Il salice
Ho vissuto per tanti anni tra le fronde di un salice, fingendomi lacrima solitaria. Ho ridotto a brandelli ogni forma di vita che mi circondava per non perdere me stessa. Ho visto sorrisi avvizziti e bambine non più vergini farmi compagnia sotto i rami affaticati. Resta con noi tra questo lago e il cielo! Resta a cercare ciò che non si potrà mai trovare! Dio? La candida volontà dei miei pensieri. Ho perduto l'inevitabile fierezza dei miei anni, le stagioni furtive e i miei sogni d'aurora.
Cosa attendi se il vuoto, breve, t'attende? Desidero solo stringere la figlia al petto, ma neanche lei può alleviare la pena di un vagabondo né può salvarmi dal fetido morbo che corrode il mio cuore.
Sputa sangue tra le fronde del salice divino, troppo elevato per te, che sei solo un uomo!
Fiori di plastica venduti a buon prezzo e strappati dalle mie mani incredule.
Ghigni crudeli di osceni folletti brindano con me al sabba notturno. Sacrificherò me stessa per salvarti, mia dolce bimba, e in cambio ti chiederò una preghiera ché io non debba mai più ridestarmi.
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