"Mi servirò del denaro per salire sempre più in alto. Verso il cielo e l'immortalità"
E lui vola, il rigido sedile raccoglie il giovane proteso alla scoperta di Nuove sensazioni, l'espressione esprime la voglia di arrivare superando tutti: il più veloce, il più ricco, il più famoso.
Ehi! Attento l'aereo brucia, guarda l'ala destra sbrigati, cerca di atterrare, troppo tardi, non puoi evitare quel tetto, è finita che disastro brucia tutto, ecco stai uscendo dalla carlinga sei tutto ustionato.
Che luce! Cosa succede? Sciocco, è solo un film ed è finito il primo tempo: sono seduto su una poltrona di velluto rosso, teso, sudato, chissà se gli altri 100 con me nella sala sono nelle mie condizioni.
Mi guardo intorno, facce normali, parlano, si alzano per bere o fumare; forse ho partecipato e sofferto solo io.
Le luci si spengono, ricomincia Aviator, il film con Leonardo Di Caprio che racconta la storia di Howard Hughes.
Sono al cinema, mi ripeto: "non ti far prendere..." ma lui è all'ospedale, tutto fasciato soffre eppure organizza, dà ordini alla sua segretaria, si prepara a varcare nuovi traguardi, ora le bende gli sono state tolte, beve con la cannuccia, la sua espressione è diversa, non solo le cicatrici, è qualche cosa di più interno, sembra un po' pazzo o forse drogato.
Commissiona un aereo ancora più grande e veloce ma lui è cambiato soffre, lotta contro tutti, ha paura dei contatti umani, teme i microbi e le malattie; finisce col chiudersi in una stanza, non si lava, non si taglia né i capelli né le unghie.
Che brutta fine , non è giusto, ero venuto per divertirmi e ho sofferto, ho pagato per vedere un uomo con grandi ambizioni finire tragicamente pazzo e solo.
Ripenso alla prima scena in cui Howard Hughes da bambino fa il bagno mentre la mamma gli raccomanda in modo ossessivo la pulizia per evitare il contagio con pericolose malattie.
Forse le sue nevrosi iniziano da qui con la madre indicata come colpevole involontaria della tragica fine della storia.
Quasi tre ore di proiezione sono state necessarie per interpretare la vita di un personaggio molto singolare vissuto in America negli anni trenta reso famoso per la sua enorme ricchezza ma anche per la sua voglia di entrare nel mondo del cinema e dell'aviazione con un contorno di donne famose a cui si legò.
A casa continuo a pensare al film, voglio saperne di più, trovo un libro con la storia di molti miliardari; sono fortunato, alcune pagine parlano di Howard Hughes.
Le ho lette più volte e da esse ho capito che la pazzia ferma la persona "qualunque" ma se sei ricco e potente il mondo ti permette di vivere con gli altri e di proseguire nelle tue azioni.
Riporto alcune sue frasi che permettono di capire il personaggio soprannominato "The Ghost", Il Fantasma:
"L'idea della morte mi toglie la gioia di vivere".
"Non c'è dubbio diventerò l'uomo più ricco e potente dell'universo, anche perché vivrò fino a 300 anni".
"I soci e i consiglieri sono solo capaci di instillare dubbi".
"Ciò che conta è l'immortalità del mio denaro".
"Sono un uomo come gli altri, solo un po' ricco, un po' più riservato e alla ricerca dell'immortalità".Howard Hughes morì in volo su un aereo ambulanza. Nessuno lo pianse e tanti s'azzannarono attorno all'eredità.
Dopo tutta questa ricerca capisco il mio interesse, il mio desiderio di comprendere e di sapere: il protagonista rappresenta la voglia di arrivare in alto che noi giovani abbiamo: speranze, sogni, desideri, una vita davanti tutta da inventare e scoprire.
Il sogno di volare rappresenta le grandi mete, più alte di un grattacielo, più delle torri gemelle di New York ma come loro il sogno spesso si infrange.
I nemici, la cattiveria, l'odio, l'invidia o più semplicemente l'incapacità o la sfortuna pongono fine alle aspirazioni dei giovani e noi abbiamo paura di vivere una esistenza normale, la televisione ci ha condizionato verso una vita spensierata dove solo la felicità può esistere.
Non è così purtroppo e Aviator spiega tutto questo, aiuta a pensare, a tornare con i piedi per terra...A proposito, dove posso ordinare il mio aeroplano?
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