Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
7ª edizione - (2004)

Un'esperienza di lettura

"CARPE DIEM... Cogli l'attimo"
Questa piccola frase sembra insulsa, ma in realtà è carichissima di significato, quindi è molto difficile da "cogliere" e in particolar modo per degli adolescenti ancora a studiare sui libri.
Così, il nuovo professore di lettere, professor Keating, si rivolge ai suoi studenti nel primo giorno di scuola: i ragazzi rimangono quasi a bocca aperta davanti a tale affermazione, forse perché quella frase ha suscitato qualcosa d'inspiegabile nelle loro menti e nei loro cuori o forse perché nessun loro conoscente si è mai espresso in quel modo? A questa domanda non sanno trovare una risposta e, increduli, continuano il loro cammino scolastico.
Andando più a fondo, questa frase deve far e farci riflettere; infatti, quale insegnante, il primo giorno scolastico, con una nuova classe, esordirebbe con quelle parole? Chissà, oggi gli insegnanti principalmente sono visti o come delle figure autoritarie o come un peso da dover sopportare, ma essi sono anche educatori e ci devono sia istruire sia darci degli insegnamenti di vita... ragion per cui, il professor Keating vuole spronare i suoi alunni ad andare oltre il conformismo che la scuola impone, alle sue regole, e quindi a scoprire gli interessi, le ambizioni desiderate, la personalità dell'individuo. Quel cogliere l'attimo vuol dire non farsi soffocare dal resto del mondo, non offuscare se stessi, ma andare avanti sulla propria strada, determinati e decisi.
Durante il corso dell'anno, gli studenti continuano a seguire le lezioni del professor Keating, con interesse maggiore rispetto alle altre, scoprendo quanto sia sempre più importante distinguersi dagli altri. Tra lo strappo dell'introduzione del libro di poesia ritenuta dal prof. una riduzione della poesia a semplice "spazzatura", tra l'invenzione di una poesia per capire la diversità e le particolarità d'ogni uomo e tra l'osservare il mondo da più punti di vista, semplicemente salendo in piedi sulla cattedra, i ragazzi ed il prof. crescono continuamente ed intensificano il loro rapporto di vita! Il rapporto che s'instaura fra insegnante e allievo è fondamentale e ciò è ampiamente dimostrato dal nuovo maestro, il quale sembra considerare i suoi alunni quasi come dei figli ed essi, a loro volta, si affezionano a lui quasi come ad un padre.
Rimangono talmente colpiti dalle sue peculiarità che, indagando sulla sua vita scolastica, scoprono che lui era stato uno dei fondatori della "SETTA dei POETI ESTINTI": essa era una riunione notturna di ragazzi durante la quale erano raccontate storie di vario genere, poesie lette o inventate, ma soprattutto esse miravano a far comprendere quanto bisogni succhiare il midollo stesso della vita, vale a dire attingere il vero scopo per cui si è nati, per cui si è vissuti e per cui si morirà. Nonostante le difficoltà iniziali, i ragazzi riescono ad inaugurare nuovamente la setta e ovviamente a mantenere nascosto il loro segreto; le riunioni cominciano in una notte buia e tempestosa, tra risate, sospiri e canzoni pazze, per poi proseguire toccando tantissimi temi, quali amore, amicizia, coraggio. La setta è lo strumento attraverso cui i ragazzi scoprono il loro mondo interiore composto da sentimenti ed emozioni forti, ambizioni, che però li porterà su strade diverse, anche se difficili perché già segnate da qualcun altro. Difatti come primo ostacolo e forse uno tra i più grandi sono i genitori; essi vorrebbero che il figlio intraprendesse una carriera brillante (medico, avvocato, banchiere, ecc.), perciò si sentono obbligati a programmare il futuro dei giovani figli, quasi come proteggerli da chissà quali pericoli potrebbero incontrare scegliendo altre vie. Come in questo caso, nella vita quotidiana è così, fortunatamente con una certa diminuzione, forse a causa della formazione di una nuova società fatta da cittadini liberi ed indipendenti. Purtroppo le considerazioni fatte si avvereranno per uno dei ragazzi, il quale ispirato dalle idee un po' bizzarre del professor Keating, finirà per avere la sua vita schiacciata da un macigno, cioè dal padre imperatore testardo e da madre senza volontà d'opposizione al marito. Egli scopre qual è il suo vero obiettivo vitale: non essere un medico come gli era stato precedentemente imposto, bensì un attore di teatro! Qualsiasi ragazzo si ritroverebbe in condizioni non facili dopo una simile decisione, scontri con genitori, parenti e via di seguito. Il ragazzo in questione trova però riparo e comprensione dai suoi amici e dal prof. Keating, il quale lo esorta a perseguire nel suo percorso e a rivelare questo cambiamento al padre autoritario. Questo giovane non ha il coraggio di far ciò e, all'insaputa del padre, viene scritturato per una recita teatrale molto importante: questo non servirà a nulla, poiché il padre riesce a carpire il mistero del figlio e, proprio alla fine dello spettacolo ben riuscito, lo trasporta con sé fino a casa, ignorando gli sguardi e le parole dei ragazzi e del professore di lettere. Alla fine il povero giovane si sente torchiato dal padre, non consolato dalla madre, che decide di farla finita, di togliersi la vita! Questo è un dolore gigante e forse insopportabile per dei genitori, i quali non possono far altro che piangere, piangere, pensare, pensare... Quando un ragazzo compie un gesto del genere, è come se avesse ferito anche chi gli stava attorno, compresi genitori e amici, che come in questa vicenda non sanno darsi pace e non trovano conforto se non restando uniti. Questo dolore viene poi vendicato dal padre denunciando il professor Keating e quindi anche gli stessi ragazzi; uno di loro poco dopo li tradirà, svelando all'intero istituto le verità sulla "SETTA dei POETI ESTINTI" e costringendo gli altri ragazzi all'abbandono di quelle idee, definite dalla scuola rivoluzionarie, e in aggiunta, alla perdita del loro professor Keating, licenziato in tronco e responsabile del suicidio del giovane studente. In conclusione, i ragazzi salutano il loro ex-professore di lettere alzandosi in piedi sul banco, chiamandolo "O capitano, o mio capitano..."; questo gesto dimostra che i ragazzi hanno imparato guardare il mondo e particolarmente hanno appreso che le scelte della vita ci sono sempre e devono essere prese con fermezza, sopportate con tenacia e che vanno oltre il conformismo delle masse! L'essere diversi, il sopportare le avversità del diverso, andare oltre le opinioni pubbliche sono azioni che si compiono spesso e che anch'io piccolo ragazzo devo essere pronto a sostenere, ignorando i cosiddetti "luoghi comuni". Proprio come m'insegna il film L'attimo fuggente, la vita va sempre presa fino in fondo, senza tralasciare particolari, fino alla fine: bisogna combattere per i propri ideali! "Lottare" deve essere una costante per vivere e la vita è formata da aspetti simili o totalmente diversi, esattamente com'è l'uomo.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010