Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
8ª edizione - (2005)

Venere e Cupido Olio su tela Galleria dell'Accademia - Firenze

Il rosso distante sui tetti è fiamma
lieve, le campane da acute forme
non increspano col loro slancio
le profondissime sete dall'alcova;
e mentre l'oscurità si appresta
a nutrirsi del colle ove il campanile
poggia, fugge splendente
sulle sue spalle il giorno impaurito,
appena udibile dal cuore celato
nel bosco silente. Qui vi soggiace
Venere, mollemente abbandonata
all'ombra dell'edera e del muschio
sopra un turchino guanciale,
intenta nello strappar le carni
da le labbra ardenti del fanciullo,
la cui ala d'abisso intinta nel nero
quanto più si affanna fragilmente
in gola il desiderio, tanto più ha gioco,
pungola con la sua manina
che dal collo arpeggia ebbre nebbie.
All'angelico corpicino beve
gli occhi la brama, come un fiume
nelle rocce che poi sgorga e risplende
fra le sorde cavità notturne;
fredda finge invece l'anima ricca
della dea, mentre indugia sul sobrio
filamento d'aria che recide le loro bocche.
Come lei, divina e indifferente,
che con tre affusolate dita sostiene
il groviglio femminile e nell'altra
mano il vento che spunta lo stormir
fumido e guerresco delle frecce,
egli anela, dio delle passioni, al bacio.
Ma ella il colpo ne dirige verso vecchie
maschere deformi e ricordi appesi
all'arco, sotto carnose rose rosse
di un segreto vaso adombrato.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010