Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
8ª edizione - (2005)

Esperienza di lettura
di Luca Colangelo
Premio speciale ANPI Barona Milano

 

Rimanere "uomini" a volte è arduo, ma non ricordo al momento quanto un uomo possa essere sottoposto a una tale sofferenza, a un tale massacro della personalità e dello spirito, addirittura alla perdita totale della dignità. Non oso immaginare come quegli individui possano essersi sentiti, cosa la loro mente possa aver solo vagamente teorizzato: l'avvertire di esser trattati come neanche le bestie vengono trattate deve far insorgere spontaneamente una crisi che tocca l'abisso dello sconforto umano, momento in cui ideali, sogni e progetti sembrano eclissarsi definitivamente.
Se conoscessi a fondo la loro storia, non avrei più alcun diritto a lamentarmi perché ho appettito, ho sonno, ho poca voglia di studiare, ho il desiderio di un nuovo videogioco...anzi, potrei solamente tacere e meditare in silenzio, pensare che un genere di uomini per le loro azioni possa aver raggiunto la tomba del demonio. Quegli altri uomini, quelle altre donne, quei bambini, costretti chissà per quali atroci ed infernali motivi a subire questa devastazione fisica e morale, cosa pensavano e come agivano in quei giorni? Avendo fame e sonno e dovendo lavorarare al gelo per interminabili ore, quale fisico non sarebbe ceduto di lì a poco? Non avendo più una casa, un ambiente familiare dove riporre le proprie emozioni e sopravvivere in luoghi dove il terrore fa da maestro, quale coscienza o anima avrebbe potuto trovare conforto, cercare solo il modo per continuare a lottare? Le risposte sono varie e non sono elencabili facilmente, non hanno neanche necessariamente una logica ben precisa, poiché chi le ha messe in pratica erano uomini resi non più tali dalla cattiveria estrema di altri uomini, questi ultimi ritenutisi al di sopra dei primi.
Dal mio punto di vista, riflettere ciò che altri prima di me hanno provato risulta ostico e allo stesso tempo doloroso... mi sembra quasi di essere io stesso lì, insieme a quelle persone... sto avvertendo la loro fame, sete, stanchezza, dolore, frustrazione per ciò che esse stanno vivendo... Ad un certo punto però rinvengo da questa parziale immedesimazione e mi accorgo che comunque non tutti sono morti, vi sono ancora dei superstiti attorno a me e che sono rimasti in vita per testimoniare, per dimostrare le prove di un simile abominio e soprattutto per incoraggiare le future generazioni a non dimenticare il passato: ricordare gli insegnamenti lasciatici dalla storia è fondamentale per costruire una società priva di quelle oscurità.
Questa non è pura e semplice teoria, ma oggi più che mai è una tangibile realtà, proprio quella che Primo ha rilasciato per noi e non soltanto; lui rappresenta il passato che diventa presente e futuro, cioè una testimonianza incancellabile di tre anni all'interno del luogo dell' umana follia, marchiata dal numero impresso sull' avambraccio sinistro 174 571. Primo Levi non è stato il solo al mondo a compiere questa grande impresa di narrativa, ma i suoi ricordi brecciano dritti al cuore costantemente proprio per farci comprendere di non arrivare a formulare la temibile affermazione: Se questo è un uomo.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010