni, di desideri, di gioia, di dolori; privi insomma di ogni sentimento, per trovare così la pace del cuore e liberare la mente da ogni pensiero.
Siddartha restò con loro per diversi anni, ma, nonostante fosse diventato un perfetto conoscitore della dottrina, non riuscì, con molta delusione a trovare le risposte: decise così di cercarle altrove.
Già da questa prima esperienza aveva imparato però una cosa importante e cioè che, per quanto incisive possano essere, le parole non possono insegnare a vivere, ogni uomo deve, tramite le proprie esperienze di vita, trovare le proprie risposte e capire da solo che cosa lo può portare al raggiungimento dei propri obiettivi.
Non può infatti esistere "una regola di vita" valida per tutti, poiché ognuno di noi rappresenta un singolo soggetto, frutto inevitabilmente di esperienze, di condizioni e di aspettative diverse non equiparabili tra loro.
Possono invece esserci un confronto ed uno scambio di considerazioni, attraverso le quali, sulla base delle singole esperienze, trovare dei punti comuni sui quali esprimere le proprie convinzioni.
Dopo la conoscenza di un monaco, Gotama, da tutti ritenuto un illuminato, Siddartha abbandonò definitivamente i Samana e partì per un viaggio senza meta.
Forse per destino, giunse in un villaggio nel quale si può dire che iniziò una seconda vita: qui conobbe e consumò l'amore per una donna, Kamala, dalla quale ebbe poi anche un figlio, imparò a vivere nel lusso, servito, riverito e anche se con un po' di fatica, divenne un abile commerciante.
Proprio da questa esperienza, basata soprattutto sull'aspetto materiale della vita, Siddartha cominciò a comprendere buona parte di se stesso e giunse alla conclusione che, per raggiungere la pace interiore, non è necessario, al contrario di come gli avevano insegnato, rinunciare alla vita sociale, ma piuttosto riflettere e trarre insegnamento da ogni situazione negativa o positiva che fosse; l'aspetto esteriore di una persona non identifica immediatamente quello interiore, la profondità.
Ma nemmeno questo gli bastò; a malincuore, e ormai non più giovane, abbandonò di nuovo tutto: la compagna, il suo lavoro, la sua lussuosa casa, gli agi e gli amici per iniziare un altro viaggio alla ricerca dell'Io.
Questa volta il suo cammino si arrestò vicino ad un fiume presso il quale abitava Vasudeva, un anziano proprietario di barche, dotato di una saggezza e profondità d'animo notevole, il quale, forse più di chiunque altro, aiutò Siddartha a comprendere la vita, le persone e il mondo intero e con lui passò gli ultimi anni della sua vita, quelli fondamentali.
Vasudeva aveva la rara capacità di saper ascoltare, qualità che anche oggi in una società dove la comunicazione dovrebbe rappresentare il cardine, viene spesso sostituita dalla chiusura più totale, la quale porta inesorabilmente alla nascita di conflitti e di incomprensioni.
Con lui Siddartha si aprì completamente, gli raccontò la sua intera vita, e lui lo aiutò a superare i rimorsi e le sofferenze, legati soprattutto alla sua ultima esperienza, permettendogli così di dedicarsi completamente allo studio della sua anima.
Finalmente Siddartha trovò le risposte che cercava, capì che la vita è inevitabilmente costellata di desideri, di intuizioni, di impulsi che lui stesso aveva provato per primo, ha degli obiettivi, delle mete per il raggiungimento dei quali farebbe di tutto, conoscendo anche la sofferenza e il dolore.
Ognuno di noi, dal primo all'ultimo respiro, non può sottrarsi alla vita e il dolore, il pianto, l'insoddisfazione fanno parte di essa, perché se così non fosse non ci sarebbero nemmeno la gioia, il sorriso, la felicità, ci sarebbe solamente un corpo vuoto, inanimato e incapace di esistere.
La cosa più bella che Siddartha aveva capito era stata la grandiosità della vita e della morte, del piacere che si prova a volte nel peccare e nel capire un istante dopo, con intelligenza, di aver sbagliato, di desiderare qualcosa o qualcuno e di ricorrere per questo all'astuzia, all'ambizione, alla vanità. Si era sentito vivere. Amare, allora come oggi, è il motore dei mondo e Siddartha l'aveva capito. Aveva vissuto tutta la sua vita per questo, aveva provato sul suo corpo il dolore, la fatica del conoscere, del sapere, dell'amare e del vivere, fino al tormento ma alla fine riesce a trovare il suo Io e va oltre per raggiungere l'eterno.
Con questo testo Hesse, fornisce al lettore molti spunti di riflessione sull'uomo e sulla sua vita, proprio per questo l'ho preferito rispetto ad altri; nonostante l'avessi già letto, mi ha colpito molto e sono riuscita, a differenza della prima lettura, a cogliere tutti gli "input" che l'autore con tanta maestria intendeva trasmettere.
La lettura di Siddartha mi era stata consigliata cinque anni fa da un mio insegnante ma forse, a causa della mia scarsa maturità, non aveva suscitato in me alcun tipo di emozione.
Dalla lettura più recente, invece, essendo cresciuta e arricchita la mia personalità, ho ricevuto notevoli insegnamenti dalla filosofia di Hesse e, proprio per questo, ne consiglio la lettura a chiunque voglia accrescere il proprio bagaglio culturale.
»Torna all'elenco dei testi
»Torna all'elenco delle edizioni