La fattoria degli animali
Palla di neve, un nome affettuoso, dolce, ingenuo, pieno di bontà, agli occhi dell'uomo; ma un animo combattivo e autoritario vive nel suo cuore.
Prese potere a poco a poco nella nostra "Fattoria degli animali", intonando quell'inno famoso "animali d'Inghilterra", il quale rappresenta: libertà, uguaglianza e come prima cosa, la fratellanza, concetti principali di una vita senza il nemico, l'Uomo.
Il nostro maialino dalla pelle chiara, dalla gran voce, dalla mano possente e dal grande intelletto, come il grande Cesare nel suo impero, governa con intelligenza e furbizia, con tattiche militari, tramandate dal vecchio maggiore (maiale di guerra), al fine di scacciare quell'essere inefficiente.
Tutti gli animali si impegnano con ardore a difendere la fattoria, con i suoi ideali e la sua bandiera, mettendo a repentaglio la loro vita e i loro arti. E con medaglie d'onore si coronano i petti del "maiale astuto" e del "cavallo dal bell'aspetto".
La conquista della fattoria aveva anche come scopo, l'essere diversi, in tutti i modi all'Uomo: tutto quello che è moderno o ha a che fare con "l'Umano" è assolutamente nemico, con qualche eccezione ovviamente; infatti il saper leggere testi d'opera, scrivere poesie o l'essere acculturati, è qualcosa che non ha nulla a che fare con il "Genere Umano" o il creare un mulino per poi avere dell'energia indispensabile per la dura vita nella fattoria, è un'idea al disopra di tutti e quindi solo i maiali possono arrivare a questo brillante progetto. Ma..., non tutti i porci sono uguali e quindi spesso ci troviamo davanti a degli spettacoli poco produttivi. C'è chi non può far a meno dell'intervento di quel corpo animato, così lezioso, così particolare, pronto a viziare un animale, così carino come una cavallina bianca; che intreccia la sua morbida criniera perlacea con nastri color dell'amore e la delizia con dolci zollette di zucchero e quindi così confusa da quei due partiti rivali, scappa, prendendo poi la direzione del partito della bellezza assoluta e del non lavoro.
Come ho detto prima, molti incontri erano coloriti da accalorate discussioni che davano il via ad una vera e propria lite e, infatti per l'approvazione della costruzione del famoso mulino, scaturì un fatto decisamente inaspettato. Come tutti sappiamo le decisioni venivano prese dal Sig. Palla Di Neve e dal suo compagno Sig. Napoleon, maiale burbero oscuro e non condizionabile, che non approvava l'idea del produttore energetico e, vedendo che gli animali avevano idee diverse dalle sue, decise di prevalere sulla maggioranza con la forza e, con un urlo stridente, chiamò a sé nove ferocissimi cani, i quali inseguirono il suo rivale, facendolo scappare e dopo tutto ciò, divenne l'incontestabile dittatore.
Dopo poco, l'idea del mulino venne ripresa da Napoleon con stupore generale e la sua costruzione fu presto iniziata. Il lavoro era molto faticoso e servivano oggetti e materiali introvabili alla fattoria e quindi, il "capo" iniziò ad avere dei rapporti reali con i padroni delle cascine vicine, rapporti estremamente proibiti dall'assemblea rivoltosa, ma che fu negata dai maiali d'alto rango. Le cose non miglioravano, il maiale stava acquistando abitudini che non erano le sue, bensì quelle dell'uomo; il vivere comodi, il dormire su dei letti di purissima piuma d'oca ed altro..., non erano nella natura del sano animale.
Una notte il cielo s'infuriò, un vento disumano fece capolino nel nostro paesello; sordi tuoni e lampi abbaglianti irrompevano nella buia notte e, al risveglio un fatto terribile accadde: il mulino era stato raso al suolo e, la colpa fu attribuita con incredibile velocità al povero Palla Di Neve. Subito tutto quell'insieme di bestie ce l'ebbero a morte con quell'animale dalla pelle rosa. Per ogni disastro il nostro maialino ne era la causa.
Un giorno ci fu una vera e propria carneficina di animali, diretta dal grande capo, per i vari errori commessi; e subito il canto della rivoluzione fu abolito e il nome di Napoleon fu reso grande e accompagnato sempre da un aggettivo che specificava il suo potere e la sua bontà.
Il grande giorno arrivò e, la semicostruzione del mulino si concluse con la gioia generale, infatti mancava un unico e indispensabile pezzo che avrebbero ricevuto grazie ad uno scambio, ma esso non andò a buon fine. Dato che la fattoria era stata imbrogliata, da tutto ciò ne scaturì il finimondo. Una massa di animali andò alla riscossa rincorrendo gli imbroglioni: se ne videro di cotte e di crude, ma alla fine le bestie ebbero la meglio.
Il maiale stava acquistando, sugli altri, grande prestigio; infatti i piccoli porci non potevano avere a che fare con gli altri animali, ed essi nei giorni di cerimonia dovevano portare un fiocco verde sulla coda. La congrega non si rese conto di quello che stava succedendo e quello che doveva essere solo un mondo pulito, senza l'Uomo stava man mano trasformandosi e centralizzandosi, con il potere tutto nelle mani del grande, incommensurabile Napoleon.
Il tempo passava e la vecchia fattoria era scomparsa, l'uomo era stato cancellato, ma al suo posto c'era il maiale che ormai viveva come un uomo, camminava come l'uomo, portando tra le gambe un oggetto tanto temuto dagli animali, nient'altro che la frusta !
Ormai non era rimasto più niente, neanche un briciolo di umanità, chi aveva dato molto era stato ripagato con una morte brutale che viveva sul proprio profitto e sulla propria felicità.
Non c'era più differenza al di fuori della legge che aveva preso il posto di tutte le altre: "TUTTI GLI ANIMALI SONO EGUALI; MA ALCUNI ANIMALI SONO PIÙ EGUALI DEGLI ALTRI", e con lo strozzo alla gola tutti si resero conto che ormai non c'è più speranza, perché nell'uomo c'è la figura dell'animale, e che nell'animale c'è la figura dell'uomo e questo capolavoro termina dicendo: "Era loro impossibile distinguere fra i due".
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