Due mondi paralleli: realtà e immaginazione
Leggere per me non significa solo banalmente "scorrere con gli occhi uno scritto per riconoscerne le parole e comprenderne il significato" come riporta un qualsiasi vocabolario, ma significa dimenticare per un po' la realtà che pesa sulle spalle e farsi trasportare in un luogo in cui non si è mai stati. È la magia più apprezzabile; come dice S.King. Ed è proprio quello che capita a me: con ogni libro che stuzzica la mia fantasia e che quindi m'interessa, mi capita di catapultarmi in un altro mondo, una specie di mondo parallelo che scorre di pari passo con quello in cui vivo nella realtà. Ogni volta entro nella storia che sto leggendo: una volta sono una ragazza che deve affrontare i pericoli di un labirinto magico, per arrivare al castello del re dei folletti che tengono in ostaggio il mio fratellino (A.C.H Smith - Labyrinth); un'altra volta l'amicizia tra me e un ragazzo di una ricca famiglia tedesca è distrutta dal nazismo (Fred Uhlman - L'amico ritrovato); un'altra volta ancora, faccio parte di una banda di ragazzi che attraverso un'avventura, che si scopre poi essere una scioccante scoperta, passa dall'adolescenza all'età adulta oppure sono un ragazzo intrappolato in una macabra relazione basata sul reciproco parassitismo con un vecchio ex nazista (S.King - Il corpo e Un ragazzo sveglio da Stagioni diverse). Insomma, la storia gira sempre intorno a me e mi rende protagonista assoluta. Cambio personalità, cambio vita, cambio, e questo mi fa bene. Come per Sofia Brugnatelli (in ricordo della quale sto scrivendo questo dattiloscritto), la lettura mi permette di liberare la mia immaginazione, senza essere giudicata da nessuno, perché tutto resta tra me e lei.
Sono tante e diverse le emozioni, le sensazioni e le suggestioni che le varie "letture" (di tipo letterario, pittorico, musicale) mi hanno suscitato e devo dire che è difficile sceglierne una da mettere in evidenza. Credo che parlerò del testo di una canzone, che mi ha fatto capire che la mia fantasia e le immaginazioni non appartengono alla realtà, ma che è in ogni caso, secondo me, è importante svagarsi con queste, non per scappare o dimenticare e oltrepassare le situazioni senza affrontare i problemi, ma per alleviare la pesantezza della realtà, perché sono esse che ci fanno andare avanti, infondendoci speranza.
Autore del brano è un gruppo pop- rock italiano: gli ARTICOLO 31, i quali hanno sempre parlato nelle loro canzoni di fatti reali, di verità ed è per questo che mi piacciono.
"La vita non è un film
Come pesava quello zaino sulle spalle sulla strada della scuola e la maturità
Odiavo ogni professore, mi illudevo fosse una minaccia alla mia libertà
Ed ogni sera sopra lo schermo vedevo eroi della mia età
E io di certo ero diverso ma ci credevo in una vita come al cinema
Ma qui non è così, non c'è il lieto fine e poi il buono perde...
I tatuaggi fanno male anni dopo che gli hai fatti ma per quello che ricordano
Hai visto amici andarsene prima del tempo e sei sicuro che dall'alto ti proteggano
E intanto aspetti il colpo di scena quell'occasione unica
Che ti sistema ogni problema, è lei che ti completerà
(rit) Lei diceva "non lo so", e dopo mi stringeva forte ancora un po'
e diceva di non prenderla così "nasce e cresce, poi finisce"
e se tradisce ti sarà chiaro che la vita non è un film
Ho il dubbio che la mia generazione muova una rivoluzione immaginaria
Doveva essere un tramonto e il bene in trionfo alla fine della storia
Ma qui non è così...l'immagine è un po' scura e il domani fa un po' più paura
(rit)
Il testo di questa canzone è stato scritto alla memoria di Livia Gemelli Aleotti, la defunta nonna del cantante del gruppo (1919-2001). Accompagnata dalla musica mi ha trasmesso tenerezza e dolcezza, ma anche tristezza e come ho già detto mi ha fatto riflettere sui due mondi che accompagnano la mia vita: realtà e immaginazione. La vita infatti non è un film, le cose non vanno come vorremmo noi : le persone nascono, crescono con i loro problemi, le loro preoccupazioni, ma anche spesso accompagnati da gioie ed eventi positivi, e alla fine si muore, è inevitabile, le cose vanno così.
Concludo dicendo che leggere è molto importante e ringrazio Dio di avermi dato il dono dell'immaginazione. Mi dispiace per quelle persone che non sanno quale privilegio ho io: per quelli che non lo potranno mai sapere, ma soprattutto per quelli che potrebbero, ma non lo fanno.
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