La casualità di un incontro
Milano, Venerdì 8 Aprile 2005
Caro Francesco,
ormai è passato quasi un anno da quando abbiamo trascorso quella divertente settimana in Grecia. Ti ricordi? Io non sarei nemmeno dovuta venire in quell'isoletta sperduta nel Mar Egeo, bensì dovevo andare nella capitale del mito, ma per una circostanza fortunata sono capitata a Lemnos.
Non potevo immaginare che in un posto così piccolo e sperduto avrei potuto trovare una grande amicizia, proprio simile a quella narrata nel libro che stavo leggendo in quel periodo come compito per le vacanze e su cui tu scherzavi per il nome buffo: Due di due. In questo romanzo si parla anche degli avvenimenti casuali della vita, come sia poco probabile che due persone si possano incontrare nello stesso luogo e nel medesimo periodo di tutti i posti e i momenti possibili durante una vita. Il nostro incontro è stato così, un caso fortuito dell'esistenza, che ci ha portato a conoscerci e a costruire questa nostra amicizia che nonostante un così breve periodo trascorso insieme dura ancora.
Proprio come nel libro la nostra amicizia spesso è separata da decine di chilometri di distanza, ma comunque persiste e riusciamo a tenerci in contatto; di ciò sono veramente felice perché questa strana combinazione per me ha voluto dire qualcosa, non so esattamente cosa, forse lo capirò solo tra qualche anno o forse fra breve tempo.
Durante quella splendida settimana ne abbiamo passate, o meglio combinate, di tutti i colori. Eravamo spesso della stessa opinione e sembrava di conoscersi da una vita, mentre in realtà ci eravamo visti per la prima volta qualche giorno prima a una partita di beach volley. Comunque tu sei stato uno dei pochi a cui ho potuto confidare me stessa, ma soprattutto a cui ho voluto far conoscere me stessa, per il senso di rispetto e fiducia che ho percepito da te e per l'ammirazione suscitata dalla tua semplicità.
Tutti gli ospiti dell'albergo ci vedevano, proprio per la forte intesa che c'era tra noi, come due ragazzi ancora accompagnati in vacanza dai genitori che vivono quei flirt estivi che tornando a casa si dimenticano in fretta; in realtà non era nulla di ciò: era semplice amicizia. Mi ricordo anch'io che mentre leggevo il libro identificai il nostro rapporto in una delle improbabili storie d'amore del protagonista, ma mi distolsi subito da questa idea nel pensare al mio ragazzo speciale che mi aspettava a casa.
È strano come un libro, letto in un determinato momento, possa far sentire di vivere la stessa storia nella realtà, come si possano identificare i personaggi del libro nelle persone che ci circondano; a me è successo. Grazie al fatto di aver letto quel libro al momento giusto ho potuto riflettere su spunti che altrimenti non avrei nemmeno saputo cogliere.
Scusami, magari ti sto importunando con queste considerazioni noiose, ma sai che sono un tipo un po' ragionatore, in ogni modo penso che la nostra amicizia sarebbe stata la stessa o forse non così profonda se non avessimo compreso la fortuna del nostro incontro. Spero che continui e che cercheremo sempre un momento per trovarci e incontrarci, magari, ancora per uno strano caso, che ne dici?
Ti abbraccio forte.
Serena
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