Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
7ª edizione - (2004)

Un'esperienza di lettura: "Il signor Malausséne" di Daniel Pennac
di Daniele Michienzi
Primo premio

Pouf! La notte di Belleville è avvolgente, fatta di piccoli rumori. Un ubriaco barcollante, mille ombre drogate che cercano di passare inosservate alla vista della Grande Macchina Sociale, le puttane che sghignazzano perché la piccola Louise con la minigonna nuova sembra una papera, e finalmente loro. La famiglia Malausséne al completo.
Divento una biscia di fumo e mi insinuo all'interno del cinema Zèbre, inseguendo il dolce profumo del couscous di Yasmina. Inconfondibile.
Grido d'allarme della teutonica Thérèse: - C'è qualcuno, Ben! -. È vestita di stelle. E magra come un chiodo.
Tutti mi notano in un'unica occhiata. Abbozzo un timido saluto con la mano e in men che non si dica mi ritrovo a tavola tra Jérémy e il Piccolo. La tribù Malausséne ormai non si stupisce più di nulla. Neanche di un intruso fatto di fumo.
Si parla del più e del meno, si raccontano storie di sangue e di sbirri, intramezzate dagli strilli di Verdun (la immaginavo meno paffutella, la piccola peste) e dalle stronzate di Jérémy. In tutto questo, Lei (Clara) tace, immobile e sorridente. Versa l'acqua a Benjamin con la grazia di una cariatide. Poi mi sorride benevola (pouf al cuore), mi chiede cosa desidero mangiare (crack pum tam tam al cuore), e io rispondo balbettando in una maniera tale che tutti scoppiano a ridere ( - Che coglioncello! -, squittisce il Piccolo).
La mia salvatrice fa la sua comparsa nelle vesti della buona Suzanne dagli occhi belli, proprietaria della baracca, che porta in tavola un arrosto d'agnello da leccarsi i baffi (sempre made in Ben Tayeb, naturalmente).
- Su, smettetela di importunare il nostro ospite! -.
Il buon vecchio Benjamin mi si avvicina e mi dà una pacca sulla spalla. Forse ha intuito? Sì, deve essere proprio così. Dopotutto anche lui, prima di incontrare Julie, la Sacerdotessa del Reale, si era un po' invaghito della sorellina. E con gli occhi sembra dirmi: - Come darti torto, piccolo italiano? La nostra Clara è quello che è. Non servono commenti per descriverla. O forse basterebbe una fotografia -.
Click! Eccola veloce schizzare qua e là per la tavolata ad immortalare con la sua fida macchina fotografica le smorfie più buffe della serata.
1) Six La Neve che divora il Kebab di Yasmina con la grazia dei bufali,
2) Jérémy e il Piccolo che fanno a gara a chi fa la smorfia più brutta,
3) Thérèse tutta intenta a leggere la mano ad un'incredula Suzanne,
4) Ben e Julie mano nella mano (loro sono il romantic moment della serata),
5) io (ahimè), con la faccia più idiota che abbia mai potuto fare davanti ad una Polaroid.
Ma Lei sorride, e questo mi basta.
E i miei capelli di fumo già svolazzano fiammeggiando. È ora di andare?
Alzo lo sguardo e sorridendo ascolto le chiacchiere della tribù Malausséne, mentre provo una gioia ineffabile. Vi voglio bene, ragazzi.
E mentre continuo ad ammirare la dolce Clara, pian piano mi dissolvo in un baleno. Pouf! E torno in classe, dove la prof straparla come al solito. Il blablabla istituzionale. E io, sotto il banco, stringo il mio libro fra le gambe. Monsieur Malausséne, naturalmente. E sorrido pensando a Lei. Adieu, mes amis.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010