La fine del dolce
La cena era praticamente terminata per Francesco e Giulia: dopo un'abbondante porzione di pasta al sugo, una bistecca ai ferri ed un'insalata, ora, entrambi, stavano mangiando una mela, di quelle gialle e farinose di fine autunno.
Ad un certo punto, improvvisamente, Francesco dice "Aspetta! Mi sembra di avere un pezzo di torta gelato nel frizzer" e così dicendo si alza lasciando nel piatto l'ultimo boccone di mela.
Dopo aver guardato in tre scomparti, riesce a trovare la torta: una di quelle tonde multistrato vaniglia e cacao, con al livello superiore una spessa striscia di panna.
"Che cavolo" esclama Francesco "è proprio bella dura, mi sa che ci conviene sparecchiare nell'attesa che si sciolga un po'" quindi posa il vassoio col dolce sul piano della cucina e torna verso il tavolo.
Dopo che anche Giulia ha finito la sua mela, si alzano ed ognuno porta i piatti, le posate ed il bicchiere usati per la cena verso la lavastoviglie, ma lasciandoli fuori, siccome non era ancora stata svuotata dal carico precedente; tolgono il pane, appena spizzicato, e la bottiglia dell'acqua, poi prendono la tovaglia, che copre il piccolo tavolino tondo, e si dirigono verso il balcone per sbatterla dalle briciole.
Francesco è proprio fortunato: abita all'ultimo piano di un piccolo condominio verso la periferia della città ed ha a sua disposizione un ampio terrazzo, dove i suoi genitori coltivano diverse varietà di fiori.
È una bella giornata! Nonostante sia quasi giunto l'inverno, c'è una temperatura gradevole e la luce naturale è ancora forte alle 8 di sera.
La quotidianità di Giulia e Francesco era stata rotta dalla necessità di compiere una ricerca per la scuola, sull'invenzione del computer, che quindi, dopo le sei ore di lezione ed un leggero pranzo, li aveva portati alla Biblioteca Comunale dove vi erano rimasti per quasi quattro ore alla ricerca di testi ed immagini.
Visto che dopo lo studio si era fatto tardi, Francesco aveva invitato la compagna di classe a cena nella sua abitazione, dato che entrambi erano a casa senza genitori e Francesco sapeva destreggiarsi un attimo meglio di Giulia tra i fornelli.
Ormai avevano sparecchiato e riordinato la cucina, così Francesco prende dal mobiletto due piattini, due cucchiaini ed un coltello per dividere la torta.
"Vuoi che andiamo a mangiarla sul terrazzo?" dice Francesco indicando la torta "Tanto non fa ancora freddo".
Giulia trova molto piacevole la proposta e quindi fa segno di sì con la testa.
Si dirigono quindi verso l'ampio spazio esterno:lui con in mano il vassoio del dolce e le posate, lei con i piattini; posano il tutto sul tavolino che c'è di fianco al parapetto, un piccolo tavolino di legno, di quelli pieghevoli.
Francesco rimane in piedi ad affettare la torta, mentre Giulia si siede e mette davanti alle sedie il piattino con il rispettivo cucchiaino; fatte le fette il ragazzo ne mette una abbondante in ogni piatto e poi si siede di fronte a Giulia.
Entrambi si mettono a gustare il dolce, con un'infinita lentezza, come se non ne mangiassero da chissà quanto tempo; nessuno proferisce parola, mentre la città sullo sfondo inizia ad accendere le sue luci visto che quella naturale sta venendo progressivamente meno.
Il sole era ormai quasi tramontato, ma alcuni raggi riuscivano ancora a dare una particolare atmosfera, quasi magica, di quelle che si creano solo in città a causa dell'interazione con lo smog, uno scenario ovattato e quasi immobile.
Francesco mette in bocca l'ultimo pezzo di torta e poi col cucchiaio pulisce bene il piatto dagli ultimi rimasugli di panna e poi si ferma a fissare Giulia che sta terminando il suo dolce; osserva le sue mani che si muovono dal basso verso l'alto, dal piattino alla bocca, i capelli che si muovono lentamente alla debole aria, gli occhi che rimangono concentrati sulle proprie azioni, ogni parte del suo volto è sottoposta a minuzioso "esame".
Ora anche lei ha finito ed alza lo sguardo incrociandolo con quello di lui che non aveva fatto in tempo a distoglierlo: il tempo sembrava essersi fermato fino a che lei non chiese dove dovessero essere messe le stoviglie sporche.
Francesco non rispose subito perché immobilizzato da un misto tra stupore e vergogna "Lascia, faccio io, non ti preoccupare" dice alzandosi di scatto dalla sedia e recuperando piattini e cucchiaini e dirigendosi spedito verso la cucina; ritornato all'interno si mette rapidamente tutto sul piano di marmo e poi si mette a pensare su quanto accaduto.
Prende un momento fiato e poi si gira per ritornare da Giulia, ma appena si volta se la ritrova davanti: l'aveva seguito appena lui era entrato in cucina posizionandosi a poca distanza, facendo bene attenzione a non far troppo rumore.
Francesco rimane impietrito, impreparato a quell'avvenimento, poi piano muove una mano verso il volto di lei, lo sfiora "Ti è rimasta un po' di panna qui" dice con voce tremante mostrando la guarnizione che ha raccolto sul suo dito; lei lo guarda fisso nei suoi grandi occhi e poi, con dolcezza, gli posa il capo sul petto.
Giulia si abbandona non appena lui la stringe in un caldo abbraccio e volge il volto verso quello di Francesco che piano le si avvicina e, timidamente, sfiora le labbra della sua compagna di classe; lei reagisce abbracciandolo e baciandolo con trasporto.
Dopo un po' di tempo passato abbracciati si scostano un poco: lei lo guarda negli occhi e lui subito abbassa il capo imbarazzato "Scusa" dice con la voce rotta dall'emozione, "No, non ti posso scusare per aver aspettato tutto questo tempo per farlo" risponde Giulia con uno splendido sorriso; il volto del ragazzo s'illumina all'istante e si rasserena "Grazie, sei molto importante per me".
I due rimangono ancora qualche minuto abbracciati e poi Francesco dice "Ti riaccompagno a casa o vuoi rimanere qui per un'altra fetta di torta?"
Sorridendo i due ragazzi escono sotto braccio da casa, mentre ormai la città è caduta preda delle tenebre.
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