Premio letterario SofiaPremio letterario SofiaPremio letterario Sofia
1ª edizione - (1998)

Un'esperienza di lettura da "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" di E. Brizzi

 Milano, freddo e grigio pomeriggio di gennaio. Centinaia di ragazzi si stanno ritrovando, "armati" con le loro chitarre e coi loro bassi, davanti alle sale prove.
Io, che sono seduta alla scrivania e che sto scrivendo, sono lontana fisicamente da questa "armata" di miei coetanei, ma ugualmente li riesco a vedere. Sono trasandati ma molto belli, aspettano impavidi i loro compagni di ventura, guardando nel vuoto e cercando una risposta al loro futuro. Immaginano il successo, i biglietti esauriti, un pubblico che scalpita, ragazze con le quali dividere un'avventura, la sicurezza, i soldi... Continuano a costruire castelli di carte sulla base dei loro sogni, poi arriva un ragazzo. Ha una folta chioma nera, è tutto quello che riesco a vedere, perché Alex D. sta sfrecciando in bicicletta.
Si ferma davanti al castello di carte, non è imperturbabile come i suoi coetanei, ha gli occhi lustri, ma ugualmente sfida lo sguardo sognante dell'artefice della costruzione.
I due personaggi, plasmati dalla mia fantasia, affrontano il tête a tête. La lancetta dei secondi non ha fatto ancora mezzo giro.
Alex D. e l'artefice si continuano a guardare. Li vedo respirare affannosamente. Il loro sangue sta circolando vorticosamente nelle vene. Poi, a un tratto, Alex D. socchiude gli occhi e chiede: "perché Jack Frusciante è uscito dal gruppo?"
L'artefice lo fissa spavaldo come non lo era mai stato prima, anche se quella domanda era stata una pugnalata al suo orgoglio.
Alex D., dopo aver compiuto la missione assegnatagli dal suo grande amico Martino, volta i tacchi, monta in sella e sfreccia nuovamente via, aspettando che l'aria fredda gli raggeli le lacrime. Alex D. sfreccia combattendo contro il traffico. Alex D. rincorre i ricordi dell'amore trasferito in Pennsylvania. Alex D. sfugge gli sguardi delle profie e delle studentesse Semprevergini del cinereo liceo Caimani.
dall'archivio magnetico di Paola G.
Perché Jack Frusciante, chitarrista dei Red Hot Chili Peppers alla soglia del successo ha lasciato la sua band?
Non è semplice rinunciare a un sogno che si rincorre sin da bambini, quale il successo, e ancora più difficile è per me allontanare dalla mia anima di "incazzata sociale" (Enrico Brizzi) la figura dell'artefice.
Ma chi è questo personaggio che risiede in ogni mio compagno di vita?
L'artefice è una voce lieve, è un soffio di vento che capovolge le idee e sulla loro base innalza castelli di carte costruiti su falsi pregiudizi dettati dal volere della società e dal gruppo.
Alex D. al contrario è lo stereotipo giovanile ribelle. La sua famiglia, della buona borghesia, è il teatro di una contestazione soffusa e del rifiuto coerente delle regole imposte da un mondo progettato da tanti artefici. Alex D. ha gettato tutte le situazioni comode alle spalle, lasciando l'amaro in bocca ai "parents".
Ma questo a lui non interessa perché ha capito che non vale la pena di vivere nel cerchio che gli hanno disegnato intorno, piuttosto bisogna lottare per qualcosa progettato con la propria testa.
Jack Frusciante è uscito dal gruppo, perché il cerchio disegnatogli intorno gli andava stretto e come Alex D. non ci stava più...
Beh, per il momento neanch'io ci sto più.


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Ultimo aggiornamento: 16 gennaio 2010